WRC17 Argentina. 2a Tappa. Ancora Evans (Ford). Ma Finale Thriller

WRC17 Argentina. 2a Tappa. Ancora Evans (Ford). Ma Finale Thriller
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Evans “tiene” alla distanza della seconda tappa, ma deve rallentare e lascia avvicinare Neuville e Tanak (2 PS vinte). Meeke vola e vince due Seciali, ma poi vola fuori ed è ancora out. Stop anche per Ostberg. Ogier sorvegliato speciale
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
30 aprile 2017

Villa Carlos Paz, 29 Aprile 2017. Si riparte, ma la musica non cambia. Evans vince la prima Tanti-Villa Bustos, 20 KM, e continua ad allungare. Di poco, e poco alla volta, ma inesorabilmente. E fanno sette. È solo l’inizio della seconda tappa, ma il segnale di invito alla prudenza sembra arrivare poco chiaro, o non arriva affatto, nei cockpit di più di un Equipaggio. Neuville, troppo veloce, allarga e va sbattere sul fianco della montagna. Fortuna che la “sponda” lo rimette in pista, fortuna “sfacciata” che se la cavi solo con una foratura e senza perdere tempo. Ma dopo tanti, troppi “scartini”, finalmente il belga ha pescato il Jolly e gli è andata bene. Tanto è vero che, dopo Tanak, scavalca anche Ostberg, a sua volta in difficoltà per la perdita di parte dell’”aero” e per il blocco dell’idraulica, e sale al secondo posto. Ogier non parte più per primo, ma il suo apparente calvario non cambia e anche per il Campione del Mondo non tutto fila liscio. Un cane che attraversa la strada e un tuffo “scoordinato” in uno dai mille, terribili guadi argentini. Il sesto tempo iniziale del Re, tuttavia, sta ad indicare una sola cosa: che il francese è zen, arroccato in difesa e il più possibile lontano dai rischi. Ufficialmente, tuttavia, si lamenta, di questo o quello, piccole cose che non capisce.

Le Citroen sono ripartite, ma quella di Breen è nuovamente ritirata per una perdita d’olio. Al contrario, quella di Meeke e Nagle va come una fucilata, anche se esteticamente ricorda l’enfant terrible di una famosa pubblicità di una utilitaria del Gruppo (rivedetevela, è un “classico”). I meccanici non hanno avuto tempo per il maquillage, ma la sostanza esplosiva della C3 è intatta. Terzo tempo a Villa Bustos, una doppietta esemplare, sulla Tanti-Villa Bustos, 20 chilometri, e sulla leggendaria, magnifica Los Gigantes-Cantera El Condor di 38 chilometri, e ancora un terzo a Villa Bustos. Purtroppo, dopo aver riletto mentalmente parte delle emozioni vissute durante la vittoriosa edizione 2015, Meeke vola via durante il secondo passaggio dei Giganti, ed è un nuovo ritiro, questa volta definitivo. Veloce, forse troppo, l’irlandese non rinnega il temperamento che ne fa uno dei Piloti più spettacolari e, quindi, più acclamati, ma deve riconoscere che questo è il Rally nel quale trovare la misura è, più che un vantaggio, una necessità.

È il momento dell’allarme generale. Anche Ostberg si ritira con una sospensione danneggiata irreparabilmente, ed Evans è costretto ad un brusco rallentamento per i danni riportati all’aerodinamica della Fiesta M-Sport e da una foratura, ma resta in testa al Rally, per il momento ancora agevolmente. Simultaneamente Tanak esce allo scoperto e vince due Speciali d’infilata, rileva il terzo posto che era stato di Ostberg e si avvicina a Neuville.

È cronaca, ma quasi storia vecchia. Sta per aprirsi il terzo capitolo di un Rally che è diventato sempre più incerto, da fiato sospeso. Un autentico thriller.

Ricapitolando, Evans, dopo aver vinto la prima Speciale del giorno, passa indenne tra le doppiette di Meeke e di Tanak, e controlla una situazione che è ancora favorevole. Poi arriva l’ultima Speciale della Tappa, la Boca del Arroyo-Bajo del Pungo di 20.52 chilometri. Senza una ragione apparente Evans perde la confidenza con la Macchina, che denuncia un eccessivo sovrasterzo e la volatilità del retrotreno. È quanto basta per lasciare sulla pista quasi venti secondi, trasferiti sul pallottoliere di Thierry Neuville che, nel frattempo, ha portato la sua Hyundai alla prima vittoria in questo Rally, così come aveva fatto Paddon nel finale della prima tappa.

L’ultimo capitolo, dunque, si prepara partendo da uno scenario totalmente, o quasi, inaspettato. Sullo sfondo tre Prove Speciali-leggenda che sembrano correre sulle note di Ennio Moricone: El Condor-Copina, due volte compreso il Power Stage, e Mina Clavero-Giulio Cesare. 55 chilometri in totale, difficilissimi e carichi all’inverosimile di potenziale imprevisto. In primo piano, invece, il programma di un duello tra due Piloti fortissimi e in un momento di grazia, Evans e Neuville, distanti oltre un minuto solo 24 ore prima e ora separati da una barriera sottilissima, 11 secondi e mezzo. Davvero un duello chiave, stando almeno a quando dichiara un Evans particolarmente “carico” sul traguardo della seconda tappa: “Non sono venuto qui, e ho fatto tutto questo, per un secondo posto. Per vincere, a Neuville non basterà combattere all’ultimo sangue!”

Dovesse essere un duello “all’ultimo sangue” è chiaro che i rischi dell’Argentina sarebbero tutti lì, in agguato, e in un eventuale epilogo che… non faccia prigionieri, è giusto che siano in agguato anche Tanak, a trenta secondi, e pure l’incontentabile Ogier, che nonostante tutto è ancora in zona podio

Questo vuol dire che l’Evans della sera prima non si accontenterà mai di un piazzamento. Bisogna vedere come la penserà domenica mattina, anche un secondo posto così sarebbe qualcosa che non ha mai visto, e anche come, nel frattempo, l’avrà pensata Neuville che in Corsica ha puntato tutto sul suo campionato rifiutando di incrociare le armi nell’ultima frazione. Dovesse essere un duello “all’ultimo sangue” è chiaro che i rischi dell’Argentina sarebbero tutti lì, in agguato, e in un eventuale epilogo che… non faccia prigionieri, è giusto che siano in agguato anche Tanak, a trenta secondi, e pure l’incontentabile Ogier, che nonostante tutto è ancora in zona podio.

Invece di star qui a far pronostici impossibili, prepariamo birre e noccioline per la diretta della finalissima. O meglio ancora, tutti al Condor!

Foto: Santiago Monti, Federico Baratella, Manrico Martella

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