Formula 1: Max Verstappen campione del mondo a Singapore se...

Max Verstappen a Singapore avrà a disposizione il primo match point per il titolo mondiale 2022 di Formula 1. Il campione in carica potrebbe fare il bis con ben cinque gare d'anticipo, un'impresa messa a segno da soli due piloti nella storia della categoria. Nigel Mansell, iridato nel 1992 con l'esagerata FW14B tanto cara a Sebastian Vettel. E Michael Schumacher, che nel 2002 si aggiudicò il titolo nel bel mezzo dell'estate, a Magny Cours a luglio, con ben sei gare ancora da disputare. Un obiettivo sfidante, viste le condizioni che dovrebbero verificarsi affinché Verstappen colga il titolo già domenica. Vediamole nel dettaglio.

Verstappen sarebbe campione a Singapore se avesse 138 punti di vantaggio sulla concorrenza. Ai 26 punti per vittoria e giro più veloce delle cinque gare restanti si aggiungono infatti le otto lunghezze in palio per il successo nella Sprint di Interlagos. Classifica attuale alla mano, Verstappen deve guadagnare 22 punti su Charles Leclerc e 13 su Sergio Perez per vincere il mondiale a Marina Bay. Entrando nel merito delle permutazioni, una cosa è certa: Max deve cogliere un successo. Se ottenesse anche il giro più veloce, sarebbe campione se Leclerc non andasse oltre l'ottavo posto e Perez oltre il quarto. Se invece non cogliesse il crono più rapido in gara, vincerebbe il mondiale se Leclerc non andasse oltre il nono posto e Perez oltre il quarto, o quinto con il giro più veloce. 

Per consegnare a Verstappen il mondiale già a Singapore, insomma, servono degli imprevisti per Leclerc, che difficilmente concluderebbe altrimenti ai margini della zona punti. L'ipotesi più probabile è che Max colga il suo secondo titolo mondiale a Suzuka. L'olandese non è esattamente un sentimentalone, ma ci pensiamo noi ad aggiungare una nota quasi romantica. Se le cose amdassero davvero così, Verstappen chiuderebbe idealmente un cerchio, andando a prendere l'iride sulla pista su cui, nel 2014, disputò la sua prima sessione di prove libere in F1. Aveva solo diciassette anni. Ora, alle porte del quarto di secolo, si candida a lasciare un solco profondo nella storia della categoria.