Assicurazioni: perché la scatola nera piace sempre meno

Assicurazioni: perché la scatola nera piace sempre meno
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Dopo il successo dei primi anni, è in costante calo la richiesta per le polizze legate a questo strumento: tutta colpa del sempre minore risparmio che assicura
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
25 aprile 2024

Rinunciare a parte della propria privacy in cambio di una tariffa RC scontata: la scatola nera installata sul proprio veicolo consente l'analisi ed il controllo dello stile di guida da parte della Compagnia assicuratrice, ma il portafoglio ne guadagna.

Ricordiamo in sintesi cosa registra una scatola nera: la geolocalizzazione del veicolo, facilitando il ritrovamento in caso di furto; i parametri dinamici, ovvero statistiche basate su tempi di marcia e di sosta con calcolo continuo in ore e minuti; i chilometri percorsi, con analisi delle distanze coperte in orari diurni e notturni, il tipo di percorso usato (urbano, extraurbano, autostradale) con report di analisi percentuali per giorno, settimana, mese; in caso di incidente, la scatola nera permette di risalire ai dati di accelerazione, velocità del veicolo al momento dell'impatto, luogo risultante dalla localizzazione GPS; dati sullo stile di guida, con il sistema registrazione dell'uso del cambio, delle marce e dei giri del motore; aver nel caso di attivazione dei dispositivi di sicurezza in dotazione all'auto, come ABS ed airbag.

Quindi, un Grande Fratello sempre all'opera, installato sulla batteria del veicolo ed in grado di controllare tutto, o quasi, avviene a bordo.

All'inizio è stato un successo: moltissimi automobilisti hanno accettato di dotarsi di questo strumento, perché la convenienza era allettante e soprattutto, in occasione del rinnovo della polizza, uno stile di guida virtuoso assicurava ulteriori vantaggi; la percentuale delle black box installate a fine 2018 era superiore al 22% del totale, con punte oltre il 25% in alcune aree d'Italia.

Poi, per uno dei tanti paradossi del nostro Paese, la luna di miele è finita: ormai la percentuale è scesa ben sotto il 18% e continua a calare.

Tutto deriva dal fatto che i dati registrati dalla scatola nera non sono condivisibili dalle diverse Compagnie e quindi la convenienza della “buona condotta“ può essere riconosciuta solo restando fedeli alla propria, perdendo quindi i sempre allettanti sconti di benvenuto offerti ai nuovi clienti dalle altre assicurazioni e che spesso superano i vantaggi derivanti dall’adozione della black box.

Insomma, la scatola nera in certe situazioni può rivelarsi un boomerang.

Gli esperti lo chiamano "lock-in effect", ovvero una minore propensione a rivolgersi ad altre compagnie da parte dei clienti che hanno la black box: una situazione già richiamata dall’Ivass, secondo la quale "la scatola nera riduce del 60% la probabilità di cambiare Compagnia", determinando un effetto paradossale "perché l'assicurato coperto da un contratto con scatola nera beneficia di sconti legati alle abitudini di guida in media pari al 10%", ma al contempo "rinuncia ad un valore importante in termini di costo-opportunità per il mancato accesso agli sconti di benvenuto in caso di cambio compagnia, che  in alcuni casi possono arrivare al 20% del premio, oltretutto dovendo sopportare un costo diretto derivante dagli aumenti di premio dovuti al price walking", ovvero l’aumento di prezzo provocato automaticamente dalla permanenza nella stessa azienda.

Come detto, tutto deriva dall’impossibilità di trasferire i dati da una Compagnia all’altra, impedendo agli utenti di massimizzare i benefici ottenibili dall'abbinare alla buona condotta di guida anche lo sconto di benvenuto.

Il tema è da tempo all'attenzione della Politica: del dossier sulla scatola nera se ne sta occupando il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), con l'obiettivo di garantire la portabilità dei dati telematici registrati sui veicoli o almeno all'individuazione di una parte di essi, regolando le modalità di trasmissione tra le Compagnie, in modo da consentire al consumatore di scegliere ogni anno l'offerta più conveniente senza perdere i benefici derivanti dall’adozione di una black box.

Un percorso, fortemente caldeggiato dalle segnalazioni delle authority e necessario per rispettare gli obblighi comunitari, che porterebbe ad aumentare la concorrenza e quindi a diminuire i prezzi a carico dei cittadini e sulla cui attuazione è già iniziata una rincorsa: dal prossimo luglio, infatti, la scatola nera sarà obbligatoria per tutte le nuove auto vendute in Europa, integrata al 100% nella dotazione tecnica della vettura e non sarà possibile disinstallarla o disattivare. 

Quindi, diventando una componente originale dell'auto, tutte le problematiche legate alla portabilità dei dati per tale termine dovranno essere risolte.

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