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Potrebbe diventare il gioco di società del prossimo Natale: tutti intorno ad un computer, per capire quanti sono, e soprattutto dove, gli autovelox in Italia, e magari scoprire che nel proprio Comune non ce ne sono ed in quelli vicini invece proliferano come funghi.
Questa che finora sembrava una domanda senza risposta, più misteriosa del terzo segreto di Fatima e più inaccessibile dell'Area 51, oggi trova una soluzione: ovvero, finalmente è consultabile un elenco che geolocalizza i dispositivi di controllo, o quantomeno identifica e rende pubblici gli ambiti dove possono essere dislocati.
Per chi non avesse voglia di contarli tutti, anticipiamo che sono poco più di tremila, cui vanno aggiunti i circa seicento che risultano nelle disponibilità della Polizia Stradale: stiamo parlando delle postazioni di autovelox regolarmente censite in Italia ed il cui elenco è ora consultabile e scaricabile in vari formati dal sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (a questo link, https://velox.mit.gov.it/dispositivi).
L'elenco comprende gli apparecchi gestiti dai diversi enti territoriali, ovvero province, comuni ed unioni di comuni; per ogni dispositivo sono indicati, oltre ovviamente all'ente proprietario, al tipo, alla marca ed al modello del dispositivo, anche il numero di matricola e la data di comunicazione di questi dati al Ministero.
Insomma, una vera “operazione trasparenza“ a favore degli utenti, che porta un po' di chiarezza (e finalmente!) in un ambito da sempre caratterizzato da polemiche, accuse reciproche di irregolarità, carte bollate, ricorsi e sentenze di tribunale.
La lista, che risponde ai sensi dell'articolo 1, commi 3 e 4, del decreto del Direttore Generale per la Motorizzazione 29 settembre 2025, n. 367 e che riporta l'elenco dei dispositivi o sistemi di rilevamento della velocità legittimamente impiegati sul territorio nazionale, è stato reso pubblico il 28 novembre 2025, con un primo aggiornamento dei dati avvenuto ad inizio di dicembre: infatti, come stabilito dall'articolo 5, comma 2, del decreto direttoriale 18 agosto 2025, n. 305, i dati devono essere aggiornati dalle amministrazioni e dagli enti competenti secondo le modalità di trasmissione previste dall'articolo 3, comma 5, del medesimo decreto.
Ovviamente non è pensabile che l'elenco comprenda tutti gli autovelox presenti in Italia, perché possono esserci apparecchi ancora non sono censiti; si tratta di un database per sua stessa natura soggetto ad evoluzione continua, visto che un apparecchio non censito non può essere abilitato a registrare violazioni ed emettere quindi sanzioni; sono le amministrazioni a dover comunicare l'entrata in funzione di nuove apparecchiature (o la loro eventuale dismissione) come accaduto nei primi giorni di attività dell'elenco, cresciuto di oltre duecento nuove introduzioni.
Alla data dell'ultimo aggiornamento, l'elenco comprendeva 3.702 apparecchi, per la maggioranza (3.120 unità) nelle disponibilità degli enti locali e quasi 600 in forze a Polizia Stradale e Carabinieri; tra le Regioni, Lombardia (oltre 500), Veneto (quasi 450) ed Emilia-Romagna (poco più di 400) sono in cima alla classifica, mentre in coda troviamo Basilicata, Valle D'Aosta e Molise con poco più di dieci postazioni ciascuna.
Tra le province, le dotazioni maggiori sono per Torino, Roma, Firenze, Milano e Padova, tutte con oltre cento dispositivi; ed è curioso annotare che - almeno per il momento - esistono anche Province prive di autovelox nella disponibilità della pubblica amministrazione: gli insofferenti ai limiti di velocità trovano così il loro Paradiso in Sardegna (Oristano, Ogliastra e Gallura) ed a Crotone.