Dieselgate, Audi: class action in USA per i 3.0 benzina

Dieselgate, Audi: class action in USA per i 3.0 benzina
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Una class action nata negli USA riguarderebbe Audi. La casa di Ingolstad avrebbe installato un defeat device – simile a quello dei Diesel – anche nei suoi 3.0 litri a benzina.
10 novembre 2016

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Non c’è pace per il Gruppo Volkswagen. Stavolta a finire al centro del mirino è Audi: la casa di Ingolstadt è oggetto di una class action negli Stati Uniti per un presunto defeat device installato sui propulsori a benzina da 3.0 litri, simile a quello già noto dei motori Diesel.

Ad essere coinvolto, quindi, è l’alto di gamma dei Quattro Anelli: A6, A8, Q5 e Q7, ed altri due non ancora identificati. Interessati dalla class action sono oltre 100.000 veicoli, mentre le accuse mosse dalla corte federale di Chicago sono molto gravi: Audi avrebbe incoraggiato l’uso del dispositivo in grado di manipolare le emissioni sino a maggio 2016, ben otto mesi dopo lo scoppio del Dieselgate.

Secondo quanto riportato dal sito Automotive News Europe, né Jeannine Ginivan Mark Clothier – rispettivamente portavoce di VW ed Audi – hanno voluto commentare quanto accaduto.

Tutto ciò avviene due settimane dopo l’approvazione del Giudice Distrettuale Charles Breyer per il piano da 14,7 miliardi di dollari con cui Volkswagen andrà a ripristinare 480.000 veicoli mossi dal 2.0 litri Diesel. Va altresì ricordato che la multinazionale di Wolfsburg rischia un processo con i possessori delle vetture all’interno delle quali è installato il 3.0 TDI, oltre alle conseguenze legali per aver violato le norme di inquinamento negli USA e in Europa.

Sono dure le parole di Steve Berman, legale della Hagens Berman Sobol Shapiro LLP, lo studio legale che segue i cittadini promotori della class action. «Nonostante il Dieselgate fosse già ben noto a tutti quanti, Audi ha continuato a truffare i consumatori installando il defeat device in altri veicoli» si legge in una nota stampa. 

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