Land Rover e Jaguar electric Drive Module: nuove piattaforme per l'ibrido

Il mondo dell'automobile strizza sempre di più l'occhio alla mobilità sostenibile ed al settore ibrido. Leggendo in pieno queste tendenze e queste tematiche, Jaguar e Land Rover hanno sviluppato una nuova piattaforma che vedrà il proprio utilizzo per una nuova generazione di vetture.

Il pianale, chiamato electric Drive Module, sarà la base delle future auto del gruppo, e potrà essere utilizzato sia per vetture plug-in che completamente elettriche. Per il gruppo Jaguar-Land Rover, questa nuova tipologia di piattaforma sarebbe in grado di ospitare unità motrici capaci di generare il doppio della coppia e della potenza di ogni altro motogeneratore elettrico attualmente in commercio.

Saranno ben tre i concept del gruppo che vedremo al prossimo Salone di Francoforte: Concept_ MHEV, Concept_e PHEV e Concept_e BEV.

Il primo è realizzato su base Range Rover Evoque. Si tratta ti una vettura capace di sprigionare 90 cavalli di potenza grazie al motore termico, un prototipo a diesel, oltre ai 20 del motore elettrico da 48V, posto a sandwich tra il propulsore ed la scatola del cambio a nove velocità.

La Concept_e PHEV è, nelle apparenze, una Range Rover Sport plug-in hybrid, che al proprio interno ospita un motore da 300 cavalli – anche in questo caso, si tratta di un prototipo a diesel – oltre a una batteria agli ioni di litio e ad un motore elettrico da 204 cavalli.

In ultima istanza, troviamo la Concept_e BEV. Veicolo totalmente elettrico, monta un motore per ciascun asse: all'anteriore da 115 cavalli e da 197 al retrotreno.

Wolfgang Epple, Direttore del reparto Ricerca e Tecnologia, è soddisfatto del lavoro svolto. «Questo è frutto di un progetto di ricerca a lungo termine di Jaguar Land Rover, volta ad esplorare gli aspetti delle future vetture ibride ed elettriche. Le Concept_e ci permetteranno di testare e sviluppare tutto il potenziale delle nuove tecnologie che potranno essere parte della nostra nuova visione per una mobilità ad emissioni zero oltre il 2020.»