Mercedes Cooperative Car, guida autonoma che interagisce

Mercedes Cooperative Car, guida autonoma che interagisce
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  • di Automoto.it
Grazie a una serie di segnali luminosi l'auto è in grado di interagire con l'ambiente circostante per dar modo ai pedoni di intendere le sue azioni
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14 febbraio 2019

La guida autonoma è stata inserita dalla casa di Stoccarda negli obiettivi per gli anni futuri e gli studi sono già in pieno svolgimento con un prototipo molto particolare. Il principio su cui si basa potrebbe riportare in mente il radar luminoso di K.I.T.T., utilizzato per interfacciarsi con Micheal Knight nel telefilm degli anni 80, Supercar. Proprio l'utilizzo di segnali luminosi verso l’esterno è il concetto ripreso dalla Cooperative Car, che per il momento sfrutta una Classe S e utilizza un sistema a 360 gradi capace di mostrare ai pedoni e non solo le azioni della vettura

Le segnalazioni luminose sono alla base della comunicazione. La luce fissa, ad esempio, indica che la vettura è in modalità autonoma, mentre un lampeggio lento significa che la vettura sta per frenare e uno più rapido che l’auto sta per partire. Non solo, l'auto integra in una struttura ancora protoripale dei LED luminosi color turchese, inserite nella griglia del radiatore, nei gruppi ottici, negli specchietti retrovisori e nella parte bassa dei finestrini, i quali indicano la presenza della modalità di guida autonoma.

Le telecamere hanno la capacità di seguire i ciclisti e i pedoni e comunicare tra loro tramite i LED luminosi sul tetto. Questi, infatti, con segnali luminosi a scorrimento sono in grado di far capire agli utenti della strada quando il sistema li ha rilevati e come si sta comportando nei loro confronti. Questo concetto tenta di riprodurre l'empatia che si crea tra il guidatore e chi è fuori dalla macchina; il sistema di LED può far 'cenno di passare' per mettere a proprio agio il pedone.

Secondo lo stesso principio le segnalazioni della Cooperative Car servono a far capire che sta per muoversi, grazie a una sequenza di azioni ben precisa: le strisce luminose, che circondano l'auto si accendono, gli specchi retrovisori esterni si aprono, si sollevano prima il posteriore e poi il frontale della macchina. Questa sequenza cerca di mimare il comportamento di un essere senziente che si sveglia ed è pronto a muoversi

Ecco perché gli studi per la guida autonoma dovranno concentrarsi molto sull'esterno dell'auto che trasformerà in un vero e proprio strumento di comunicazione, grazie a superfici capaci di comunicare le intenzioni del veicolo al mondo esterno ed interagire con esso

 

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