Autostrade, le possibili difficoltà di Anas nel gestire le future concessioni

Autostrade, le possibili difficoltà di Anas nel gestire le future concessioni
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  • di Luciano Lombardi
In un'interessante analisi politico-economica de Il Sole 24 Ore i potenziali ostacoli che potrebbero frapporsi al subentro di Anas ad Aspi
  • di Luciano Lombardi
3 gennaio 2020

Secondo il nuovo decreto Milleproroghe, per via della revoca delle concessioni oggi in carico ad Aspi (che la ritiene incostituzionale, ndr), la gestione dei 3 mila chilometri delle nostre autostrade dovrebbe (potrebbe?) andare all'Anas, e quindi allo Stato poiché si tratta di una società del gruppo FS e quindi di un'azienda pubblica.

Si tratterebbe, in realtà, di una soluzione d'emergenza, temporanea (anche se è molto difficile, oggi, stabilirne la durata), in attesa di mettere in piedi la gara d'appalto per individuare un nuovo concessionario.

Siamo, in ogni caso, ancora nel pieno campo delle ipotesi, poiché la decisione è subordinata a tutta una serie di questioni di ordine economico, legale e operativo.

L'ipotesi "scudo"

Anas ha già messo le mani avanti, chiedendo chiarezza, ma soprattutto garanzie. Tutti aspetti che il suo cda dovrà affrontare nel corso di questo mese, assieme all'individuazione di oneri e onori da parte di tutti i soggetti coinvolti.

Il nodo più intricato da sciogliere, ad oggi, sembra essere quello di carattere giuridico, e qui una delle ipotesi più verosimili è quella del cosiddetto “scudo penale”, simile a quello che venne introdotto nell'acquisizione dell'ex Ilva da parte di Arcelor Mittal.

Si tratterebbe di un insieme di clausole che andrebbero a escludere le responsabilità imputabili ai futuri dirigenti Anas in caso di incidenti riconducibili a inadempienze, presenti e passate, degli attuali gestori.
 

Il nodo economico

Sotto il profilo operativo e finanziario le cose potrebbero trovare una soluzione - relativamente - più semplice, dal momento che Anas è già strutturata per gestire i 30 mila chilometri di strade e che potrebbe contare sulle entrate dei pedaggi per la copertura dei nuovi investimenti che si renderanno necessari in relazione al piano si sviluppo che prenderà forma, e sul quale, stando a voci non confermate, i vertici starebbero lavorando già da mesi con il Governo e i ministeri coinvolti.

Anche qui, tuttavia, potrebbero aprirsi degli interrogativi, in riferimento a tutte quelle tratte in cui il pedaggio è momentaneamente sospeso e che, pertanto, registreranno mancati incassi a cui qualcuno (la stessa Anas? I soldi pubblici? La società Autostrade?) dovrà provvedere.

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