Ecco il 2026: inizia con una buona notizia e due cattive

Ecco il 2026: inizia con una buona notizia e due cattive
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Stop all'aumento delle multe, ma cresce la spesa per il diesel ed anche l'RC si impenna
16 dicembre 2025

Anno nuovo all'orizzonte: come si annuncia il 2026 per gli automobilisti italiani?

Il Codacons anticipa il Capodanno, annunciando una buona notizia accompagnata da un paio di note negative e calcolando anche l’impatto che le nuove misure avranno sulle tasche delle famiglie italiane.

Iniziamo dalle note positive, che riguardano gli importi delle multe stradali: il decreto Milleproroghe varato dal Governo ha infatti bloccato l’aggiornamento degli importi per le sanzioni stradali, lasciando invariato il valore delle sanzioni che, in assenza di tale intervento, a partire dal 1° gennaio 2026 sarebbero cresciute di circa il +2%.

Il Codice della Strada, infatti, all’articolo 195 prevede che “la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata ogni due anni in misura pari all'intera variazione accertata dall'Istat dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti. Per questo, entro il 1° dicembre di ogni biennio, il Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri dell'Economia e delle Finanze, e delle Infrastrutture e dei Trasporti, fissa, seguendo i criteri di cui sopra, i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano dal 1° gennaio dell'anno successivo”.

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1 euro al mese

Senza lo stop deciso dall'Esecutivo, dunque, avremmo avuto un nuovo “listino prezzi” delle diverse infrazioni al Codice: per esempio, per il divieto di sosta l'importo sarebbe passato da 42 a 43 euro, quello per l’accesso alle ZTL da 87 a 89 euro, per il superamento dei limiti di velocità oltre i 60 km/h da 845 a 862 euro; ancora, il passaggio con semaforo rosso sarebbe costato 170 euro invece di 167, il mancato uso delle cinture di sicurezza da 85 in luogo di 83, quella per l’uso del cellulare alla guida da 255 euro invece di 250, giusto per fare qualche esempio.

Si tratta, ricorda il Codacons, del terzo blocco consecutivo dell’aggiornamento degli importi delle sanzioni stradali: la prima volta fu con la Legge di Bilancio del 2023 quando il Governo, in virtù della particolare situazione economica del Paese, scongiurò una stangata del 15,6% sulle multe, intervento prorogato poi anche per il 2025; l’ultimo incremento per le sanzioni risale al 2019, quando gli importi salirono del +2,2%, per poi scendere del -0,2% nel 2021.

Stangata sul costo del diesel

Se in fin dei conti il risparmio sulle sanzioni si riduce a pochi spiccioli, ben diversa è la situazione rispetto agli incrementi che scatteranno da gennaio, relativi ai carburanti ed alle tariffe dell'assicurazione RC

Nel primo caso, le brutte notizie riguardano i 16,6 milioni di italiani proprietari di autovetture alimentate a gasolio, per i quali già dal primo giorno del nuovo anno, mentre l'eco dei botti ancora risuona nelle orecchie, scatterà il riallineamento delle accise deciso dal Governo (ed alla faccia delle promesse elettorali, ricordate?), con un aumento della tassazione di 4,05 centesimi di euro al litro per il diesel, manovra che porterà nelle casse statali nuove entrate calcolate in 552 milioni di euro nel 2026.

Considerata anche l’Iva al 22% che grava sui carburanti, un pieno di gasolio da 50 litri costerà quindi dal prossimo gennaio 2,47 euro in più rispetto ad oggi, con un maggior esborso su base annua, ipotizzando due pieni al mese, da quasi sessanta euro ad autovettura.

Se si considera anche l’incremento da 1,5 centesimi scattato lo scorso maggio, il rincaro complessivo è pari a 3,38 euro a pieno, ovvero superiore agli ottanta euro all’anno.

È vero che la manovra del Governo prevede una analoga riduzione per l’accisa sulla benzina, ma il ribasso rischia di rimanere solo sulla carta: come già verificatosi a maggio, quando l’accisa è aumentata di 1,5 centesimi di euro, il prezzo del gasolio alla pompa è subito salito, mentre per la verde, pur in presenza di una riduzione dell’accisa sempre di 1,5 centesimi, i ribassi sono stati minimi.

Le tasse nascoste nell'RC Auto

Ancora, a partire da gennaio sono facilmente prevedibili rincari anche per la spesa relativa all’RC Auto: infatti una delle misure contenute nell'emendamento omnibus al DdL di bilancio porta dal 2,5% al 12,5% l'aliquota relativa ai rischi di infortunio al conducente e di assistenza stradale per i contratti stipulati o rinnovati a decorrere dal 1° gennaio 2026.

Questa misura, che si prevede possa portare nelle casse statali ben 115 milioni di euro nel prossimo anno, sarà scaricata sugli assicurati che stipulano tale tipologia di polizza attraverso un incremento delle tariffe. 

Ma sono in generale tutte le tariffe dell’RC auto a registrare sensibili aumenti: il Codacons riporta che rispetto al 2022 il costo medio di una polizza ha subito un rincaro complessivo del 17,5%, passando da una media di 353 euro di gennaio 2022 (dato Ivass) ai 415 euro del secondo trimestre del 2025, con un aumento di ben 62 euro a polizza.

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