WRC19. Corsica. Neuville-Hyundai: il giorno del risveglio

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Neuville passa al comando al termine della 12ma “monster” Castagniccia, 47 chilometri di esecuzione da manuale. Evans scende al secondo posto, Ogier rileva la “zona” Tanak. Tappa intensa e più “regolare”. Naturalmente, non è finita…
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
30 marzo 2019

Bastia, Corsica, 30 Marzo 2019. I due passaggi sulla Castagniccia, prova speciale “monster” di oltre 47 chilometri, determinano lo spessore della Tappa numero due del 62° Corsica Linea – Tour de Corse 2019. Il carattere, tuttavia viene meglio definito dal contesto di tutte le Speciali, dalla medio-lunga Capo Corso, 25 chilometri, alla tremendamente evocativa e scenografica del Desert des Agriates, formalmente l’unico deserto europeo, ovvero a portarne il nome.

Non grosse sorprese, nel senso dei colpi di scena, ma enormi tensioni, nominali e non. Veniva prima di tutto da pensare che Elfyn Evans sarebbe sparito dalla testa del Rally. È il rebound della sorpresa, e può accadere, infatti, che a un avvio potentemente sorprendente segua un calo quasi drammatico (in realtà spesso legato alle mutate condizioni della corsa, in particolare dell’ordine di partenza). Invece Evans ha tenuto in griglia la Fiesta di M-Sport fino all’ultima Speciale, per cedere poi la leadership ma non la fiducia accordatagli da due terzi di Tour de Corse eccezionale. Pressione? Macché! Sentitelo: “La pressione è costante e sempre presente. È il nostro mestiere. Comincia e ci tiene caldi d’inverno, quando ci si rende conto che ci sono più piloti che sedili a disposizione. Quando poi la stagione inizia e un mago come Malcom Wilson ha creduto in te, allora bisogna ripagarlo della fiducia, e la pressione diventa il risultato. Molte macchine competitive, i Piloti neanche a dirlo, il WRC non concede sconti e devi rispondere all’aggressività degli avversari giocando tutte le tue carte!”

Quali che siano le sue carte, e tra queste bisogna contare anche una dose di talento e una catena di DNA, Evans sorprende per il secondo giorno di fila confermandosi, non ce ne voglia, leader. La spiegazione del Mago di Partinico è lapidaria: Evans non è un fenomeno come quei tre di solito là davanti, quindi bravo Zio Wilson che hai fatto la Macchina con il migliore assetto per il Tour! Sedici secondi da Neuville nell’ultima, è impensabile! Elfyn questi blackout ce li ha. Comunque se la può ancora giocare.”

La seconda Castagniccia priva Evans di un meritato traguardo ma non del riconoscimento, solo di poco messo in ombra dal secondo posto provvisorio, dai 4 secondi e mezzo di ritardo, e dal fatto che in testa al Rally scatta Thierry Neuville con la rediviva i20 Coupé di Hyundai e una montagna di motivazioni. Non c’è una spiegazione vera. Neanche una sensazione. Evans sostiene di aver guidato bene, o per lo meno come ha fatto sino a quel punto della Corsa, e non si spiega, quindi, il verdetto cronometrico che lo “condanna”.

Thierry Neuville in azione in Corsica
Thierry Neuville in azione in Corsica

Forse Evans non si è accorto che il registro del Rally è stato spostato su una chiave più forte, e che la risultante della “pressione” è la guerra per il primato globale, che passa attraverso la battaglia del Corsica e, più nel dettaglio, nel duello tra Neuville e Tanak visto che Ogier non è ancora riuscito a trovare il punto di assetto redditizio e utile a mantenerlo in scia. Comunque sia è arrivato il momento di Neuville, che va davvero forte e che nel finale si concede lo smalto della sicurezza.

Per la verità, l’ago della bilancia della Tappa è Tanak, nel bene, due successi iniziali e il balzo in testa al Rally nella terza, quando è secondo alle spalle di un impeccabile Sordo, ma soprattutto nel… meno bene, quando cioè lascia quei quasi due minuti fatali sulla undicesima, l’ultima Desert des Agrites, per una foratura. Cose che capitano, non mi rompete le scatole. Nel senso che quella bucatura gli pare strana, inopportuna per come stava guidando, e quindi le scatole gli devono essere girate eccome! E così a Makinen, le cui Macchine, 5 successi parziali ma, tra toccate e forature, anche 5 stop, escono a testa bassa da un confronto tutto sommato sfortunato.

Insomma, arriva il momento di Neuville. Indeciso nelle prove del primo giro, un po’ di sottosterzo e forse troppo prudente nella prima Castagniccia, il bwelga tarda ad andare in temperatura. Quella lentezza inaspettata e non riconosciuta durante l’esecuzione della “Longa” suona la sveglia, e il secondo giro parte bene, un terzo nella seconda Cap Corse, e finisce meglio, due successi, Desert e Castagniccia, il secondo dei quali, con la “collaborazione” di Evans, diventa quello della svolta.

Il Tour de Corse va in sospensione aumentando l’ansia dell’attesa per il gran finale. Due Speciali prima del podio, la Eaux de Zilia, e sono altri 31 chilometri tutto d’un fiato e finalmente la Calvi, Power Stage di meno di venti. Neuville contro Evans per la vittoria e, più distanti, Ogier contro Sordo per la terza piazza. Naturalmente anche in questa occasione i punti del Power Stage eserciteranno la loro forte attrattiva. Poi potremo ricominciare a respirare normalmente.

L’ultima cosa. Peccato Camilli. La sua Polo GTI va letteralmente in fumo durante l’ultima Speciale del giorno. Per la verità in testa al WRC 2 erano già andati, con una Gara accorta e equilibrata, Fabio Andolfi e Simone Scattolin, undicesimi assoluti con una Fabia R5.  

Foto: Manrico Martella - Carlo Franchi - Elisabetta Pretto - Aurel Petitnicolas

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