Detroit: bancarotta per la Motor City americana

Detroit: bancarotta per la Motor City americana
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La città di Detroit (USA), capitale dei motori americana, ha dichiarato lo stato di bancarotta. Rimane solido il terreno per l'industria automobilistica, che teme però ricadute d'immagine
19 luglio 2013

La città di Detroit (USA) ha dichiarato lo stato di bancarotta. La drammatica situazione finanziaria è stata annunciata dal Commissario Straordinario Kevyin Orr, che dopo numerosi tentativi ha dovuto arrendersi dinnanzi all'impossibilità di pagare i pesanti debiti che affliggono la metropoli americana e che ammonterebbero ad un totale compreso tra i 18 e i 20 miliardi di dollari.

Le cause

La situazione è stata causata da numerosi fattori, fra cui, primo di tutti, la pessima gestione finanziaria - che ha visto dilagare il fenomeno della corruzione lasciando così piede libero al malaffare – coadiuvata da un fenomeno demografico di ingente entità, ovvero il pesante spopolamento della città.

La capitale dei motori USA ha visto infatti calare la propria popolazione da un totale di quasi due milioni di abitanti degli anni '50 ai circa 800.000 odierni, provocando una città sostanzialmente disabitata (circa 80.000 edifici sono praticamente vuoti), oltre che disoccupata: nell'ultimo decennio infatti il tasso di disoccupazione è passato dal 7,6 al 18,6%; fattori questi che sommati tra di loro hanno letteralmente fatto traboccare un vaso ormai saturo.

Il mondo dell'auto

Orr avrà la possibilità di avviare la commercializzazione degli asset appena gli verrà concesso ufficialmente il via libera, mentre il Presidente Obama segue molto da vicino la difficile situazione. Ma cosa succederà all'industria automobilistica che nella città di Detroit trova in America la sua capitale?

Le quattro ruote dovrebbero in realtà godere di un terreno ben solido al di sotto dei loro piedi, in quanto i più importanti Gruppi godono di un asset societario saldo, con un mercato stabile ed una produzione a pieno regime


Le quattro ruote dovrebbero in realtà godere di un terreno ben solido al di sotto dei loro piedi, in quanto i più importanti Gruppi – Chrysler, Ford e General Motors - godono di un asset societario saldo, con un mercato stabile ed una produzione a pieno regime.

Una situazione di solidità a cui ha contribuito sensibilmente il Gruppo Fiat-Chrysler. Come evidenziato di recente dal celeberrimo quotidiano New York Times, lo stabilimento Jefferson North Assembly (situato appunto a Detroit, nel Michighan), ove la nuova Jeep Grand Cherokee viene prodotta, è destinato a fruttare un totale stimato di circa 2 miliardi di dollari.

Quali conseguenze?

Le preoccupazioni dei manager delle aziende private sono in realtà al momento legate all'immagine, in quanto preoccupati dal possibile discredito che questo evento potrà portare sui vari brand. Nessuna notizia al momento sul Salone di Detroit 2014, che rimane per ora – in base alle informazioni disponibili – confermato.

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