F1, Gp Messico 2016: la strana guerra Ferrari-Liberty e le altre news

F1, Gp Messico 2016: la strana guerra Ferrari-Liberty e le altre news
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Paolo Ciccarone
Le ultime notizie direttamente dal paddock del Circuito Hermanos Rodriguez, tracciato che domenica ospiterà il Gran Premio del Messico
28 ottobre 2016

Brembo apre stabilimento in Messico

La settimana che ha preceduto la disputa del GP del Messico, il presidente della Brembo, Alberto Bombassei, ha inaugurato in Messico un nuovo stabilimento che a regime conterà su circa 600 addetti. Si tratta di un investimento importante per la nota azienda bergamasca, leader dei sistemi frenanti e per Brembo si tratta di un consolidamento in un area geografica molto importante. Infatti in Messico vengono prodotte delle Fiat e negli USA, quindi a un tiro di schioppo, l’industria auto e dei ricambi è molto forte. Per questa ragione il GP del Messico è stata una importante vetrina per Brembo che continua ad espandersi nel mondo, come dire che la ricerca e le competizioni, dalla F.1 alla MotoGP, sono il miglior biglietto da visita per le nostre aziende.

Malesia vuol rinunciare alla F.1

Il governo malese è alle prese con i bilanci di fine anno e sta considerando gli investimenti a livello sportivo. Visto i costi della F.1 e il ritorno, scarso, di pubblico e interesse internazionale, stanno pensando di rinunciare anche se ci sono contratti già firmati fino al 2019. In questo contesto conta molto il calo del prezzo del petrolio che ha contribuito ad avere dei buchi di bilancio, e per questo avere uno sport motoristico internazionale a costo inferiore, come la MotoGP, è ben visto rispetto alla F.1. C’è poi l’aspetto calendario che non aiuta, perché mettere a due settimane di distanza il GP di Singapore con quello di Malesia, non fa certo bene a quest’ultimo, visto che si è disputato dopo. Sono solo 350 km a separare le due piste, un po’ come Monza e Imola, ma gli appassionati sono più o meno simili e gli arrivi dall’Australia, privilegiano Singapore piuttosto che Kuala Lumpur. Quindi una prima mossa potrebbe essere quella di spostare le date e tornare al passato, ovvero a sei mesi di distanza fra un GP e l’altro, oppure mettere mano al portafoglio e fare uno sconto, ma con un contratto FOM già firmato, escluso che Bernie si metta a ridurre i prezzi…

Anche il Canada vacilla

La passione per la F.1 in Canada è molto forte e tutti gli anni si fa il tutto esaurito, ma ci sono problemi legati al tracciato e ai box che sarebbero da rifare con ingenti investimenti. Per ora si dovrebbe mettere mano al paddock con una sala stampa nuova che non sia sui galleggianti come quella attuale e salette con uffici adeguate ai team invece delle roulotte di adesso. Si tratta di soldi che il nuovo governo canadese non vuole spendere, preferendo investire in altre risorse, per cui visto che in inverno non si può costruire (ci sono temperature che vanno anche sui 30 sotto zero) e che i mesi estivi sono insufficienti per cambiare qualcosa, il GP rischia di saltare fino a che non si trovi la quadra. E parlando di gare in bilico c’è pure la Germania, visto che Hockenheim l’anno prossimo dovrebbe lasciare il passo al Nurburgring ma questi, con la nuova proprietà russa, non hanno soldi per farlo per cui c’è il rischio di un nuovo buco in calendario. Austin, nonostante il successo di quest’anno, ha ancora dei debiti da pagare per cui la proprietà non è certa di continuare, anche se il nuovo fondo proprietario della F.1 che è americano (la Liberty) potrebbe venire incontro e mettere in calendario una seconda corsa negli USA.

Giovinazzi che fine farà?

La Red Bull è sicura che Antonio Giovinazzi sia destinato al successo ma non con i suoi colori, tanto che Helmut Marko era piuttosto stizzito a una precisa domanda, la Ferrari ha fatto provare solo il simulatore mentre a quanto pare l’interesse Mercedes è più forte e deciso. Per Giovinazzi sarebbe una bella notizia, piuttosto che perdere tempo nelle paludi maranellesi, meglio un accordo con Mercedes AMG, anche perché Ocon e Werhlein dovrebbero essere promossi in altra squadra (Force India o Renault) e la Manor avrebbe lo spazio per far crescere il pilota italiano, mettendo sereno a imparare la F.1. Intanto Gasly è in rotta di collisione con Red Bull, pensava che Kvyat fosse licenziato e si vedeva già con un posto in F.1 alla Toro Rosso, invece anche se dovesse vincere il titolo GP2, ora è secondo dietro a Giovinazzi, non ci sarebbe posto. Infine una cosa da non sottovalutare: la Prema Racing ha già i due piloti per l’anno prossimo, Leclerc e Fuoco per la GP2, quindi per Giovinazzi e Gasly non ci sono più spazi nel team in orbita FDA

La strana guerra Ferrari - Liberty

Lo hanno notato un po’ tutti coloro che bazzicano il paddock, ma il gran capo del fondo Liberty non è andato in visita alla Ferrari mentre ha salutato gli altri team. Come forse non molti sanno, la Ferrari ha un bonus extra nella divisione dei premi in quanto team che ha partecipato a tutte le edizioni del mondiale e ha diritto di veto nelle votazioni regolamentari, anche se poi questo diritto è stato usato male o mai. La torta dei diritti F.1 si sta restringendo, si parla ancora di 1,46 miliardi di euro da spartire, di cui circa 660 milioni derivano dai diritti TV. Ora questa quota, a partire dal prossimo anno, con i contratti in scadenza, rischia di abbassarsi perché non tutti vogliono spendere gli stessi soldi per questo spettacolo e queste disponibilità dei team e piloti, per cui la torta è destinata a ridursi, ma se le squadre vogliono più soldi è chiaro che devono toglierli a chi ne prende di più, ovvero alla Ferrari. E questo non va bene a Maranello, che con quei soldi finanzia la F.1 al contrario degli altri team che li intascano e poi hanno buchi di bilancio, ma si finirebbe con l’essere uno contro tutti e Liberty Media lo sa, per questo il messaggio, apparente, al momento è quello di ascoltare tutti, salutare i team manager, stando lontano dalla Ferrari. Insomma, se ci sono stati contatti non è stato certo alla luce del sole, sarebbe interessante capire meglio come evolve la situazione.

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