Furti elettronici: 15 secondi e l’auto sparisce!

Furti elettronici: 15 secondi e l’auto sparisce!
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
I furti elettronici colpiscono soprattutto le vetture premium: un fenomeno in preoccupante crescita
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
23 settembre 2016

Il tempo di dare un’occhiata allo smartphone, di accompagnare i ragazzi al cancello di scuola o di fermarsi all’edicola per prendere il giornale: lo spazio di un sospiro, o poco più, può bastare per dire addio alla propria vettura.

Ai Bolt del furto d'auto possono bastare anche soli 15 secondi per portare a termine la loro opera: grazie ai sistemi elettronici, le “sottrazioni hi-tech“ sono ormai arrivare quasi al 10% del totale in Europa, che significa almeno 40.000 vetture per un valore totale di circa 800 milioni di euro.

Cifre, soprattutto quest’ultima, piuttosto importanti, perché la percentuale dei furti sale al 20%-30% per le vetture di ultima generazione, sul mercato da meno di 5 anni, con un occhio particolare per i modelli premium: tra quelli presi più di mira la Mercedes Serie E, diversi vetture BMW (come Serie 3, 5, X5 e X6) e l’intera gamma Range Rover.

Negli ultimi dieci anni le tecniche di furto si sono rapidamente affinate, seguendo e spesso superando le evoluzioni tecnologiche delle Case (dal sistema immobilizer alle Smart Key).

Alle tradizionali e rudimentali modalità utilizzate in passato per rubare veicoli (rottura del finestrino, forzatura della serratura di una delle portiere o del bagagliaio, furto delle chiavi), si sono affiancate tecniche più ingegnose e meno rischiose, “ad alto tasso tecnologico”, in grado di beffare il proprietario della vettura anche quando si crede al sicuro.

Un fenomeno più consolidato nei principali mercati dell’Europa occidentale e degli USA, ma attivo anche da noi: in Italia sempre più spesso vengono recuperate auto rubate che non presentano evidenti segni di effrazione, a dimostrazione che i ladri hanno agito mettendo fuori uso con strumenti elettronici i sistemi di protezione del veicolo.

Una pratica che oggi riguarda il 20% dei furti realizzati soprattutto nelle aree del centro-nord Italia, dove i ladri si affidano al prezioso supporto delle nuove tecnologie e che sembra inevitabilmente destinata a crescere nei prossimi anni.

I dispositivi oggi più utilizzati per portare a termine “furti d’auto hi-tech” sono i “sistemi di ri-programmazione della chiave” che, attraverso la connessione alle porte OBD (diagnostica a bordo) del veicolo, consentono di ottenere una nuova chiave in meno di un minuto, in alcuni casi anche in soli 15 secondi.

Tra le altre tecniche che evidenziano una consistente crescita: la clonazione del transponder di apertura delle porte e accensione, la ripetizione del suo segnale catturato e inviato al veicolo anche quando il proprietario è lontano, la sostituzione delle componenti elettroniche a bordo con altre già modificate e l’uso di dispositivi in grado di superare l’immobilizer integrato nelle vetture.

L’analisi approfondita del fenomeno è stata fatta da LoJack Italia, specialista in rilevamento e recupero di beni rubati, che ha raccolto e analizzato i dati e i trend forniti dall’agenzia europea SBD, attiva nel campo della sicurezza delle auto, e li ha integrati con quelli provenienti dai corpi di Polizia europei.

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