F1 Austria 2015: le pagelle di Zeltweg

F1 Austria 2015: le pagelle di Zeltweg
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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
Diamo i voti al Gran Premio d'Austria, dominato da Nico Rosberg, con una Ferrari parsa in difficoltà rispetto ai soliti standard di inizio stagione
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
22 giugno 2015

La grande sfida per la vittoria è durata una manciata di metri: dal semaforo alla prima curva, con Rosberg che ha bruciato in partenza il compagno di squadra prendendo il comando per non mollarlo più. Anzi, con una gara perfetta il tedesco ha accumulato secondi di vantaggio, mentre Hamilton arrancava per poi "darla su", complice anche un errore banale quanto ingiustificabile in uscita dai box. Rosberg ha riscattato così nel migliore dei modi il suo sabato opaco e riaperto di fatto il Mondiale: quando è in giornata di grazia, il tedesco non è secondo a nessuno, ma saprà ripetersi su questi livelli per tutta la stagione? Il destino del Mondiale ora ruota intorno a questo interrogativo, ma per quello che ha mostrato ieri un bel 9 in pagella non glielo toglie nessuno: bentornato.


Alla resurrezione di Rosberg corrisponde una gara stranamente sottotono di Hamilton: sbagliare la partenza ci può stare, ma poi in gara non ha mai realmente nemmeno tentato di costruire un sorpasso, con un'arrendevolezza che non è da lui. Va bene, l'inglese non ama la pista austriaca, ma quando sei due volte campione del mondo e cerchi il tris la scusa della pista poco gradita non può valere. Voto 5, perché per avere la sufficienza avrebbe dovuto almeno provare a superare Rosberg, senza dimenticare l'erroraccio al pit stop.

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Felipe Massa assapora nuovamente la gioia del podio


Chi invece ha fatto davvero tutto quello che poteva e doveva nel fine settimana sulle Alpi è Massa: velocissimo in qualifica, 4° e ben davanti a Bottas, in gara corre in modo consistente, non ha la velocità per passare in pista Vettel ma quando il tedesco perde la posizione ai box gestisce la rimonta del ferrarista con mestiere. Voto 9 e podio meritatissimo.


A proposito di Vettel, del podio mancato non ha colpe e il suo giro di qualifica è come al solito il meglio che si possa fare con questa Ferrari, che è molto buona ma ancora lontana dalle Mercedes: voto 8 quindi, la prossima volta andrà meglio.

Stesso voto anche a Bottas, che in qualifica è solo 6° ma in gara recupera bene, mostrando una bella grinta nei duelli ravvicinati: di più non avrebbe potuto fare in gara.

 

Maldonado e Hulkenberg, un week-end da leoni

L'eroe del Gran Premio d'Austria, però, è Hulkenberg, che sette giorni dopo il suo trionfo a Le Mans porta la Force India ad un incredibile 5° posto in qualifica e in gara lotta come un leone con vetture ben più veloci. Alla fine cede la posizione solo a Bottas, conquistando un 6° posto preziosissimo: a inizio stagione si temeva che il doppio impegno potesse distrarre il pilota tedesco, che invece dall'esperienza in endurance ha tratto nuove energie mentali e forse una maggiore consapevolezza dei propri mezzi dopo una carriera in F1 brillante ma senza mai avere avuto ancora l'occasione che meriterebbe. Voto 10, fenomeno.

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Fenomenale Hulkenberg, autore di una gara da applausi


E fenomenale è stato anche il controllo di macchina mostrato da Maldonado, che almeno in un paio di occasioni ha ripreso al volo la vettura mentre stava per schiantarsi: onestamente non si capisce se merita un 10 per la grinta e lo spettacolo mostrato o un 5 per avere ancora una volta sfiorando l'incidente, correndo spesso scomposto e a volte oltre il proprio limite. Siccome però la classifica racconta di una bella gara in rimonta e di punti importanti, facciamo media 7,5 e non se ne parli più: comunque bravo.


Di grande intensità anche la gara di Verstappen, velocissimo in qualifica e coriaceo in gara, dove si è distinto nei duelli ravvicinati dimostrandosi duro ma corretto: ancora una volta l'adolescente olandese ha stupito il mondo. Voto 9.


Bella anche la rimonta di Perez, che ha concluso in zona punti anche se per tutto il fine settimana il compagno Hulkenberg ha viaggiato su ben altri ritmi: voto 7 perché andare a punti con la Force India di quest'anno è sempre un gran bel risultato, ma stavolta poteva fare di più.


Infine, voto 7 a Ricciardo, penalizzato dalla FIA per la sostituzione del motore e dalla squadra per una strategia esasperata che lo tiene in pista con le gomme finite prima del pit stop ritardatissimo: lui è bravo a difendersi come può e a sfruttare tutto il potenziale della sua Red Bull, che sulla pista di casa non era molto.

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Ennesima gara da dimenticare per Kimi Raikkonen

C'è chi se la cava dignitosamente, e poi c'è Raikkonen...

Fuori dalla zona punti, sono comunque in tanti a meritare almeno una citazione. In ordine di classifica, voto 6 a Nasr che conduce una gara regolare, ma dà l'impressione che si potesse fare di più: ha l'attenuante di essere un debuttante, ma perde tutti i duelli ravvicinati - pur mostrando una bella tenacia - e finisce dietro piloti che gli partivano alle spalle. Voto 5 con le attenuanti, invece, a Kvyat, che si qualifica davanti a Ricciardo ma poi rovina subito in un contatto il musetto e con esso la sua strategia di gara. E voto 5 anche a Grosjean, che prima del ritiro in gara si fa vedere soprattutto per un paio di sorpassi subiti e per un lungo, tornando a essere il pilota grintoso ma dispersivo visto troppe volte in passato.


Senza voto Button e Alonso, la cui gara dura troppo poco, e voto 0 a Raikkonen, che sbaglia tutto in qualifica cercando poi di dare la colpa al muretto Ferrari - e per fortuna che dovrebbe ingraziarsi la squadra per ottenere il rinnovo... - quando sapeva benissimo al momento di uscire dai box di essere al limite con il tempo a disposizione. In gara, poi, ancora una volta è protagonista di un episodio sconcertante, con un pattinamento furioso che lo porta a sbandare a ruote dritte, prima a destra e poi a sinistra travolgendo Alonso. La dinamica è talmente assurda da far pensare effettivamente ad un problema di erogazione, come è accaduto in Canada, ma è difficile pensare che il pilota sia del tutto esente da colpe e anche in Ferrari hanno di fatto addossato al pilota la responsabilità dell'accaduto. Se aggiungiamo a tutto questo la totale indisponibilità - e maleducazione - con la stampa, al punto da apostrofare in malo modo i giornalisti per ciò che scrivono, come se quello fosse il suo vero problema, viene da pensare che il finlandese sia di nuovo precipitato in una spirale negativa simile a quella che già una volta lo portò ad una rottura clamorosa dalla Ferrari e ad uscire dalla F1. Allora era stato solo un arrivederci, stavolta potrebbe essere diverso.

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Le assurdew regole della F1 si meritano un bello 0 in pagella


Voto 0, ancora una volta, a questa F1 sempre più schiava di regole assurde autoimposte. Come altro definire le 25 (!) posizioni di penalità inflitte ai piloti McLaren per avere cambiato il motore? Penalità ovviamente non scontate, dal momento che già partono in fondo allo schieramento per (de)meriti delle proprie vetture. E così ad Alonso ecco affibbiare un drive-through e a Button ulteriori 10 secondi di stop&go. Si potrebbero fare - e si stanno facendo - molte facili battute su questa situazione, ma riteniamo che le regole attuali facciano già abbastanza ridere così. Che senso ha? Uno che parte ultimo non è già abbastanza penalizzato? Cosa pensano alla FIA, che uno parta dal fondo per avere un vantaggio tattico? E poi, diamo almeno la possibilità - anche se solo teorica - a chi parte ultimo di fare una rimonta leggendaria, magari sfruttando la pioggia o altre circostanze fortuite. In fondo alcune delle gare sono entrate nella storia della F1 proprio per questo. Mah...


Voto 10, invece, al Gran Premio d'Austria, inteso come circuito: la leggendaria e velocissima Zeltweg è solo un lontano ricordo, ma vedere una pista senza il solito tripudio di curve inutili giusto per allungare il brodo, con variazioni altimetriche continue e un paesaggio reale al posto di deserto e immobili di lusso è stato una boccata d'aria fresca. E le riprese in TV sono venute molto bene: almeno questo argomento dovrebbe stare a cuore a zio Bernie e farlo riflettere. La F1 deve tornare a essere un evento, ma per farlo deve innanzi tutto riappropriarsi della propria storia.

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