Alpine A110-50 Concept

Alpine A110-50 Concept
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Debutta al prossimo GP nel Principato di Monaco la "versione moderna" della Alpine A110. Dotata di un motore V6 centrale da 400 CV la nuova vettura è, per il momento, una Concept Car pensata per festeggiare 50 anni di storia
22 maggio 2012

Torna, per la prima volta dal 1995, uno dei marchi più gloriosi della storia dell'automobile: Alpine. Oggi patrimonio della Renault, il brand fondato nel 1954 da Jean Rédélé a Dieppe con la ragione sociale di Societe Anonyme des Automobiles Alpines, rivivrà nelle forme di una Concept Car che reinterpreta le forme della mitica Alpine 110.

 
Basata sulla Renault 8 la Alpine A110, oggi riconosciuta come una delle Alpine più gloriose di sempre, fu inizialmente equipaggiata con un motore da un litro ma poi nel 1974 venne prodotta anche con un più potente millesei. 
 
La A110 fu la vettura che spinse Renault ad investire molto sul marchio Alpine tanto che da allora in avanti la collaborazione tra la factory di Dieppe e l'azienda parigina si fece sempre più stretta: Alpine poteva attingere dagli scaffali Renault qualsiasi componente meccanica con il fine di creare vetture da competizione spesso imbattibili.
 
Oggi la A110 Concept che debutta al prossimo GP di Montecarlo 2012, ovvero a 50 anni di distanza dalla A110 originale, non ha poi molto in comune con la progenitrice se non alcuni tratti muscolosi ed il colore blu, che in generale identifica le auto da corsa francesi: molti dettagli stilistici, infatti, sono più vicini alla concept car DeZir che Renault fece vedere nel 2010.
 
Basata con ogni probabilità sul telaio della Megane Trophy da corsa, che utilizza un motore V6 in posizione centrale, la Alpine A110 Concept dovrebbe avere al suo arco la bellezza di 400 CV
 
Non vi sono, per il momento, informazioni riguardanti la presenza di soluzioni ibride ne viene specificato se la vettura possa o meno avere un futuro commerciale: per maggiori informazioni attendiamo dunque il comunicato ufficiale della Casa che seguirà, tra poche ore, le poche rilasciate dalla rivista tedesca Sportauto protagonista della classica "rottura d'embargo".

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