Salone di Ginevra 2017, Luca De Meo (Seat): «Puntiamo sulla connettività»

Salone di Ginevra 2017, Luca De Meo (Seat): «Puntiamo sulla connettività»
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Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
Luca De Meo, a capo del brand Seat, ci racconta la strategia di rinnovo della gamma e i motivi che stanno portando ai risultati positivi degli ultimi 4 anni
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
9 marzo 2017

Punti chiave

Quello incontrato a Ginevra è un Luca De Meo entusiasta di raccontarci i frutti positivi a livello commerciale di Seat, che aumenta nel fatturato, cresce nelle quote di mercato e produce utili.
 
«Inizio a parlarvi del passato recente di Seat: il 2016 è stato un anno tra i più positivi, il quarto consecutivo in termini di crescita di volumi e fatturato. Il dato del + 30% rispetto al 2012, anno in cui è iniziata la svolta, è dovuto ad una crescita in tutti i mercati d’Europa: in particolare, a renderci soddisfatti è la qualità della performance economica. Se infatti dal 2008 eravamo in perdita, ora siamo approdati in territorio positivo. Le cifre saranno rese note in occasione della diffusione dei dati ufficiali del marchio, ma già da ora posso anticipare che iniziamo a raccogliere i frutti del grande sforzo degli ultimi anni.
 
Siamo nel pieno della fase offensiva di prodotto più impegnativa nella storia Seat: ora arriva la Ibiza, che per noi è un prodotto speciale, quasi un simbolo per la nostra azienda, insieme a tante altre novità.
 
Ci tengo a rimarcare come finalmente siamo diventati un brand protagonista, grazie ai nuovi prodotti che danno un’immagine di azienda fresca e dinamica: la nostra offerta, che prima copriva meno del 50% del mercato, ora è arrivata al 75%.
 

Per il futuro prossimo, è chiaro che saremo impegnati con una proposta nel segmento delle vetture elettriche: stiamo lavorando per essere presenti in questo contesto prima del 2020, sfruttando anche la nostra posizione privilegiata di poter “pescare“ competenze già presenti all’interno del Gruppo.

 
Ed il discorso dell’auto elettrica si connette a quello che vede le vetture di domani al centro di un ecosistema digitale, fatto di navigazione predittiva e servizi che creano connessioni e quindi business. Vanno viste in tale ottica alcune nostre recenti iniziative, come quella di avere uno “Spazio Seat“ all’interno del più grande incubatore di star up digitali di Barcellona, una maniera per intercettare le migliori idee e la creatività digitale da mettere a disposizione dell’equipaggio all’interno di una vettura. Altro esempio di come Seat si guardi intorno per creare relazioni, la presenza al Mobile World Congress accanto a Nokia e Microsoft con cui nel futuro immediato avremo molte opportunità comuni».
 

La transizione verso gli obiettivi di contenimento delle emissioni 2020/25 imporrà spese importanti ed investimenti cospicui: auto ibride, plug-in ed elettriche saranno sempre più diffuse

 

 
Com’è stato il primo anno al vertice di Seat?
 
«Come sapete, provengo da un’esperienza nell’area premium (Audi, ma prima ancora da Fiat, ndr) e devo dire che lavorare in Seat è divertente perché si entra in una dimensione dinamica e stimolante. C’è molta voglia di fare: intanto c’è da portare a termine il piano già stabilito fino a fine decade, e soprattutto c’è da immaginare il ruolo di Seat sul mercato a partire dal 2020. Senz’altro molte carte si mischieranno e, se saremo bravi, avremo l’occasione per essere protagonisti sulla griglia di partenza». 
 
Si è accennato alla possibilità di attingere tecnologia dal Gruppo: avete in programma modelli ibridi?
 
«La transizione verso gli obiettivi di contenimento delle emissioni 2020/25 imporrà spese importanti ed investimenti cospicui: auto ibride, plug-in ed elettriche saranno sempre più diffuse. Non avendo una clientela premium, dovremo riuscire a proporre il prodotto giusto al prezzo giusto, attenti a non esagerare nelle dotazioni per non appesantire il listino. Non sempre essere i più rapidi è un vantaggio: meglio procedere con il passo giusto».
 
La recente acquisizione di Opel comporterà tensioni e turbolenze di prezzo nei segmenti inferiori?
 
«Questa domanda andrebbe rivolta a PSA: dobbiamo prima capire quali sono le loro intenzioni e le strategie. Per conto nostro, puntiamo a rafforzare i punti di forza: a memoria, non c’è mai stato un periodo come oggi, con tante cartucce in tasca».

 

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