Filosofia della tecnica. L'auto fattore moltiplicativo nel bene e nel male

Filosofia della tecnica. L'auto fattore moltiplicativo nel bene e nel male
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L'automobile è protagonista sia in positivo che in negativo della vita dell'uomo, esattamente come molte innovazioni. Ecco perché
25 settembre 2014

Tutta la storia dell’umanità segue la linea progressiva che consiste nel mettere a disposizione dell’uomo i mezzi perché aumenti la sua potenza, che altrimenti è piuttosto limitata: circa 100 watt, cioè 0,13 cavalli, in modo continuo (la potenza di una lampadina).

Così ogni “dotazione” di cui egli si è arricchito gli ha permesso di superare i suoi limiti e di incrementare le sue prestazioni. Il fuoco, l’arco, la fionda, la leva, gli animali domestici, la ruota, su su fino agli esplosivi, all’elettricità e alla chimica permettono ai nostri giorni che un singolo individuo abbia possibilità ben superiori a quelle di un potentissimo faraone dell’antico Egitto, con tutti i suoi schiavi.

I mezzi di trasporto, ed in particolare l’automobile, ben descrivono lo stato attuale del progresso nel campo degli spostamenti che si possono compiere individualmente, per necessità o per diletto. La misera potenza muscolare di 100 watt si è moltiplicata per 100.000 volte ed è evidente che si dispone di assai più di quanto sia strettamente o largamente necessario.

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Viene da chiedersi se ci rendiamo conto che una grande potenza individuale significa anche una grande responsabilità verso tutta l’umanità ma anche verso l’intero creato (inquinamento). E’ indubbio che l’automobile nacque con le migliori intenzioni: spostarsi ovunque, emozionare, trasportare, ma anche soccorrere velocemente.

Tuttavia è nell’esperienza quotidiana constatare che con le vetture si possono compiere numerosi reati e che esse sono causa diretta o indiretta di quella carneficina quotidiana che va sotto il nome di “vittime della strada”. Un morto ogni 1-2 ore  in Italia, per non parlare delle menomazioni temporanee o definitive.

A ben analizzare le cause di tutto questo dolore, quasi mai è “colpa dell’automobile”, quasi sempre la responsabilità ricade su chi le conduce o su chi le possiede


A ben analizzare le cause di tutto questo dolore, quasi mai è “colpa dell’automobile”, quasi sempre la responsabilità ricade su chi le conduce o su chi le possiede. Lasciando da parte gli individui criminali che guidano in evidente stato di malvagità, incapacità ed inadeguatezza (i più pericolosi) noi, automobilisti che ci riteniamo prudenti e rispettosi delle regole, siamo sicuri di avere fatto tutto il possibile per non nuocere agli altri e a noi stessi?

Analisi di coscienza

Un breve esame di coscienza permette di ripassare le regole fondamentali della sicurezza. Prima di tutto l’idoneità fisica e poi il resto: se i riflessi sono a posto (non: “sembrano a posto”, gli alticci si credono in piena efficienza), se l’assicurazione e le revisioni sono in regola, se la “meccanica”, ed in particolare i freni e le sospensioni (gomme e ammortizzatori) sono efficienti, se l’impianto di illuminazione e di segnalazione funziona regolarmente.

Un buon esercizio alla guida è anche quello di osservare quanti veicoli e guidatori (quelli che seguiamo o incrociamo) non sono evidentemente in regola. Auto e autocarri coi fanali massacrati, tizi che telefonano e/o gesticolano, mezzi che per ogni cunetta rimbalzano due o tre volte, fumi di scarico scuri e maleodoranti. Teniamoci alla larga da costoro fino a decidere di rallentare per prenderne le distanze e soprattutto facciamo in modo di non imitarne l’incoscienza.

Carlo Sidoli

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