Aston Martin DB9 2ª serie (2013-17)

Aston Martin DB9 2ª serie (2013-17)

Perchè comprarla

Lusso estremo, con classe marcatamente british e un motore esagerato sotto il cofano, questi tre motivi reali, “Ma perché è una Aston”, direbbero semplicemente oltre Manica. Indipendentemente dal fascino tutto inglese, che per alcuni potrebbe già bastare, si tratta oggettivamente di una vettura fuori dal comune, di quelle che possono far sognare ancora, ai giorni nostri. Sportiva, bella, elegante, potente e piena di connotazioni tecniche di alto livello. Una poderosa GT stradale quattro posti, poco oltre i 4,70 metri in lunghezza e dalla massa equiparata lungo i due assi; auto per pochissimi, in cui trovare il massimo di gratificazione in quanto a lusso e feeling motoristico, con un dodici cilindri 6.0 da quasi 520 CV e velocità raggiungibile prossima ai 300 Km/h. Forse la DB9 non è oggi il massimo in chiave futurista, rapportata al prezzo da fuori serie, quindi non perfetta per chi rincorra l’innovazione galoppante su ogni fronte possibile del veicolo, o l’esasperazione sportiva. La tecnica usata sotto il bel vestito, fatto di materiali pregiati tanto per l’esterno quanto per gli interni (stile a opera di Henrik Fisker), denota anch’essa un “taglio” britannico: semplice nei concetti base, ma con qualche soluzione non comune a molte altre vetture del segmento, italiane o tedesche. Trasmissione automatica, sospensioni attive (ADS su tre livelli), impianto frenante carbonio ceramica e quanto serva alla sicurezza nella guida a trazione posteriore di alto livello non manca, lo spazio posteriore invece un po’ sì. Alla guida, oltre i classici quattro elementi circolari sul cruscotto, ci si trova una serie di comandi e una strumentazione ben articolati (e da apprendere), soprattutto nel pannello centrale.
  • Disponibile in versione coupé oppure volante, ovvero cabrio (due posti secchi, lievemente più pesante e meno performante) la DB9 costa più di un appartamento, ma vale comunque tanto automobilisticamente parlando, in ognuna delle sue poche versioni, alcune in edizione limitata (attualmente in produzione è la Carbon edition). Molte le varianti di colore per la carrozzeria, abbinabili anche a quello delle pinze freno e degli interni. Scegliere è questione di dettaglio, anche per gli eventuali accessori di personalizzazione, che sono ininfluenti per le prestazioni ma parecchi, sapendo che già di serie non manca quasi nulla.
  • Parliamo di pezzi rari in assoluto, con quotazioni variabili anche in funzione delle condizioni nel singolo caso, peraltro non facili per tutti da comprendere e stimare a fondo. La manutenzione di una simile vettura è ovviamente con oneri proporzionati al valore, con qualche piccolo rischio da mettere in conto nel lungo termine, specialmente se trascurata o se si cada in mani non adeguate. La DB9 usa ad esempio sistemi elettronici propri e molte parti non facili da diagnosticare o gestire per chiunque.
  • Arriva sul mercato nel 2004, in sostituzione del modello DB7, subendo due restyling nel corso degli anni, l’ultimo nel 2013. I pochi ritocchi tecnici e di dettaglio estetico, uniti a un incremento costante delle prestazioni (potenza iniziale 455 CV, ora 517 CV sul propulsore M11) la hanno mantenuta sempre di diritto tra le supercar più ambite del momento, nonostante si siano rincorse voci di un suo pensionamento già da qualche anno (quello reale è previsto nel 2017). In pista la DB9 si è cimentata nelle competizioni nazionali e internazionali, con allestimenti sia per correre in GT1 (DBR9) sia in GT3 (DBRS9). La DBR9, con 625 CV, ha ottenuto vari successi in Europa e negli USA. La versione GT3, con 520 CV, gode di una relativamente maggior diffusione sui campi di gara, essendo stata volutamente offerta ai clienti interessati. Già elitaria di suo, qualche edizione limitata per uso stradale della DB9 si è vista solo in occasione di eventi quali la vittoria di classe a Le Mans (DB9 LM, nel 2008) o lo sfondamento del milione di apprezzamenti sul social network Facebook (DB9 1M, nel 2012). Nel 2011 le DB9 Carbon Black, Morning Frost e Quantum Silver (ispirata al modello usato nel film di 007), hanno offerto successivi spunti estetici e di finitura interna limitati alle rispettive serie numerate. La DB9 ibrida plug-in vista nel 2013, è per ora rimasto solo un prototipo supportato da due motori elettrici Bosch anteriori e conseguente trazione integrale, a puro scopo di test.
  • Marca Aston Martin
    Modello DB9 2ª serie (2013-17)
    Inizio produzione -
    Fine produzione -