Filosofia della tecnica. Lo strano caso di via Monviso

Filosofia della tecnica. Lo strano caso di via Monviso
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  • di Carlo Sidoli
Molte volte si dà per scontata una premessa che non è vera o non è plausibile; sarebbe stato sufficiente andare più a fondo, capire che era falsa, e molte conseguenze si sarebbero evitate
  • di Carlo Sidoli
21 aprile 2016

Punti chiave

Se i Troiani, narra Omero, non avessero dato per scontato che i Greci, scomparsi alla loro vista, se ne erano tornati a casa dopo dieci anni di insuccessi e che nel Cavallo di legno lasciato sotto le mura non potevano starci dei guerrieri, ma avessero controllato l’effettiva partenza dei nemici, l’Iliade sarebbe finita in un modo diverso.

Ora veniamo a fatti più banali di casa nostra, come il caso di via Monviso a Milano, balzato all’onore delle cronache perché l’assessore ai Lavori Pubblici e all’Arredo Urbano del Comune, signora Carmela Rozza, si è esibita, davanti a testimoni e macchine fotografiche, nel verniciare di bianco (tintura comunque lavabile) la fiancata di un’auto che si trovava in clamoroso divieto di sosta sul marciapiede. Ne è nata una specie di gara a disputarsi chi ha sbagliato di più e la signora Rozza, notoriamente combattiva e disposta a reiterare il suo gesto, si è vista arruolare tra i peggiori pistoleri del Far West, usi a farsi giustizia da soli, oppure tra i seguaci di Robin Hood difensori di chi subiva i torti dei prepotenti. Direi che ha sicuramente vinto il partito dei “ben gli (le) sta”, appioppato indistintamente a chi ha parcheggiato la vettura (malissimo e transitando su una rampa per disabili) e alla signora Rozza incappata nell’art. 639 del Codice Penale (delitti contro il patrimonio), con l’aggravante di essere un personaggio con incarichi ufficiali ed educativi: era lì con i volontari del “Cleaning Day” a ripulire i muri di una scuola. “Cleaning Day” per le pareti ma, evidentemente, “Painting Day” per le portiere delle automobili in divieto di sosta esagerato. Personalmente trovo la cosa divertente perché sono certo che se avessero lasciato un secchio ed un pennello a disposizione di chiunque, accanto alla vettura così intralciante, la quasi totalità dei pedoni, purché certa di non essere vista, avrebbe provveduto di conseguenza.


 

Però, spennellare esibendosi assume tutt’altro rilievo, anche se si vuole qualificare il gesto come conseguenza di uno “sdegno irrefrenabile”. Sappiamo che dietro a tutto ciò si muove anche la politica

Però, spennellare esibendosi assume tutt’altro rilievo, anche se si vuole qualificare il gesto come conseguenza di uno “sdegno irrefrenabile”. Sappiamo che dietro a tutto ciò si muove anche la politica (guarda caso, c’è una polemica in corso sulle multe per divieto di sosta a Milano con protagonista l’on. Mariastella Gelmini che milita nel fronte opposto a quello di Carmela Rozza) e ogni mossa è rapportata al maggiore o minor consenso della base elettorale. Altrimenti (e qui torno allo spunto iniziale) come si giustifica la premessa, da tutti presa per buona senza impegnarsi troppo, che “non è stato possibile rimuovere l’automobile”? Cioè i vigili, che sono ovviamente intervenuti per multare il proprietario dell’auto sul marciapiede, constatato che il carro attrezzi aveva qualche difficoltà a rimuovere il veicolo se ne sono andati via bellamente, rinunciando all’impresa.

Si vuole far credere che “i potenti mezzi a disposizione dal Comune di Milano” si arrendono davanti alla disperata impresa di spostare un’auto esattamente lungo la stessa traiettoria percorsa dalla vettura per cacciarsi dove è stata trovata? Sono (siamo) messi male: evidentemente non ci sono cavi, carrelli, argani e buona volontà a disposizione. Se dunque quella vettura fosse lì per un guasto, o non se ne rintracciasse il proprietario, rimarrebbe in quel posto indefinitamente, fino all’improbabile arrugginimento o al suo smantellamento progressivo, rimossa pezzo per pezzo, a partire dalle ruote. Oppure, una equipe di meccanici dovrebbe intervenire in loco, “operando a cuore aperto” in mezzo alla strada, magari sostituendo il motore. Allora, per essere chiaro, non dico che quella vettura ce l’abbiano messa lì apposta per fare una sceneggiata a beneficio dei “media” (casualmente presenti) ma, una volta trovatala così malamente parcheggiata ha fatto molto comodo ed è stato ritenuto conveniente lasciarcela (o non fare troppi sforzi per rimuoverla). Così ci siamo divertiti un po’ tutti.

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