Filiera dell'auto: «No ad altre tasse con bonus-malus»

Filiera dell'auto: «No ad altre tasse con bonus-malus»
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Anfia, Federauto e Unrae dopo l'incontro con Di Maio si dicono scettiche sul meccanismo che punisce le auto che consumano di più
12 dicembre 2018

La filiera italiana dell'auto, rappresentata da Anfia, Federauto e Unrae, dopo il tavolo con Luigi Di Maio sul tema bonus-malus esprime «apprezzamento per la posizione espressa dal Ministro riguardo la volontà di non introdurre alcuna ulteriore forma di tassazione a danno degli automobilisti italiani».

Dall'altro canto, però, si dice contraria al meccanismo del “malus” che penalizzerebbe le vetture con emissioni di CO2 superiori a 110 g/km: «L’introduzione di una qualsivoglia forma di “malus” si tradurrebbe nel 2019 in una diminuzione delle vendite di auto nuove stimata tra l’8 ed il 12% rispetto alla chiusura del corrente anno - che già evidenzia un pesante rallentamento - con una conseguente perdita di gettito erariale per mancati incassi da IVA e IPT stimabile in una cifra superiore a mezzo miliardo di euro».

«Le associazioni – spiegano in una nota congiunta - ribadendo la loro netta opposizione all’attuale proposta contenuta nella manovra finanziaria approvata dalla Camera dei Deputati che, così come impostata, si tradurrebbe inoltre in un serio fattore di destabilizzazione per il settore, mettendone anche a rischio l’occupazione, richiedono al Ministro dello Sviluppo Economico un supplemento di riflessione per indirizzare la politica nazionale verso la mobilità a basse emissioni sostenendo anche l’infrastrutturazione con una più capillare diffusione delle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, magari con la formula del credito d'imposta ampiamente utilizzato dalle famiglie italiane nel settore delle ristrutturazioni edilizie.

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