CIR 2016. Rally Adriatico. È Scandola e d’Amore (Skoda) x4

CIR 2016. Rally Adriatico. È Scandola e d’Amore (Skoda) x4
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Quarto successo consecutivo dell’Equipaggio Skoda Motorsport Italia. Campedelli e Colombini sul podio. Andreucci non in sintonia con una “storia” che non va giù
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
30 maggio 2016

Cingoli, 29 maggio. Umberto Scandola, Guido d’Amore e la Fabia R5 del Team Skoda Italia Motorsport salgono ancora una volta sul gradino più alto della “Terrazza delle Marche”. Più in alto di così…
 


È la quarta volta consecutiva che “Umby” vince il Rally Adriatico, e… non ci sono scuse. Gli avversari non sono mancati, nessuno ha mollato un millibar di pressione nel tentativo di rompere il magnifico incantesimo che durava da tre anni e che ora ne aggiunge un altro, e per l’occasione sono mancati neanche quei fatti nuovi che in altre, meno solide situazioni, possono determinare il crack. Nulla da fare, nessuno ci è riuscito, e anche esserci andati vicini non cambia di una virgola la sostanza che, anzi, si cristallizza nella forma dell’egemonia. Gara interessantissima e combattuta, appassionante, degna cornice nella quale riconoscere la forza e la bellezza di uno dei due grandi, “sopravvissuti” Rally su Terra del Campionati Italiano. Molti l’avevano detto, che sarebbe finita così, e non c’è dubbio che Scandola partisse con i favori nettissimi del pronostico, ma bisogna riconoscere che c’è una bella differenza tra aspettarsi un certo tipo di epilogo e vederlo affermarsi in modo così chiaro. Scandola ha vinto tutto, vale a dire tutto quello che, nei termini dei regolamenti del Campionato e del Rally, diventa un trofeo o un punteggio. In sintesi, due successi di giornata, la vittoria del Rally Adriatico rappresentata da quel podio sulla piazza del municipio di Cingoli di cui sopra, e la massima raccolta di punti utili per la corsa al Campionato nel quale si vede ora rilanciato. Ecco l’occasione per sfoderare un gioco di parole raccapricciante, parlando di full nel poker, ma particolarmente attinente al risultato ottenuto dal veronese.
 


Fino a metà Rally, tutto “regolare”. Scandola vince la prima speciale e va in testa, e quindi si ripete altre tre volte consecutivamente. A due terzi della giornata di gara il suo vantaggio è consistente al punto da consentirgli di tirare i remi in barca e di amministrare. Campedelli, con la BRC a GPL, e Basso, con la BRC a… benzina, non riescono a tenere il passo del leader, e Andreucci era già condannato dal fatto di partire per primo. Basso vince la quinta ma sbaglia nella sesta e ultima, Campedelli, più regolare e a suo agio sulla terra, lo scavalca, e Andreucci raccoglie così un podio insperato. A fine giornata molte sorprese e qualche incognita, ma una sola certezza: Umberto Scandola.
 


La domenica dell’Adriatico, seconda parte del Rally e Gara 2 per il CIR, si apre con la prospettiva della lotteria meteo. Dalle speciali Testoni, “coach” dei Piloti Pirelli, annuncia viscido e forti possibilità di pioggia, e consiglia di andarci piano con le gomme. All’ultima assistenza prima delle due speciali, arriva puntuale la pioggia annunciata, e l’idea di conservare i pneumatici nuovi per il gran finale si rivela ottima. Confermato anche Campedelli nel ruolo di outsider, i due si scambiano due volte le posizioni, la “minaccia” a Scandola si materializza nella figura di Denis Colombini, “spuntato” per l’occasione dal “ritiro spirituale” e in gara con una Fabia gemella di quella di Scandola, e per l’appunto assistita dal Team. La faccenda potrebbe diventare delicata. Colombini, che all’Adriatico ha un buon riferimento, ha vinto nel 2008, rompe gli indugi, vince la seconda Avenale a passa in testa. Nel momento in cui Basso e Andreucci sono costretti per motivi diversi a defilarsi, il Rally assurge al suo momento più intenso. Questione di decimi di secondo, o di scelte tattiche, e l’ultima Avenale, prova conclusiva del Rally, diventa la summa dell’evento marchigiano. Scandola può scegliere se vincere il Rally in assoluta sicurezza, o puntare al massimo dei punti in palio e mettersi in gioco per vincere anche Gara 2. Il Rally l’ha già vinto tre volte, dei punti ha assoluto bisogno, il rischio c’è ma, in uno stato di forma come quello messo in mostra per 11 Speciali, è relativo. La scelta prioritaria diventa d’obbligo, Scandola e D’Amore vincono ancora e due Skoda conquistano i primi due posti di Gara 2. Ciambella riuscita con il buco.
 


Tra podio e ciottolato, in Piazza del Municipio a Cingoli, c’è un autentico spartiacque dell’umore. Sui gradini la felicità è totale e non c’è il minimo rischio di contaminazione incrociata. Scandola ha vinto tutto, passa al secondo posto del CIR e può stampare i biglietti da visita per la prossima partecipazione al WRC2 del Mondiale in Sardegna, Campedelli ha dimostrato quanto vale e “giustificato” la scelta della Squadra, e Colombini, un talento che non ha nulla da dimostrare, si è messo in mostra con un autentico show. Sotto al podio l’aria è pesantina. Poca soddisfazione e qualche contrarietà. Basso non ha dimostrato nulla, forse si chiede o aspetta delle risposte, e Andreucci più che rispondere continua a farsi delle domande che nessuno sembra disposto a raccogliere. In casa Peugeot si “casca sempre ritti”, oggi Giuseppe Testa ha vinto la sua prima gara del Campionato sulla terra e ha concluso la rincorsa alla leadership della Junior. Il CIR resta sulla terra, lo spetta il San Marino.

Ecco la classifica finale

23° Rally Adriatico. Classifica Assoluta Finale. 1. SCANDOLA-D'AMORE (Skoda Fabia) in 1:21'05.2; 2. CAMPEDELLI-FAPPANI (Ford Fiesta R5 Gpl) a 16.0; 3. COLOMBINI-ZANELLA (Skoda Fabia R5) a 36.7; 4. BASSO-GRANAI (Ford Fiesta R5) a 56.8; 5. ANDREUCCI-ANDREUSSI (Peugeot 208 T16) a 1'03.0; 6. DELLA CASA-POZZI (Ford Fiesta) a 2'44.4; 7. TEMPESTINI-BERNACCHINI (Ford Fiesta) a 3'00.6; 8. CECCOLI-CAPOLONGO (Skoda Fabia) a 3'54.3; 9. MARCHIORO-MARCHETTI (Peugeot 207 S2000) a 4'23.6; 10. DALMAZZINI-CIUCCI (Peugeot 207) a 4'35.3; 11. RICCI-PFISTER (Subaru Impreza STI) a 4'53.6; 12. HOELBLING-GRASSI (Skoda Fabia) a 5'21.2; 13. DONETTO-GIOVO (Ford Fiesta) a 5'22.6; 14. BIOLGHINI-FENOLI (Peugeot 208) a 6'30.5; 15. BACCEGA-MENCHINI (Ford Fiesta R5 EVO) a 6'57.2; 16. PANZANI-BALDACCI (Citroen DS3) a 7'15.8; 17. FERRAROTTI-BIZZOCCHI (Renault Clio) a 7'42.4; 18. PICCOLOTTO-LIZZI (Ford Fiesta) a 8'40.8; 19. TESTA-MANGIAROTTI (Peugeot 208 VTI) a 8'41.3; 20. CIUFFI-MORGANTI (Peugeot 208) a 9'50.3.

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