Autostrade, De Micheli: «Evidenze di mancata manutenzione»

Autostrade, De Micheli: «Evidenze di mancata manutenzione»
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Un dossier sul tavolo del Ministero dei Trasporti indica le irregolarità delle inadempienze di alcuni concessionari. Sarà la base per la revisione del sistema di concessioni
2 gennaio 2020

Un dossier, che è sul tavolo del ministro dei trasporti Paola De Micheli, conterrebbe le prove che Atlantia non ha provveduto a mantenere adeguatamente le infrastrutture di sua competenza, provocando indirettamente disastri come quello del Ponte Morandi e gli altri incidenti che si sono verificati soprattutto in Liguria.

Lo ha reso noto intervenendo stamattina a Radio24 lo stesso ministro, per il quale vi sono «troppe evidenze, ahimè concrete, di situazioni di mancata manutenzione, di ritardi o di manutenzioni fatte secondo criteri che non sono oggettivi».

«Prima di renderlo pubblico - ha affermato -, credo sia corretto farlo vedere al presidente del Consiglio e ai miei colleghi ministri. È ovvio però, è evidente a tutti, che qualcosa in questi anni è successo, o meglio temo che qualcosa non sia successo».

Nelle prossime settimane sarà dunque affrontato il tema concessioni. «Ho sempre detto - ha aggiunto De Micheli - che tutto il rapporto concessorio tra lo Stato e i concessionari ha bisogno di essere rivisto, perchè in troppe situazioni è emerso che questi contratti danno molti vantaggi al concessionario e mettono lo Stato in una condizione di debolezza».

Il ministro ha ricordato che «La proprietà del bene concesso è dello Stato e non ci può essere questa disparità, e la norma inserita nel decreto Milleproroghe fa questo: riequilibra il rapporto tra Stato e concessionari e mette questi ultimi tutti nelle stesse condizioni». E illustrando l’attività in corso al ministero De Micheli ha spiegato: «Stiamo concretamente revisionando le concessioni per rispostare l’equilibrio concessorio da un manifesto “favor” nei confronti dei concessionari a una difesa dell’interesse pubblico, lo facciamo anche con una certa rigidità che non tutti comprendono e non tutti apprezzano, ma è nostro dovere».

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