Bollo per le auto storiche. Il patrimonio andrà distrutto o finirà all'estero?

Bollo per le auto storiche. Il patrimonio andrà distrutto o finirà all'estero?
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Toni aspri dal Presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, Roberto Loi che spara a zero sulla Legge di Stabilità 2015. Metterà ancor più in crisi il settore e l'Italia
23 dicembre 2014

«Il risultato di due mesi di lavoro costante e mirato a far conoscere la realtà del motorismo storico a chi avrebbe dovuto decidere sulle sorti della Finanziaria non può rendermi soddisfatto. Nulla facendo avrei ottenuto lo stesso risultato». Inizia così, l'avvocato Roberto Loi, amareggiato e triste per quanto vede stagliarsi nel futuro ovvero un insano e insensato accanimento sul settore delle auto e delle moto storiche di interesse collezionistico. È allibito perché sembra giustamente e comprensibilmente non capire come il bollo di veicoli di 20-30 anni possa salvare l'Italia dal baratro.


«Se così fosse... Sarei orgoglioso di essere presidente di una associazione che dovrebbe cambiare nome non più Automotoclub Storico Italiano, ma Associazione Salva Italia».

 

L'avvocato porta alla luce poi un altro aspetto ovvero quello delle migliaia di persone, artigiani, imprenditori che operano e vivono in questo settore.

«Avevamo proposto un monitoraggio a sei mesi per capire quali sarebbero state le conseguenze del provvedimento. Anche questo non è stato gradito. Forse per timore che ASI, come altre “Cassandre” potesse aver ragione? Certo non potremo più fare corsi di restauro di 800 ore, anche perché questi ragazzi venuti a Torino da tutta Italia saranno più amareggiati di noi per aver abbandonato le proprie residenze, essersi creati dei sogni sul miglioramento delle proprie capacità e poi vedere il tutto finito in fumo. Non potremo più aiutare le Università, come fatto con quella dell’Aquila e col Politecnico di Torino. Non potremo più aiutare i comuni terremotati come fatto con Crevalcore. Faremo meno raduni ed anche il Turismo dovrà subire le conseguenze negative da questa stretta impostaci». Continua come un fiume in piena il presidente ASI.

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Molte vetture verranno demolite o radiate per l'espoertazione


La rabbia è giustamente quella di chi si sente dire che in Italia il motorismo storico è stato per anni favorito dall'esenzione a vent'anni del bollo anziché a venticinque o trenta come nel resto d'Europa, tralasciando di dire però che solo il nostro Paese ha una patrimoniale sul motorismo storico. Infatti, negli altri Paesi d'Europa, le tasse sono applicate solo in caso di circolazione. È bene perciò ricordare che solo la Germania ha le tasse automobilistiche più alte delle nostre. Tutti gli altri Paesi chiedono meno, fino ad arrivare alla Francia dove lo stato non richiede alcun tipo di tassa sui veicoli, ne patrimoniale ne di circolazione.

 

«Sarebbe stato giusto mantenere l’esenzione a vent’anni perché in tale periodo gli Italiani pagano molto di più di quanto paghino in venticinque o trent’anni i cittadini europei» prosegue Roberto Loi.


E conclude con toni apri nei confronti di chi, sembra avere azioni deliranti alla ricerca dell'elisir di salvezza.

 

«È chiaro che se vedrò che i soldi entrati, pochi, ma comunque spesi beni, potranno sollevare l’economia Italiana, dovrò ringraziare il Signor Renzi di quello che fa per tutti noi e magari anche invitarlo ad un raduno di auto storiche affinché possa conoscere i veicoli e i possessori degli stessi, nostri tesserati. Ragioneremo comunque sul da farsi per cercare di mitigare le conseguenze negative prospettate». 

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