Per ripianare il bilancio UE dei prossimi anni, tassa sulla benzina (e sul riscaldamento)

Per ripianare il bilancio UE dei prossimi anni, tassa sulla benzina (e sul riscaldamento)
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L’Unione Europea cerca nuove entrate per il bilancio post-Covid: nel mirino anche i carburanti e il riscaldamento domestico.
18 giugno 2025

Bruxelles tassa la benzina per tappare i buchi del bilancio europeo. Non è solo uno slogan, ma un’ipotesi concreta che sta aprendo il dibattito in Europa. L’ETS 2, la nuova tassa sulle emissioni di CO2 approvata nel 2023 ed efficace dal 2027, rischia di diventare uno strumento fiscale più che ambientale. E a farne le spese potrebbero essere proprio i cittadini, soprattutto chi usa l’auto ogni giorno o ha il riscaldamento a gas.

Cos’è l’ETS 2 e perché crea polemiche

Il nuovo sistema ETS 2 estende la logica del "chi inquina paga" anche a carburanti per auto private e riscaldamento domestico. I fornitori dovranno acquistare quote di CO₂ per ogni tonnellata emessa. Anche se non pesa direttamente sui cittadini, è facile prevedere che i costi ricadranno su bollette e carburante.

Secondo BloombergNEF, il prezzo della CO2 emessa potrebbe salire fino a 149 euro a tonnellata nel 2030, con un impatto stimato del +41% sulle bollette del riscaldamento. La benzina? Ancora nessun numero ufficiale, ma l’aumento è considerato probabile. L’aspetto che infiamma il dibattito è la destinazione di queste risorse: non più solo per il Green Deal, ma anche per coprire spese UE, come il rimborso del Recovery Fund o la difesa comune.

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Quanto incasserà Bruxelles?

Parliamo di cifre enormi: fino a 705 miliardi tra il 2027 e il 2035. Originariamente, una parte consistente di questi introiti doveva andare al Social Climate Fund da 86,7 miliardi, pensato per aiutare le famiglie vulnerabili. Ora però l’ipotesi sul tavolo è di usare una fetta dei ricavi per coprire il bilancio comunitario dal 2028 al 2034.

Italia e altri Paesi dicono no

In Italia la reazione è dura e bipartisan. Pasquale Tridico (M5S) parla di “boomerang sociale”, la Lega accusa Bruxelles di aver adottato la pressi del “tassa e spendi” e Renzi critica “tecnocrati scollegati dalla realtà”. Anche Francia, Polonia e Slovacchia contestano il provvedimento e non hanno ancora recepito la direttiva, a differenza dell’Italia che lo ha fatto nell’autunno scorso.

Gli effetti sull’automobilista medio

Per milioni di automobilisti europei, la questione è semplice: costi più alti per usare l’auto. Dopo anni di caro carburanti, inflazione e restrizioni alla circolazione, l’ETS 2 rischia di colpire ancora una volta chi l’auto la usa per necessità, non per lusso.

Se il prezzo della CO₂ salirà davvero, fare il pieno sarà più caro. Il Green Deal europeo punta a zero emissioni entro il 2050, ma se il costo della transizione grava troppo sui cittadini, il rischio è che cresca solo il malcontento.

Serve una transizione più equa

La transizione ecologica non può diventare solo una nuova tassa mascherata. Lo sottolinea anche Tridico, che propone di rimandare l’ETS 2 e tassare invece multinazionali e grandi patrimoni, principali protagonisti dell’elusione fiscale.

Per Bruxelles la sfida è chiara: trovare risorse senza scaricarle su chi ha meno. E spiegare chiaramente perché spostarsi o scaldarsi costerà di più. Perché se l’Europa verde diventa solo più cara, allora non è un futuro sostenibile, ma solo una bolletta più salata.

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