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Il 2026 deve ancora arrivare, ma la prossima stagione di Formula 1 è già costellata di polemiche. Dopo il potenziale sfruttamento di una zona grigia del regolamento tecnico dei motori da parte di due squadre, la Federazione ha individuato un altro ambito in cui alcuni team avrebbero lavorato per ottenere un vantaggio significativo in pista. La FIA, però, è già corsa ai ripari per arginare possibili violazioni delle proprie disposizioni.
La stagione non è ancora iniziata, ma le premesse della vigilia sembrano già confermate. Il 2026 si preannuncia ricco di colpi di scena, ma se le aspettative erano legate esclusivamente ai valori in pista, occorre ricredersi: a far parlare, almeno per il momento, sono soprattutto i regolamenti e il modo in cui vengono interpretati e sfruttati dagli undici team in griglia. La prima controversia riguarda il potenziale sfruttamento dei limiti del rapporto di compressione. La seconda, invece, nasce da una recente modifica regolamentare che ha messo in luce un ulteriore ambito in cui le squadre avrebbero individuato una zona grigia su cui lavorare. Anche in questo caso, la Federazione ha già chiarito cosa sia consentito e cosa no.
Entrando nello specifico, quest’ultima controversia – come rivelato da The Race – riguarda il misuratore di portata del carburante e deriva da un cambiamento radicale nel metodo di imposizione dei limiti previsto per la stagione 2026, quando la Formula 1 passerà ufficialmente dai carburanti fossili a quelli completamente sostenibili. Fino all’ultimo appuntamento del 2025 ad Abu Dhabi, il limite era fissato su un flusso di massa massimo di 100 kg/h. A partire dal Gran Premio d’apertura in Australia, il riferimento diventerà invece un limite di flusso di energia del combustibile pari a 3000 MJ/h.
Questa modifica, tutt’altro che marginale, ha comportato l’introduzione di un nuovo sistema di controllo della conformità tecnica delle vetture. Il precedente sistema a due misuratori – uno per i team e uno per la FIA – verrà sostituito da un’unica unità standard fornita dalla società Allengra. Si tratta di un misuratore di portata a ultrasuoni, compatto e robusto, che sarà installato su tutte le 22 vetture in griglia e che fornirà dati condivisi sia con i team sia con la Federazione.
Fin qui nulla di anomalo, se non fosse per alcune modifiche apportate in corsa dalla FIA, che lasciano intendere come l’intervento sia stato reso necessario dall’individuazione di una possibile zona grigia, potenzialmente sfruttabile da qualche squadra. Il nodo della questione ruota attorno alla possibilità che i team abbiano trovato un modo per alterare la temperatura del misuratore di portata del carburante, con benefici sia sulla composizione del carburante misurato sia sull’accuratezza delle rilevazioni effettuate dal dispositivo.
Per prevenire questo scenario, nel mese di ottobre la FIA ha aggiunto una clausola al regolamento tecnico specificando che le vetture devono essere dotate di un misuratore di portata del carburante che non deve essere riscaldato o raffreddato intenzionalmente. Successivamente, durante una riunione del Consiglio Mondiale dello Sport Motoristico, la formulazione è stata ulteriormente rafforzata: «È vietato qualsiasi dispositivo, sistema o procedura il cui scopo sia quello di modificare la temperatura del misuratore di portata del carburante».
L’intento è chiaro: adottare una formulazione il più possibile ampia per coprire ogni potenziale infrazione legata alla manipolazione della temperatura del misuratore, anche qualora tale modifica non venga dichiarata come “intenzionale”. Una mossa fortemente voluta dalla Federazione per evitare di rimanere intrappolata in cavilli regolamentari e in nuove zone grigie già nel primo anno della nuova era tecnica, scongiurando così la necessità di ricorrere a direttive tecniche in corso d’opera, come accaduto di recente tra il 2024 e il 2025 sul tema della flessibilità delle ali.
Resta invece ancora aperta la questione legata alla compressione del carburante, che non ha alcuna connessione con questa seconda criticità individuata dalla FIA. Su questo fronte, la Federazione dovrebbe esprimersi a breve in merito ai sospetti che coinvolgerebbero Mercedes e Red Bull.