Moiseev, Kaspersky Lab: «Guida autonoma? Prima ci vogliono strade intelligenti»

Moiseev, Kaspersky Lab: «Guida autonoma? Prima ci vogliono strade intelligenti»
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Paolo Ciccarone
Abbiamo incontrato Alex Moiseev, managing director Europe di Kaspersky Lab, per discutere di guida autonoma e di F1
21 luglio 2016

Una passione per le corse, tanto che con una Ferrari 458 GT3 del team Ferrari disputa il campionato europeo, e una passione per i computer. Alex Moiseev è manager director Europe per Kaspersky Lab ed è un a figura di spicco nella Ferrari. Non è infatti il solito sponsor che applica le etichette su una vettura, Kaspersky è un partner importante nello sviluppo dei sistemi elettronici. Moiseev parla benissimo l’italiano, avendo vissuto a Roma per diversi anni come responsabile della sezione italiana e poi, frequentando la Ferrari e l’ambiente dell’AF Corse a Piacenza, ha pure un accento emiliano che non stona con il pragmatismo russo. Con Moiseev si è parlato di automazione, di auto a guida autonoma e gli sviluppi della F.1.

Smetteremo di guidare? “no affatto – ci dice – i sistemi di guida autonoma o assistita sono già presenti sul mercato e li stiamo usando continuamente, magari senza accorgercene. Infatti, su una vettura stradale oggi ci sono una ventina di computer che dialogano fra loro capiscono cosa succede e intervengono. Non ce ne accorgiamo nemmeno, ma da anni i sistemi di aiuto esistono, la guida autonoma è solo un passo successivo alla guida assistita”.

L’auto intesa come computer è un sistema elettronico che deve dialogare con l’ambiente circostante. Ebbene, prima dell’auto che si guida da sola ci vogliono le strade intelligenti. Oggi abbiamo visto che i problemi principali sono quelli della comunicazione, una vettura reagisce in base ai segnali esterni, ma se dall’esterno non arrivano segnali o sono sbagliati, sarà sbagliata la decisione della vettura

Quindi sarà il computer in futuro a guidare la nostra auto, non è bello specie per chi ama pilotare le vetture…”Più che parlare di auto che si guidano da sole farei un passo indietro. Infatti l’auto intesa come computer è un sistema elettronico che deve dialogare con l’ambiente circostante. Ebbene, prima dell’auto che si guida da sola ci vogliono le strade intelligenti. Oggi abbiamo visto che i problemi principali sono quelli della comunicazione, una vettura reagisce in base ai segnali esterni, ma se dall’esterno non arrivano segnali o sono sbagliati, sarà sbagliata la decisione della vettura. Prima di investire sulle auto, come sta accadendo, bisognerebbe investire sulle smart road, strade che dialoghino, che avvisino del cambio delle condizioni stradali, se piove, se c’è sporco o scivoloso, oppure se c’è colonna o incidenti davanti a noi, che scambino informazioni fra chi percorre la rete e chi la deve usare. Prima di guidare da soli, occorre capire che questo è in punto basilare”.

C’è però un altro aspetto importante, la sicurezza del sistema, se si guasta e finisco contro un camion come successo di recente con dei sistemi semiautomatici? “Prima di pensare ai segnali noi di Kaspersky poniamo l’accento su un altro problema: la sicurezza informatica. Non c’è solo l’auto che non legge il segnale e si schianta, ci devono essere segnali importanti che impediscano a un malintenzionato di prendere il controllo della vettura. Visto che ci sono tanti computer su un’auto, devo garantire che nessuno possa intromettersi nel funzionamento del cambio, della frenata, dell’acceleratore. Invece che fare un incidente l’elettronica potrebbe servire per rapire una persona, costringerla ad andare dove non vuole, magari finire nelle mani di un malintenzionato, quindi i sistemi devono essere tutti doppi, in grado di parlare fra loro e impedire manomissioni esterne, questo è prioritario”.

Comprendiamo benissimo, ma i sistemi elettronici attuali sono sicuri? Sono a prova di hacker? “Non esistono sistemi sicuri al 100 per 100, sono tutti vulnerabili, se li fai sai anche come aggirarli. Quello che invece si può fare è rendere i sistemi di accesso difficili da violare. In pratica, non dico che la mia auto sia impossibile da dirottare, ma per farlo devi spendere talmente tanto in ricerca e sviluppo che il risultato finale non ne guadagna. In pratica devo fare in modo che il gioco non valga la candela come dite in Italia. Devo spendere milioni di euro per deviare una macchina, bloccarla e poi? Che ci guadagno? Non ne vale la pena e quindi non spendo i milioni e la mia auto è sicura…”.

Su una F.1 ci sono decine di computer, il volante stesso è un computer, ci sono funzioni varie che interagiscono fra loro, lo scopo è la miglior prestazione in gara, ma se trasferisci queste informazioni, il metodo di lavoro e quello che impari su strada, fai un passo in avanti da giganti che la sola ricerca stradale non consente

Parlando di strade abbiamo ancora degli anni davanti, ma perché Kaspersky è presente in F.1 con la Ferrari? “Intanto per farci conoscere, poi perché le problematiche della F.1 sono incredibili, in un minuto e trenta secondi di un giro di pista ci sono milioni di dati da analizzare, comprendere e magari correggere, e questo nonostante le limitazioni regolamentari. Capire, reagire e superare i problemi curva per curva rappresenta una palestra unica, un sistema infallibile per migliorare le nostre capacità e di tutti coloro che si sfidano in pista. Su una F.1 ci sono decine di computer, il volante stesso è un computer, ci sono funzioni varie che interagiscono fra loro, lo scopo è la miglior prestazione in gara, ma se trasferisci queste informazioni, il metodo di lavoro e quello che impari su strada, fai un passo in avanti da giganti che la sola ricerca stradale non consente o non ti fa avere nello stesso tempo in cui la impari in F.1”. E la sua carriera da pilota? “Carriera, mi diverte guidare e poi con una Ferrari è più bello. Ho la passione per le corse, forse questo spiega tutto”.

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