Immatricolazioni 2015: segno positivo con 1,57 milioni di auto vendute

Immatricolazioni 2015: segno positivo con 1,57 milioni di auto vendute
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Il mercato Italia chiude il 2015 a 1,57 milioni di vetture, +15,7% sul 2014. Brilla il brand FCA, che occupa l’intero podio e piazza sei modelli nella top ten assoluta
  • Alfonso Rago
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5 gennaio 2016

Ora c’è anche la conferma ufficiale: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha certificato che nel 2015, dopo i primi segnali di ripresa colti nel 2014, il mercato auto in Italia ha virato decisamente in positivo, con 1.574.872 unità immatricolate che valgono il 15,7% in più rispetto al 2014. Un sussulto atteso, un risultato cui ha contribuito in modo decisivo l’andamento di dicembre, mese nel quale si sono registrate 109.395 immatricolazioni, con una crescita del 18,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

La top ten del 2015 conta sei modelli italiani: Fiat Panda (126.326 unità), Fiat Punto (56.501), Lancia Ypsilon (55.831) e Fiat 500L (49.931) dominano i primi 4 posti della classifica

La corona d’alloro per le performance di vendita spetta al gruppo guidato da Marchionne: Fiat Panda e 500 si confermano i modelli più venduti nel segmento A, con una quota del 59% nel 2015; nel segmento B, i due modelli più venduti sono ancora in quota FCA, vale a dire Fiat Punto e Lancia Ypsilon, con una quota del 25,8%. Fiat 500X e Jeep Renegade, invece, si collocano al primo e al quarto posto tra i SUV piccoli, con una quota del 31,1%; il segmento dei SUV medi è dominato da Fiat Freemont, mentre i monovolumi piccoli vedono al primo posto Fiat 500L; Qubo e Nuovo Doblò, infine, occupano i primi due posti nel segmento dei multispazio, con una quota del 49.6%.

Fiat Panda si rivela come una tra le auto più vendute del Segmento A
Fiat Panda si rivela come una tra le auto più vendute del Segmento A

Nel 2015, i marchi nazionali totalizzano 448.105 immatricolazioni (+18,3%), portando la quota di mercato dal 27,8% di un anno fa al 28,4%. Il brand FCA (escludendo Ferrari e Maserati), totalizza 445.987 immatricolazioni (+18,3%), con quota di mercato che sale dal 27,7% di un anno fa al 28,3%. Tutti i marchi FCA mantengono un trend positivo nei dodici mesi, così come anche Ferrari, Maserati e Lamborghini.

La top ten del 2015 conta sei modelli italiani: Fiat Panda (126.326 unità), Fiat Punto (56.501), Lancia Ypsilon (55.831) e Fiat 500L (49.931) dominano i primi 4 posti della classifica, seguite, in sesta posizione, da Fiat 500 (44.166) e, in decima, da Fiat 500X (32.572).

Il mercato dell’usato totalizza 418.545 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari a dicembre 2015, con incremento del 10,4% rispetto allo stesso mese del 2014. Nel 2015, i volumi complessivi ammontano a 4.589.823 unità, con crescita dell’8% rispetto al 2014.

Fiat 500X e Jeep Renegade, invece, si collocano al primo e al quarto posto tra i SUV piccoli, con una quota del 31,1%

«Il diciannovesimo incremento mensile consecutivo – commenta Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA - dopo la svolta del 2014, primo anno di crescita seguito a sei anni consecutivi in flessione, ci permette di archiviare il 2015 come un importante passo avanti verso la ripresa, verso volumi di immatricolazioni adeguati alle potenzialità del nostro Paese, un target che si colloca tra 1,8 e 1,9 milioni di immatricolazioni annuali. Per il 2016, puntiamo su alcuni elementi incoraggianti per un ulteriore avvicinamento a questo obiettivo: non si tratta solo dell’andamento positivo degli ordini raccolti negli ultimi mesi e dei segnali di miglioramento dell’economia, trainati proprio dal settore auto, ma anche dall’introduzione di nuovi modelli nazionali, in primis con il rilancio dell’Alfa Romeo. Ci aspettiamo ora misure per favorire l’ammodernamento del parco circolante, visto che il progresso tecnico dei motori è un fattore chiave nella riduzione dell’impatto ambientale della circolazione urbana, ancora caratterizzata da un elevato numero di veicoli ante Euro4: il 48% delle autovetture, il 67% degli autocarri e, caso limite, ben il 72% degli autobus».

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