Crollo A14, De Vita: «La scelta di non chiudere l’autostrada è stata consapevole?»

Crollo A14, De Vita: «La scelta di non chiudere l’autostrada è stata consapevole?»
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
Il nostro editorialista, Enrico De Vita, analizza il crollo del ponte sulla A14 Adriatica che ieri ha causato la morte di due coniugi dell’Anconetano
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
10 marzo 2017

Dalle foto del crollo del ponte sulla A14, avvenuto nel pomeriggio di ieri (vedi immagine in apertura), si evince che i manufatti sollevati sin precedenza erano le due mensole laterali di appoggio, e non la grande trave del ponte, che invece era in corso di sollevamento al momento dell’incidente. 

La piattaforma della mensola, lunga 10 m, è sollevata e staccata rispetto al piano della strada e il ponte avrebbe dovuto salire di altrettanto per consentire il transito dei Tir anche sulla terza corsia appena costruita. Nelle foto dall’alto, si nota che il ponte non è caduto verticalmente, ma ha apparentemente subito una rotazione antioraria.

Lappoggio che ha ceduto è il secondo verso sud. Probabilmente la manovra di sollevamento del mensolone di destra ha provocato danni al piano di appoggio dei martinetti di sollevamento del ponte e il conseguente lento cedimento di uno di essi.

Va osservato che i martinetti concentrano il carico in pochi punti basta lo spostamento di pochi cm per provocare la distruzione del dente di appoggio destro della grande trave a V d’acciaio del ponte.

La prima parte di struttura che è mancata è l’appoggio destro della trave del ponte. Quindi il ponte è crollato per primo nella corsia nord-sud. La vettura rimasta sotto il disastro procedeva invece sull’altra corsia da sud a nord, ove il ponte si è staccato qualche istante dopo aver perso l’appoggio sull’altro lato. Si noti come nella fotografia in alto la Nissan Qashqai è stata investita dalla V della trave d’acciaio del ponte, ma la trave (alta quasi 2 m) non tocca terra.

Sull’altro lato, invece (vedi foto sotto), la struttura in cemento del ponte è quasi a contatto con l’asfalto della corsia, segno che la grande trave d’acciaio è risultata totalmente schiacciata e conficcata nel terreno.

A questo punto due domande: è stata una scelta consapevole non chiudere l’autostrada, visto che le opere di sollevamento e di ristrutturazione venivano effettuate sulle mensole esterne del ponte?

Seconda domanda: è lecito avanzare il sospetto che per non perdere il pedaggio di qualche giorno la risposta alla prima domanda sia stata quella che tutti immaginiamo? I tecnici di Autostrada sostengono che effettuare quei lavori a “cuore aperto” era una prassi consolidata, come se bastassero pochi anni per dichiarare sicura una operazione delicatissima. Oggi sappiamo che si era dimostrata indenne da incidenti soltanto fino al giorno prima. Forse, di consolidato c’era solo il rischio.

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