Diesel Volkswagen: Tar conferma multa Antitrust da 5 milioni

Diesel Volkswagen: Tar conferma multa Antitrust da 5 milioni
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Nel frattempo la Commissione UE mette sotto accusa Germania, Gran Bretagna Lussemburgo, Spagna, Grecia, Lituania e Repubblica Céca per la loro “linea morbida” nei confronti di Volkswagen
9 dicembre 2016

E' stata confermata dal Tar del Lazio la multa da 5 milioni di euro inflitta lo scorso agosto dall'Antitrust a Volkswagen Group Italia e Volkswagen AG per “pratica commerciale scorretta”. Il provvedimento, di cui la filiale italiana di Wolfsburg aveva fatto richiesta la sospensione poi respinta dai giudici, era stato adottato ai sensi dell’art. 27 del Codice del Consumo come sanzione per aver diffuso attraverso Internet e brochure informative valori di consumo ed emissioni inquinanti ed ambientali non corrispondenti alla realtà, secondo quanto appurato nell'ambito dalle varie inchieste sul caso “Dieselgate”.

Il Tar ha ritenuto inesistenti i presupposti per la sospensione del provvedimento sanzionatorio presentati dal costruttore «considerato che la sanzione pecuniaria risulta già corrisposta e che la condotta è cessata il 15 settembre 2015», si legge nel provvedimento del Tar. 

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato era stata interpellata su segnalazione delle associazioni di consumatori Associazione Codici, Movimento Difesa del Cittadino, Confconsumatori, Codacons, Altroconsumo, Cittadinanzattiva Onlus e Federconsumatori Bologna. 

Sette paesi UE sotto accusa

Intanto la Commissione Europea ha aperto, o in alcuni casi sta per farlo, procedure di infrazione per sette paesi membri - Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Spagna, Grecia, Lituania e Repubblica Céca – in conseguenza del caso Volkswagen.

Secondo Bruxelles, Germania, Gran Bretagna e Lussemburgo, nazioni in cui sono state rilasciate omologazioni per i veicoli dalle emissioni alterate, vanno multate perché a loro volta non hanno spiccato alcuna sanzione nei confronti di Volkswagen per aver commercializzato sul loro territorio veicoli che ormai era appurato non fossero conformi.

Inoltre, saranno aperte ulteriori procedure di infrazione nei confronti di Germania e Gran Bretagna per aver rifiutato le richieste dalla Commissione di fornire tutte le informazioni tecniche raccolte durante le indagini nazionali sulle emissioni di NOx delle vetture Volkswagen ma anche di altri costruttori.

Grecia, Lituania e Repubblica Céca, invece, sono sotto accusa per non aver mai attuato il sistema di sanzioni previsto dall'UE nei confronti dei produttori responsabili di irregolarità. Ora gli Stati membri chiamati in causa hanno due mesi di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora. 

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