Marchionne al Salone di Ginevra: «Riportare l’Alfa in F1, mi piacerebbe molto»

Marchionne al Salone di Ginevra: «Riportare l’Alfa in F1, mi piacerebbe molto»
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Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
Competere ai massimi livelli è nel DNA di Alfa Romeo e Ferrari potrebbe farle da spalla. Per Volkswagen rientrare in F1 dovrebbe essere un atto dovuto
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
1 marzo 2016

«Mi piacerebbe molto riportare Alfa Romeo in Formula 1. Competere in pista è nel DNA del marchio e per questo Alfa farebbe molto bene. Ferrari potrebbe farle da spalla, così come ha fatto con Toro Rosso, magari proprio fornendo i motori. Ma la F1 costa tantissimo e prima di pensare ad entrarci dobbiamo affrontare le priorità commerciali. Magari dopo la Giulia e l’ingresso sul mercato di un secondo modello, potremmo pensarci e sarebbe certamente una grandissima cosa».

«VW in F1? Ci speravo»

Tante sono le domande rivolte al numero uno del Gruppo FCA Sergio Marchionne nella conferenza stampa che si è tenuta il primo giorno del Salone di Ginevra 2016. «Anche per un Gruppo come Volkswagen il rientro in F1 dovrebbe essere un atto dovuto. Speravo che lo facesse Audi prima che il Dieselgate fermasse tutto».

«Per quanto riguarda Ferrari invece confermo che la macchina c’è, che la Power Unit funziona molto bene e che i piloti sono contenti. Siamo fiduciosi e vogliamo partire in prima fila in Australia. Ma fare previsioni oggi sulla vittoria già alla prima gara è impossibile, non ci fidiamo della Mercedes, sono troppo calmi. La Ferrari è molto competitiva ma finché i tedeschi non scopriranno le vere carte, è difficile fare previsioni»

«Riguardo all’idea di riorganizzare le qualifiche delle gare diventa difficile farlo oggi basandosi solo sulle uscite di Ecclestone, che peraltro non sono nemmeno seguite da tutti i Team, bisognerebbe sedersi a un tavolo e ragionarci bene».

«I ritardi della Giulia? Eravamo immaturi»

Passando al prodotto, Marchionne continua «I ritardi accumulati da Giulia erano fondamentalmente dovuti alla nostra “immaturità”. Non si poteva pensare di anticipare i tempi del lancio di un modello così rivoluzionario e importante per poi rischiare l’imbarazzo di dover ritirare l’auto perché qualcosa non funzionava. Raggiungere il livello tecnologico dei tedeschi è stato un lavoro importante che ha richiesto dei tempi adeguati».

«Oggi il know-how e la dotazione tecnologica del Gruppo FCA sono assolutamente allineati agli altri. E’ solo una questione di costi e vantaggi. La tecnologia si può acquistare, ma bisogna valutare se è il caso di farlo. Probabilmente su auto come Levante e Giulia sì, e infatti lo stiamo facendo, mentre avere una Panda che guida da sola e costa 25.000 Euro non ha senso. E’ inutile scapicollarsi in annunci “da Salone” per poi fare macchine che perdono soldi, non è una bella scelta e noi non la condividiamo».

«Riguardo alla tecnologia ibrida plug-in, già in dotazione su Chrysler, nei prossimi 3/4 anni sarà portata anche su Jeep e contribuirà alla grande offensiva di prodotto che sta caratterizzando il nuovo corso di FCA».

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