Nuova Kia Sportage [Video]

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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Kia Sportage si rinnova e taglia decisamente i ponti con il passato. Il SUV coreano si presenta sotto una nuova veste stilistica, ed anche gli interni sono cambiati
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
26 gennaio 2016

Impavidi e anti-convenzionali. Sono i primi due aggettivi che mi vengono in mente quando penso ai designer che hanno curato lo stile della nuova Kia Sportage.

Impavida e anti-convenzionale

Il modello uscente del resto, quello di terza generazione, è stato un successo senza precedenti, con record di vendite un po’ ovunque che hanno regalato ai coreani tassi di crescita sui mercati anche a doppia cifra. Aver realizzato un vero e proprio cavallo di battaglia non ha però intimorito gli stilisti, che invece di evolvere un concetto vincente hanno preferito rimettere di nuovo tutto in discussione.

Finendo per realizzare una nuova Sportage completamente diversa da quella precedente. Un approccio, quello dello stravolgimento totale, che comunque fa parte della storia di questo modello. Se passiamo in rassegna ogni versione, generazione dopo generazione, non ne troveremo mai una simile o anche solo vagamente ispirata a quella precedente. Ogni generazione di Sportage è stata sempre una rivoluzione.

Dal vivo: com’è fuori

Per prima cosa la Sportage IV cresce nelle dimensioni. La lunghezza (448 cm) aumenta di 4 cm e di conseguenza il passo diventa più generoso (+ 3 cm). L’impressione è quella di trovarsi davanti un’auto più imponente di prima, con una presenza scenica più ingombrante. Insomma è difficile che il nuovo modello passi inosservato.

La sostanziale “pulizia” stilistica del vecchio modello, uno dei fattori che ne decretò l’assoluto successo, lascia il posto qui ad un design decisamente più complesso. Rimane l’immancabile calandra “a naso di tigre”, vera firma del capo del design Peter Schreyer, ma è l’unico punto fermo. Tutto intorno si rincorrono forme, linee e colori.

La nuova Kia Sportage è un’auto che si rimette in gioco completamente, ancora una volta

I fari, un tempo affilati e taglienti, ora diventano più morbidi e sembrano quasi fluttuare, sospesi sul frontale. Più in basso troviamo le originali luci diurne a led, che sembrano blocchi di ghiaccio. Un guizzo stilistico derivato direttamente dalla Pro Cee’d GT. Più semplice da “leggere” la fiancata, ben bilanciata ed elegante, con vistosi cerchi in lega da 19 pollici (su GT Line, altrimenti sono da 17”). Il posteriore invece è l’unica zona che ricorda vagamente il vecchio modello, se non altro per i gruppi ottici a led a sviluppo orizzontale.

Il coraggio “stilistico” Kia - le forme nascono in Europa, nel centro di design di Francoforte - non potrà che avere delle conseguenze. La Sportage infatti rimane senza dubbio un’auto destinata a dividere il pubblico tra chi adora la sua spregiudicatezza e originalità (alcuni ci vedono i tratti di un SUV Porsche…) e chi finirà per rimpiangere l’aggressività e razionalità del vecchio modello.

Dal vivo: com’è dentro

La dimensioni più generose hanno regalato un abitacolo decisamente più spazioso. Non solo davanti, ma soprattutto dietro, dove ora i passeggeri viaggiano quasi come re. Il merito è del passo più generoso, ma anche delle proporzioni a tratti più squadrate. E le conseguenze - positive - si fanno sentire anche sul bagagliaio, che passa da 465 a 503 litri. Il vano diventa veramente immenso e risulta ben sfruttabile grazie alla forma squadrata.

La plancia ci ricorda quella della nuova Sorento, che abbiamo scoperto lo scorso anno. A differenza del frontale qui regna grande razionalità e tutto è dove te lo aspetti. Lo schermo de sistema multimediale - da 7 o 8 pollici al centro, i comandi del clima più in baso, semplici e pratici, e il quadro strumenti piuttosto tradizionale, con indicatori tondi analogici e il classico computer di bordo al centro.

Quello che ci colpisce di più però rimane, come su Sorento, la qualità raggiunta in pochissimi anni da Kia. Già migliorati tantissimo sul vecchio modello, i materiali su Sportage IV diventano sorprendenti, capaci di trasmettere un senso di qualità altissimo per il segmento. Un livello nettamente più alto rispetto a quello riscontrato sulla nuova Tucson dei cugini di casa Hyundai.

Tecnologia

Molto buono il livello di tecnologia che si trova a bordo. Il sistema multimediale, già elogiato su Sorento, non è di certo uno dei più avanzati del momento ma offre comunque tutto ciò che serve davvero. E sopratutto è molto facile da utilizzare e veloce nella risposta i comandi dello schermo touch. Una piacevole sorpresa poi è il sistema di ricarica wireless per smartphone, posizionato nel vano portaoggetti di fronte alla leva del cambio.

Non mancano poi una lunga serie di dispositivi di assistenza alla guida. Oltre alla frenata automatica di emergenza, in grado di riconoscere pedoni e veicoli, troviamo il sistema di parcheggio automatico, il Lane Keeping Assist, che aiuta a mantenere la corsia con piccole correzioni di sterzo, il monitoraggio dell’angolo cieco, gli abbaglianti adattivi e la frenata automatica in discesa, utile in fuoristrada. L’unica grave mancanza è il cruise control attivo, che hanno invece già molte competitor. Al suo posto si trova un classico cruise control che però non è in grado di frenare o accelerare automaticamente in base alla condizioni del traffico.

Per gli amanti della musica si fa notare infine l’impianto audio premium firmato JBL con 8 altoparlanti e amplificatore da 320 Watt.

Motorizzazioni

Per quanto riguarda le motorizzazioni Sportage offre una gamma piuttosto completa. Per quanto riguarda i benzina si parte con il classico 1.6 aspirato da 132 CV (solo trazione anteriore e solo manuale) per passare al nuovissimo 1.6 T-GDI turbo da 177 CV (Solo su GT Line con AWD e cambio automatico DCT). I diesel invece aprono le danze con il 1.7 CRDi da 115 CV (solo anteriore e solo manuale, almeno per ora), che sarà senza dubbio il più gettonato in Italia, affiancato dal più corposo 2.0 CRDi da 136 (solo anteriore, manuale o automatico) o 184 CV (solo AWD e solo automatico). La trazione integrale è disponibile quindi solo sui motori più potenti, quindi sul 1.6 T-GDI e sui 2.0 CRDi. Il nuovo automatico a doppia frizione a sette rapporti in Italia è abbinato per ora solo al motore 1.6 turbo benzina. Sul 2.0 diesel invece, oltre al manuale, rimane disponibile con il “vecchio” automatico con convertitore di coppia a sei rapporti. I vertici Kia però ci hanno anticipato che in futuro anche il piccolo diesel 1.7 CRDi si potrà avere con il doppia frizione.

Per quanto riguarda il 2.0 CRDi rimangono tutte le considerazioni già fatte su Sorento. Il motore in sé convince, specialmente nella versione da 184 CV che ha veramente grinta da vendere

Le sue rivali

La gamma e di conseguenza i prezzi sono molto articolati. Il risultato è un’auto con una cifra d’attacco accessibile che può diventare però molto importante sulle versioni più ricche. Il listino si apre infatti con i 21.000 euro dell’allestimento di partenza Active abbinato al motore 1.6 aspirato. Una cifra che diventa 23.500 euro per il più richiesto 1.7 diesel. La più sfiziosa versione GT Line però parte da 34.500 euro (1.6 T-GDI automatica) per salire a 35.250 euro (2.0 CRDi 184 CV). Bisogna infine considerare che il cambio automatico sui diesel da 2.0 litri costa 2.000 euro.

Con queste cifre la nuova Sportage si prepara a dare battaglia ai grandi classici del segmento, a cominciare dalla nuova Volkswagen Tiguan e dalla cugina Hyundai Tucson, per passare a Nissan Qashqai, Renault Kadjar, Mazda CX-5 e Toyota RAV4.

Le nostre impressioni di guida

Iniziamo il nostro test dal 1.6 T-GDI, la vera grande novità che arriva sulla Sportage. Il turbo benzina ad iniezione diretta si rivela subito molto piacevole da guidare. Prima di tutto per la sua eccezionale silenziosità, ma soprattutto perché si dimostra molto pastoso ed elastico. Da’ il meglio di sé soprattutto in basso, tra i 2 e i 3.000 giri ed il merito è proprio della sovralimentazione che lo rendo un motore perfetto per effettuare le continue ripartenze tipiche del traffico cittadino.

A differenza di quanto si potrebbe credere inizialmente, considerati i numeri della scheda tecnica - 177 CV e 265 Nm già a 1.500 giri/min - non è però un motore sportivo. La sua vocazione rimane quella di garantire il massimo comfort e una bella consistenza non appena si sfiora il pedale del gas. Ma niente di più. Una vocazione confermata anche dall’ottimo cambio automatico a doppia frizione che, è bene sottolinearlo, è stato sviluppato in house dal Gruppo Hyundai-Kia. Dolce e sufficientemente veloce negli inserimenti, il doppia frizione coreano diventa l’unica opzione per chi in Italia volesse il nuovo turbo benzina 1.6 T-GDI (all’estero è disponibile anche con il manuale).

1.7 CRDi, grande conferma

Non potevamo evitare di provare però il 1.7 CRDi manuale, vero cavallo di battaglio sul mercato italiano. Il piccolo diesel coreano ora è in grado di erogare un po’ più di coppia rispetto al passato (280 Nm a 1.250 giri/min) ed è diventato ancora più fruibile in basso. Inutile “tirargli il collo”. In alto questa unità perde il suo bel carattere e finisce col diventare inutilmente rumoroso. Molto meglio sfruttarlo in basso, il suo terreno ideale, dove risulta silenziosissimo e sempre pronto a rispondere con brio al pedale del gas. Il manuale a sei marce è sempre sincere, con innesti piuttosto precisi e un’escursione della leva non troppo lunga. A volte però presenta ancora qualche impuntamento e un po’ di ruvidità.

Per quanto riguarda il 2.0 CRDi rimangono tutte le considerazioni già fatte su Sorento. Il motore in sé convince, specialmente nella versione da 184 CV che ha veramente grinta da vendere. Peccato per il cambio automatico, che è rimasto il “vecchio” convertitore di coppia a sei marce. Fino a quando si viaggia tranquilli non ci sono problemi, rimane dolce e piacevole. Ma non chiedetegli sportività, perché appena si preme sul pedale del gas finisce per diventare un po’ goffo nelle logiche di gestione e tende a “strappare” un po’ troppo.

Dobbiamo fare veramente i complimenti ai coreani però per quanto riguarda il telaio. Grazie ad un utilizzo molto più massiccio di acciai ad alta resistenza gli ingegneri Kia sono riusciti ad aumentare notevolmente la rigidità torsionale della scocca. Una particolarità che, insieme al nuovo servosterzo su cremagliera (prima era un classico EPS al piantone, come sulle citycar), rendono Sportage molto più raffinata dal punto di vista del piacere di guida.

In curva è stabile oltre ogni aspettativa, nonostante un peso importante (circa 1.500 - 1.600 kg) e azionare lo sterzo è finalmente diventato un piacere, grazie ad una bella consistenza.

Consumi

Al capitolo consumi abbiamo registrato risultati incoraggianti nel nostro test di primo contatto. Con il 1.6 T-GDI in versione automatica DCT siamo rimasti intorno ai 10 km/l. Il turbo benzina si conferma quindi un motore per chi fa pochi chilometri durante l’anno, ma è anche vero che non ci siamo molto risparmiati con il pedale del gas. Con uno stile di guida più attento si possono percorrere senza problemi 13 km/l, niente male per un SUV di queste dimensioni.

Il piccolo campione rimane però il 1.7 CRDi con cambio manuale. Con lui siamo riusciti a percorrere senza problemi 15 km/l, che possono diventare anche di più ad andature costanti tipiche dell’autostrada. Il 2.0 CRDi automatico da 184 CV invece, dosando con parsimonia il gas, è rimasto intorno agli 8 - 8,5 l/100 km. Ma con uno stile di guida più disinvolto si possono anche superare i 10 l/100 km.

Conclusioni

La nuova Kia Sportage è un’auto che ha si rimette in gioco completamente, ancora una volta. Il design è una rivoluzione e potrà dividere i gusti dei clienti. Ma una cosa è certa: ora è decisamente più imponente, grazie ad una presenza scenica difficile da ignorare.

Sorprende ancora una volta il livello di qualità, soprattutto all’interno dove si raggiunge una cura per i materiali superiore anche a quella dei cugini di Hyundai. Un bel passo avanti anche a livello tecnologico, sebbene manchi inspiegabilmente un cruise control attivo come si usa oggi.

La gamma motori è ben articolata e perfetta per le esigenze del mercato italiano. Peccato solo che per ora il doppia frizione sia disponibile soltanto sul nuovo 1.6 T-GDI. Consigliamo di aspettare a chi lo vorrà sul diesel, visto che prossimamente arriverà sul 1.7 CRDi. Così come a chi aspetta la versione a GPL, già confermata dai vertici di Kia Italia.

Pregi

Abitabilità, si viaggia come re. Anche dietro

Stile: hanno osato tantissimo, aspetto imponente

Qualità: livello sorprendente, meglio dei cugini di Hyundai

Piacere di guida. Il telaio molto più rigido e il nuovo servosterzo su cremagliera lo rendono molto più piacevole da guidare

 

Difetti

Non è disponibile il cruise control attivo

Rumore rotolamento pneumatici un po’ troppo presente in certe circostanze

Cambio automatico 2.0 CRDi troppo “old school”

Il nuovo doppia frizione è un buon cambio, ma per ora c’è solo sul 1.6 turbo benzina

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  • Lunghezza 452 cm
  • Larghezza da 186
    a 187 cm
  • Altezza 165 cm
  • Bagagliaio da 526
    a 1.776 dm3
  • Peso da 1.561
    a 1.905 Kg
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