Concessionari: la chiave del successo è la riorganizzazione aziendale

Concessionari: la chiave del successo è la riorganizzazione aziendale
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Giovanni Cadamuro, Direttore organizzazione & sviluppo (COO) del Gruppo Autostar SpA, ha portato l'attenzione sull'importanza della riorganizzazione dei processi e delle risorse umane per ottenere uno sviluppo equilibrato del business in una concessionaria
31 ottobre 2014

Milano - In occasione di Automotive Forum 2014, l'evento organizzato da Quintegia per suggerire nuovi scenari capaci di rilanciare il mondo dell'auto, Giovanni Cadamuro, Direttore organizzazione & sviluppo (COO) del Gruppo Autostar SpA, che ha portato l'attenzione sull'importanza della riorganizzazione dei processi e delle risorse umane per ottenere uno sviluppo equilibrato del business in una concessionaria. Cadamuro ha illustrato il percorso che l’azienda ha intrapreso per consolidare i risultati e cogliere le opportunità che il mercato presenta, mettendo in luce la necessità di coniugare la presenza fisica sul territorio con la dimensione digitale che offre nuove prospettive di business.


Un Gruppo come Autostar, con qualcosa come 8 sedi sparse tra le province di Venezia, Udine, Pordenone e Gorizia e con ben cinque marchi da gestire (Mercedes, smart, BMW, BMW Motorrad e Mini) deve elaborare strategie di mercato ben strutturate per gestire una realtà aziendale di simile complessità. In questi casi infatti i rischi sono connessi al mantenimento dell'efficienza operativa e del presidio di mercato, ma anche al frazionamento dei sistemi informativi e, perché no, al cannibalismo tra i diversi marchi. Un Gruppo così grande e articolato necessita prima di tutto di ridurre i difetti per snellire le procedure e velocizzare i processi. L'obiettivo è quello di aumentare il fatturato e di migliorare il margine operativo lordo.

mercato auto
Per riorganizzare la struttura aziendale è fondamentale comunicare in maniera corretta e convincete con i propri collaboratori

Parola chiave: ottimizzazione

Per generare efficienze di breve e di medio periodo occorre semplificare e ottimizzare la struttura organizzativa e le operazioni, rendere più efficace il governo delle risorse, ridurre tempi operativi centrali (time to market), velocizzare e misurare le difettosità dei processi, introdurre sistemi di incentivazione dei virtuosi e migliorare la capacità di competere, aumentando la generazione di leads.


Lo sviluppo qualitativo e il miglioramento complessivo delle performance sono finalizzati sempre incrementare la soddisfazione del cliente. La strategia per mettere in pratica un piano di questo tipo si basa su tre punti fondamentali. Prima di tutto bisogna costruire un’infrastruttura organizzativa per ASA dotate di responsabile (oltre il concetto di fiduciario), di budget (oltre il concetto di target) e di CE mensilizzato (oltre i volumi) funzionale ad assicurare lo sviluppo d’impresa da un punto di vista reddituale. Poi bisogna realizzare un sistema di gestione e controllo, fondata su un'architettura di sistema processiva (oltre le abitudini consolidate), introducendo sistemi di rilevazione costanti quali/quantitativi per l’orientamento previsionale. Infine è necessario costruire un eco‐sistema di gestione della conoscenza delle risorse umane destinate a gestire l’innovazione per lo sviluppo costante delle competenze, dell’attitudine e della qualità.

Le persone, di solito, provano a resistere in tutti i modi a qualunque processo di cambiamento. Sarà difficile, dunque, ottenere la loro piena collaborazione


Per mettere in atto un grande cambiamento è fondamentale poi la comunicazione. Un'organizzazione che pianifichi di condurre una riorganizzazione interna deve assicurare di saper mettere a disposizione i giusti canali perché il flusso di informazioni tra chi conduce, chi impara e tutte le altre entità interessate si incanalino nella maniera corretta. Le persone, di solito, provano a resistere in tutti i modi a qualunque processo di cambiamento. Sarà difficile, dunque, ottenere la loro piena collaborazione durante l'implementazione del progetto riorganizzativo. L'unico modo per risolvere questo problema è quello di coinvolgere al massimo i responsabili dei dipartimenti aziendali coinvolti nel processo formativo e la Direzione che non dovrà “viaggiare responsabilmente distaccata”.

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