Peugeot 207

Peugeot 207
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Provato l'attesissimo millesei da 120 CV
30 giugno 2007

La Peugeot 207 si conferma l'auto più venduta in Europa, con buona pace di una concorrenza davvero agguerrita, e in redazione abbiamo pensato bene di tornare sul tema: dopo la 1.6 THP da 150 CV abbiamo così voluto provare la sua sorellina dotata sostanzialmente dello stesso propulsore a iniezione diretta di benzina - sviluppato in joint venture con BMW che lo utilizza per la Mini - ma senza turbocompressore.
In effetti, con la sua carrozzeria scintillante nel suo verde chiaro la "nostra" 207 sa attirare molti sguardi, per lo più di approvazione, a conferma di una linea che piace, dominata com’è da quella gigantesca “bocca” frontale. Le nostre attenzioni, però, fin dai primi chilometri si sono concentrate tutto sotto il cofano, ma prima di addentrarci nei segreti del piccolo quattro cilindri fraco-tedesco dobbiamo dire che la peugeot 207 si è dimostrata una piacevolissima “riscoperta”.

Tanti motivi per essere al top
Appena saliti a bordo abbiamo ritrovato l’abitacolo spazioso (soprattutto per chi siede davanti, ma anche dietro due adulti non stanno poi male) e rifinito con cura. Rivestimenti di ottima qualità (in rapporto al prezzo) e un design semplice ma indovinato accolgono subito nel migliore dei modi guidatore e passeggero. Il primo non deve faticare a trovare una valida posizione di guida, peccato solo per il volante regolabile solo in altezza, non in profondità. In compenso una volta in movimento lo sterzo si conferma essere uno dei migliori servoassistiti in circolazione: leggerissimo alle basse andature, man mano che la velocità aumenta cresce anche la sua resistenza, ma in modo estremamente progressivo e credibile. Nessuna traccia di quella sensazione “artificiale” che affligge tanti comandi della concorrenza, tanto più che alle alte velocità il comando mostra anche un’apprezzabile precisione e sensibilità.
Di buon livello anche la risposta dell’impianto frenante, che sono inizialmente può sembrare un po’ troppo pronto, e la manovrabilità del cambio, manuale a cinque marce. A questo riguardo siamo i primi a riconoscere che i turbodiesel ci hanno viziati, ma ormai sei marce si mettono anche nei… frullatori e un rapporto in più avrebbe consentito di ridurre il regime in autostrada (prossimo ai 3.900 giri a 130 km\h in quinta), a tutto vantaggio di consumi e rumorosità, migliorando allo stesso tempo le riprese nella guida nel misto.
Proprio nei percorsi ricchi di curve la “nostra” 207 ha confermato anche un’altra sua caratteristica di base, evidenziando un assetto piacevolmente orientato al divertimento di guida, pur essendo leggermente meno rigido rispetto a quello sperimento sulla 207 THP. Certo il termine “sportivo” sarebbe (giustamente) improprio, ma il rollio pur evidente non è mai eccessivo. Contenuto anche il sottosterzo, grazie ad un avantreno preciso che sembra sempre felice di percorrere la linea ideale tracciata con il colante. Più contenuta, rispetto alla THP provata in precedenza, è apparsa anche la “vivacità” del posteriore: questa è sempre presente, ma con reazioni più lente e prevedibili, anche se restiamo dell’idea che la 207 richieda un minimo di concentrazione in più rispetto alle dirette concorrenti. Del resto l’ESP – di serie e non disinseribile oltre i 50 km\h- non dovrebbe mai essere la scusa per staccare il…. cervello!

 

Iniezione diretta per 120 CV
Dopo avere ripreso rapidamente le misure della 207 è venuto finalmente il momento di concentrarci su nuovo propulsore piazzato sotto il cofano della 207.
Rispetto al 1.6 THP oggetto della nostra prova precedente l’assenza del turbocompressore si traduce in 30 CV di meno (in questo caso sono 120) e in una coppia inferiore (160 Nm - a 4.250 giri - anziché 240), ma anche in consumi ancora più contenuti (la Casa dichiara 6,1 l/100 km nel ciclo misto, pari a 145 g/km di CO2 per la versione con cambio manuale).
Insomma tutto quello che può desiderare un acquirente che non ne vuol sapere del solito "naftone" (magari perché non fa il rappresentante di commercio, magari perché ormai la differenze di prezzo alla pompa è ridicola ma la differenza in termini di silenziosità e progressione è ancora rilevante), ma è comunque attendo ai costi di gestione.

Del resto i contenuti tecnici sono di primo piano, a partire dalla già citata iniezione diretta della benzina per proseguire con l’alzata variabile delle valvole di aspirazione. Da quest’ultima tecnologia in particolare deriva anche la denominazione ufficiale dell’unità, battezzata appunto VTi (Variable valve lift and Timing Injection o fasatura variabile continua).

Al volante
Una volta al volante questo concentrato di tecnologia si traduce in un comportamento piuttosto brillante a fronte di consumi effettivamente contenuti. La coppia appare ben distribuita anche nella metà inferiore del contagiri, il che abbinato ai rapporti piuttosto corti consente di non ricorrere troppo spesso al cambio e di mantenere a lungo le marce più alte anche nella guida in città, non appena il traffico si fa un po’ scorrevole.
Certo per effettuare i sorpassi più decisi la scalata è d’obbligo, ma in questi frangenti va detto che i 120 CV – valore di per sé buono per un 1.6 aspirato - devono vedersela con una massa non proprio contenuta: oltre 1.200 kg.
In effetti, più che nell’allungo è nelle riprese che si avverte la differenza rispetto al 1.6 turbo THP: gli 80 Nm di coppia in più fanno possono effettivamente fare la differenza in molte situazioni, per lo meno per i guidatori più esigenti, ma va detto che le due unità si rivolgono a target diversi.
Sul fronte del confort di viaggio, infine, il 1.6 VTi si fa apprezzare per la sua silenziosità: solo in fase di accelerazione fa sentire la sua voce, ma si tratta di un rumore sportivo per niente fastidioso, che anzi contribuisce a rendere più divertente la guida, per poi “scomparire” quando si viaggia a velocità costante. Solo in autostrada il propulsore torna a farsi sentire, non potendo contare sull’aiuto di una sesta marcia più lunga.

Anche automatica
In alternativa al cambio manuale a cinque rapporti la peugeot 207 VTi è disponibile anche con un cambio automatico a comando sequenziale Tiptronic System Porsche, inedito sulla compatta francese, ideale per chi privilegia il comfort.

Quanto costa?
La peugeot 207 1.6 VTi costa tra i 15.250 e  i 16.850 euro, a seconda dell’allestimento: un prezzo competitivo rispetto alle principali concorrenti, a fronte di una dotazione di serie completa, che comprende tra le altre cose sei airbag, ABS, ESP, condizionatore e radio con CD.

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  • Prezzo da 10.125
    a 23.325 €
  • Numero posti da 2
    a 5
  • Lunghezza da 403
    a 404 cm
  • Larghezza da 172
    a 175 cm
  • Altezza da 147
    a 150 cm
  • Bagagliaio
  • Peso da 1.139
    a 1.356 Kg
  • Segmento Due volumi
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