CIR 2017. Andreucci-Andreussi, Peugeot Airlines, Sanremo Totale

CIR 2017. Andreucci-Andreussi, Peugeot Airlines, Sanremo Totale
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Vinta anche la seconda tappa, e vinto il Rally per la quinta volta. Per il CIR sono due successi consecutivi più il “bonus” di tre punti. Per Andreucci, considerato il ritiro di Campedelli e il “tappo” di Paddon, secondo, è il decollo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
1 aprile 2017

Sanremo, 1 Aprile 2017. Risultato completo, pieno. 18 a zero, dice chi fa i conti e considera campionato e avversari, in realtà molto più che un “cappotto” se solo lo si guarda da un punto di vista squisitamente qualitativo. L’Equipaggio Andreucci-Andreussi, salito a Sanremo con qualche piccolo motivo, diciamolo ora, se non di preoccupazione almeno di logica apprensione, torna a casa con una vittoria, la quinta della “classica” ligure, che ha spessore e sapore davvero particolari, gustosi.

Dopo la battaglia del Ciocco, conclusa con il bicchiere mezzo pieno ma soprattutto mezzo vuoto, la seconda Prova del Campionato Italiano poteva essere considerata quella della riscossa, della necessaria conferma, ovvero del risultato a conferma della sensazione, che il “pacchetto” e il lavoro fatto sull’insieme erano effettivamente buoni come la prima giornata de Il Ciocco aveva suggerito. Chiaro che entravano in ballo anche altri fattori, tali da rendere ancor più delicato l’impegno in un Rally incerto, per definizione difficile, quasi un terzo di ritirati, come il Sanremo. C’era, infine, quella ventata di maliziosa insolenza nel volere insinuare, accade puntualmente ogni anno, che si potrebbe anche essere alla fine della parabola Andreucci, e quindi in presenza di succose novità “umane”. Ecco chi suppone, quindi, un CIR “finalmente” particolarmente agguerrito ed “equilibrato”, tanto per ricalcare le orme della migliore pubblicità che si possa fare, e che si fa, a un torneo, ed ecco quindi la destabilizzante e contagiosa sensazione che il mondo possa rovesciarsi da un momento all’altro. Ma non è così, il mondo alla fine sta in piedi come sempre, allo stesso modo e grazie alle stesse “forze”. Figuriamoci il piccolo, grande mondo del CIR che vive dei regali di Organizzatori, Squadre, Equipaggi e Piloti d’eccezione.

Paolo Andreucci e Anna Andreussi si affrettano a attribuire gran parte del completo, doppio successo di Sanremo, Tappa 1, Tappa 2 e Rallye, alla Macchina e alla Squadra. La Peugeot è la stessa 208 T16 del Ciocco, competitiva e “aggiornata”, con in tasca la soluzione definitiva al casuale problema tecnico che l’aveva fermata durante la seconda Tappa del Rally in Toscana. E la Squadra è anch’essa la stessa, Peugeot Sport Italia e il suo braccio armato, FPF Sport dei Fabbri padre e figlio, più un nugolo di pirati intrattabili quando si tratta di spartirsi un bottino. E gli stessi, “intifici” sono, con grande dispiacere dei candidati a una eventuale, perennemente lontana successione, Anna Andreussi e Paolo Andreucci, lo smalto di sempre, la “fame” dei momenti cruciali, anche la saggezza di un’esperienza che sta diventando ogni giorno ed ogni successo di più, carismatica. Ecco, per spiegare come sono andate veramente le cose, per darne un’idea dimensionale espressiva, allora è giusto che si parli di 18 a zero.

Alla fine della prima giornata del Rally, l’abbiamo visto, Andreucci ha “regolato” Campedelli e Paddon, dando un’idea della forza ma confortando più che mai la tesi del Grande Equilibrio, appena disturbata dalla bucatura di Scandola e dal forfait di Nucita. Alla fine della prima giornata, o Tappa se si parla di CIR, il GE era venuto meno, disintegrato dall’errore fatale di Campedelli, la cui machina era ancora lì, incastrata nella macchia mediterranea la mattina dopo, dall’impotenza del pur bravissimo Paddon e dalla sensazione che il volo di Andreucci fosse ormai una trasvolata sul CIR di tipo “lindberghiano”, solitaria.

Il gran finale del Sanremo, o seconda tappa del CIR, non ha fatto altro che rinforzare le sensazioni già forti della lunga serata thriller che l’ha preceduta, tanto è vero che Andreucci, Andreussi e Peugeot hanno raddoppiato su tutta linea, successi & distacchi, trasformando la “sensazione” in una certezza assoluta.

Delle cinque prove speciali disputate, due San Damiano, due lunghe Ginestro-Colle d’Oggia, oltre ventisette chilometri a passaggio, e una Vignai, per un totale di quasi 90 km, Andreucci ha vinto le prime quattro incrementando il vantaggio sui sempre meno probabili inseguitori e “isolando” persino un Campione del calibro di Paddon, che a quel punto consegnava la sua sfida personale al “multiple Italian Champion” e si concentrava nell’obiettivo di macinare sino all’ultimo i chilometri del Sanremo per metterli a frutto nel prossimo, imminente Corsica Mondiale. Perso per strada Campedelli, e nell’impossibilità di superare Paddon, per parte sua Scandola rilevava il ruolo di Pilota regolare e, pagato e ormai messo alle spalle l’errore della prima giornata, una foratura, finiva portando a casa due podi che, nell’ottica del Campionato e della sua preliminare evoluzione, diventano rilevanti. Stessa cosa si dovrebbe dire di Perico, che con un quarto e un quinto è ora il più immediato inseguitore del nuovo leader del CIR, Andreucci con 25,5 punti, anche se l’”immediatezza” vale già la bellezza di sette punti e mezzo di distacco, che salgono a nove nel caso di Campedelli, costretto dal doppio zero di Sanremo all’immobilità di classifica.

Bello e apprensivo il finale del Rally, e nuovo momento di suspense, quando all’inizio dell’ultima Prova ha cominciato a piovere. Date premesse e previsioni nessuno ci voleva credere, tanto è vero che ai mozzi e nei bagagliai delle auto c’erano perlopiù gomme “dure”, vera e propria roulette in caso di asfalto bagnato. Caso ha voluto che il tratto veramente critico fosse limitato agli ultimi 4 chilometri della pur lunghissima Ginestro-Colle d’Oggia, tempestivamente rilevati dal “bollettino” Pirelli, e che levando simultaneamente il piede, in quell’unico caso Andreucci, Paddon e Scandola, comunque al traguardo della Speciale nell’ordine, si lasciassero superare dall’unico Pilota che, rischiando, aveva scommesso su un intero treno di gomme da pioggia. Ed è così che, proprio nel finale, Andrea Nucita vinceva la sua Prova dando un senso migliore all’altalena dei risultati.

Belli anche i risultati di Chentre, quinto posto assoluto e primo del Trofeo Asfalto, di Ferrarotti, sesto, di Fabrizio Andolfi primo del RGT con la 124 Abarth, di Gilardoni che si pone in evidenza tra le due ruote motrici e di Pollara che, oltre al decimo assoluto, vince la prima prova del Campionato Junior e ricorda che il prossimo appuntamento del CIR è la lussuosa 101ma Targa Florio di Casa sua. Sanremo, Rallye di Sanremo. Una Gara sempre eccezionale. Circola la voce che Sergio Maiga stia facendo di tutto per riportare il Sanremo nel circuito Mondiale. L’Architetto sorride e scuote le spalle. Sappiamo tutti che non ci sono le condizioni, non ancora. La domanda resta come provocazione, ma anche e soprattutto come il miglior modo per complimentarsi e definire un Rally che sulla scia della propria Storia non si è mai addormentato sugli allori, e che ogni anno ripropone almeno quell’accenno ai valori che consentirebbero, eccome, di restituire alla Corsa ligure, ma anche italiana e soprattutto Mondiale, quel ruolo che sarebbe pienamente meritato. ​ 

RALLYE SANREMO CIR TAPPA 2 ASSOLUTA: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 55'58.1; 2. Paddon-Marshall (Hyundai I20) a 21.2; 3. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia) a 51.5; 4. Nucita-Vozzo (Skoda Fabia) a 1'37.6; 5. Perico-Turati (Skoda Fabia) a 2'38.8; 6. Chentre-Florean (Hyundai I20) a 3'26.7; 7. Ferrarotti-Caputo (Ford Fiesta) a 3'43.0; 8. Andolfi-Menchini (Abarth 124 Rally) a 4'38.2; 9. Gache-Belhacene (Abarth 124 Rally) a 5'53.4; 10. Katsuta-Salinen (Ford Fiesta) a 6'28.5.

64° RALLYE SANREMO FINALE ASSOLUTA: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1:53'35.3; 2. Paddon-Marshall (Hyundai I20) a 38.6; 3. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia) a 1'16.5; 4. Perico-Turati (Skoda Fabia) a 3'34.4; 5. Chentre-Florean (Hyundai I20) a 5'33.3; 6. Ferrarotti-Caputo (Ford Fiesta) a 8'33.6; 7. Andolfi-Menchini (Abarth 124 Rally) a 9'22.3; 8. Gilardoni-Bonato (Renault Clio) a 12'26.3; 9. Gache-Belhacene (Abarth 124 Rally) a 12'48.3; 10. Pollara-Princiotto (Peugeot 208 Vti) a 13'44.5.

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