F1, Jorge Lorenzo: «Vincere in F1? Difficile»

F1, Jorge Lorenzo: «Vincere in F1? Difficile»
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Paolo Ciccarone
Jorge Lorenzo racconta la sua esperienza al volante della Mercedes W05 Hybrid con cui Lewis Hamilton vinse il mondiale nel 2014
9 dicembre 2016

AAA, sostituto Nico Rosberg cercasi. La Mercedes ha pure pubblicato un annuncio farsa alla ricerca del sostituto del campione del mondo. Si sono fatti tanti nomi, anche quello di Valentino Rossi, che dice di aspettare una chiamata di Tot Wolff, il presidente del team. A parte il fatto che Rossi rifiutò di correre quando la Ferrari (che era competitiva, mica quella di oggi) gli balenò l’idea (troppe difficoltà di adattamento) ci pensa Jorge Lorenzo a mettere una pietra tombale sulle possibili ventilate ipotesi di Rossi alla Mercedes. Lo dice con cognizione di causa avendo provato la macchina campione del mondo (quella del 2014) e quindi la monoposto più fresca fra quelle possibili da provare per un pilota.

Hai provato la Mercedes F.1, si può dire che hai dato un contributo alla vittoria di Rosberg?

“No, per niente, anche perché la macchina era quella del 2014 di Hamilton quindi al massimo avrei dovuto dare suggerimenti a Lewis!! Sono stato molto contento e devo ringraziare la Monster Energy e la Mercedes per avermi concesso questa possibilità. Se ne era parlato già da tempo, ma solo quest’anno è stato possibile realizzare questo sogno”.

Come ti sei trovato? Pensi a un salto in F.1 in futuro?

“No, da escludere assolutamente. Queste macchine di oggi sono fantastiche, le guidi con facilità, vai forte senza rendertene conto. Quando ho guidato la GP2 avevo avuto qualche difficoltà in più, anche se ad essere sincero stavo meglio nell’abitacolo, potevo appoggiare la testa, con la Mercedes no, ero scomodo, ma a vedere i tempi sul giro sono rimasto impressionato. Questo però va bene per un test, se devi correre in F.1 cambia tutto. Ci vuole attitudine e allenamento, è una categoria che va bene per i ragazzi che nascono sul kart e fanno la trafila, uno come me ha l’abitudine alla velocità, ma da qui a togliere l’ultimo secondo necessario per competere, ce ne corre, è molto difficile. Anche se sei un campionissimo delle due ruote cambia tutto, chiaro che passare dalle moto alle auto è più facile, difficile fare il contrario. I ragazzini che nascono sul kart conoscono tutti i segreti, la messa a punto, i trucchi. Quelli delle moto possono essere veloci, ma da qui a vincere in F.1 ce ne corre”.

Eppure tu te la sei cavata bene al rally di Monza con vetture Wrc, nel GT, magari una carriera in auto si potrebbe pensare...

“Escludo, non credo proprio di finire con le auto, anche se nella vita non si può mai dire mai e non sai mai cosa ti succede, per cui dico di no ma non escludo nulla. Tranne la F.1, quella è roba per specialisti!”.

Divertito a vedere un po’ di F.1 dopo tanta MotoGP?

“Sì è qualcosa di nuovo e almeno ho staccato un po’ col solito mondo delle moto, mi piace molto l’ambiente della F.1, è tranquillo, nel paddock non c’è tutto il casino che si trova nelle moto, è quasi rilassante. E poi sono stato fortunato perché ho assistito all’ultima gara con gli ultimi sette giri davvero emozionanti, una gran corsa davvero”

Anche se sei un campionissimo delle due ruote cambia tutto, chiaro che passare dalle moto alle auto è più facile, difficile fare il contrario. I ragazzini che nascono sul kart conoscono tutti i segreti, la messa a punto, i trucchi. Quelli delle moto possono essere veloci, ma da qui a vincere in F.1 ce ne corre

Veramente noi della F.1 ci lamentiamo del paddock che è triste e non è vivo come quello delle moto…

“Come si dice, l’erba del vicino è sempre più verde…”

Ti sei divertito con la Ducati?

“Sì molto, ma non posso parlare ancora di Ducati e del test, diciamo che mi è piaciuta e sono molto contento del primo approccio. Ho concluso la stagione alla grande, anche se devo dire che mi ha dato una grossa mano l’errore in partenza di Marquez, dopo ha recuperato, ma all’inizio ho preso il vantaggio che serviva e così ho concluso da vincente, con un ottimo ricordo per me e per la Yamaha, una bella esperienza direi”.

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