Al lavoro in bici invece che in auto: lo fareste per soldi?

Al lavoro in bici invece che in auto: lo fareste per soldi?
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Si chiama Bike-to-work: usare la bicicletta e lasciare l'auto in garage... una scelta di vita, meglio se con un aiutino economico
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
12 maggio 2024

La più recente in ordine di tempo è stata Firenze, prima tra le grandi città a sostenere con un supporto economico il Bike-to-Work, ovvero l'suo delle due ruote al posto dell'auto per coprire il percorso quotidiano casa-lavoro-casa: il comune gigliato incentiva chi usa la bici, erogando fino a 20 centesimi per chilometro percorso e 30 euro/mese. 

Il progetto partirà il 3 giugno, Giornata Mondiale della Bicicletta, ma le domande di adesione sono possibili dal 13 maggio: la finalità è promuovere l’uso della bicicletta per tutti gli spostamenti sistematici, non solo quelli casa-lavoro ma anche quelli casa-scuola-università, e per questi percorsi l’incentivo sarà maggiore, fino a 0.2€/km; si potranno impostare fino a due percorsi casa-scuola e casa-lavoro per venire incontro alle esigenze di chi ha più sedi di studio o lavoro.

Viene inoltre promosso l’uso della bici sugli altri spostamenti con destinazione generica (purché svolti dai cittadini di Firenze all’interno del Comune dal lunedì al venerdì), riducendo così l'impatto dei mezzi a motore; per godere del contributo sarà possibile utilizzare biciclette, muscolari o a pedalata assistita; per queste ultime, e-bike e cargo-bike, dal Comune da giugno ne sarà anche incentivato l’acquisto.

Il caso di Firenze non è isolato, anzi: l'Emilia-Romagna ha recepito le istanze di mobilità del “Decreto Rilancio” e per il post-pandemia ha stanziato 3,3 milioni di euro per il progetto “Bike to Work - Bonus bici”, che consente di erogare fino a 50 euro mensili ai lavoratori che scelgono le due ruote per andare in azienda, oltre a prevedere incentivi per agli abbonati ferroviari per l'acquisto di bici pieghevoli utilizzate per gli spostamenti da e per il posto auto o bus, sui quali in questo caso non si paga il biglietto a bordo come previsto per una bici tradizionale, quindi un incentivo per i pendolari.

Ancora, chi utilizza le due ruote negli spostamenti casa-lavoro potrà ricevere 15 centesimi per ogni km pedalato, sia in andata che per il ritorno; l'incentivo, che arriva direttamente in busta paga, potrà arrivare fino a 400 euro in un anno o fino a 200 euro se si abita in una città diversa rispetto a quella della sede di lavoro e si usa la bici insieme ad altri mezzi pubblici (treno o bus).

È però Trento il capoluogo capofila del “Bike-to-Work”: sulla scia di quanto da tempo accade nel Nord Europa, sono ormai oltre il 70% i dipendenti pubblici del capoluogo trentino che in cambio di un indennizzo e uno sconto del 30% sull'abbonamento dei mezzi pubblici hanno rinunciato all'auto.

Un progetto sposato anche da una trentina di aziende private, che hanno siglato un accordo con l'amministrazione per un totale di quasi diecimila lavoratori, cui vanno aggiunti gli studenti dell'Università di Trento, partner dell'iniziativa; la vera svolta positiva per il decollo del progetto è arrivata con la scelta di allestire parcheggi protetti per le bici nei luoghi di lavoro, insieme alla realizzazione di servizi di docce e spogliatoi dove cambiarsi d'abito una volta scesi di sella.

Le diverse amministrazioni locali sono convinte che i benefici del Bici-to-Work, modalità di spostamento particolarmente popolare nei Paesi del Nord Europa, saranno subito evidenti nel controllo della qualità dell'aria in ambito urbano; nel calcolare le proprie emissioni di Co2, tolte quelle ridotte grazie alla mobilità sostenibile, ogni Comune potrà poi compensare le rimanenti non acquistando crediti, ma mettendo a dimora nuove piante.
 

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