Carlos Ghosn, emesso un nuovo mandato di arresto

Carlos Ghosn, emesso un nuovo mandato di arresto
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La procura di Tokyo ha emesso un altro mandato di arresto per Carlos Ghosn
21 dicembre 2018

Il pubblico ministero della procura di Tokyo ha emesso un nuovo mandato di arresto nei confronti di Carlos Ghosn: l'accusa è di abuso di fiducia nel rivestire la carica di numero uno di Nissan. Questo sviluppo nella vicenda giudiziaria di Ghosn fa svanire le speranze del top manager di essere scarcerato, alimentate nei giorni scorsi dalla notizia del rifiuto della richiesta del pubblico ministero di prolungare il provvedimento di custodia cautelare per altri 10 giorni.

Il terzo mandato di arresto è stato emesso perché gli inquirenti sostengono che Ghosn nel 2008 abbia spinto Nissan a farsi carico di un contratto personale concernente degli strumenti derivati in perdita per 1,85 miliardi di yen; in un secondo momento Ghosn si sarebbe avvalso dell'aiuto di una terza persona per rivalersi del credito accumulato nei confronti della banca. Tra il 2009 e il 2012, poi, Ghosn avrebbe trasferito 14,7 milioni di dollari da una controllata della Nissan al conto della terza persona. 

Secondo il diritto societario giapponese, un comportamento di questo tipo rappresenterebbe una speciale violazione della fiducia, un reato penale in cui incorrono i dirigenti che abusano della propria posizione per ottenere un guadagno personale. Sulla base di questa accusa, Ghosn resterà in carcere per almeno due giorni; il pubblico ministero potrà richiedere una proroga del provvedimento per dieci giorni. 

Ghosn era stato arrestato in Giappone il 19 novembre scorso con l'accusa di aver sottostimato i suoi compensi fino al 2014, per un importo pari a 44 milioni di dollari. Il pubblico ministero aveva chiesto l'estensione del periodo di detenzione per un altro illecito finanziario relativo agli ultimi tre anni. Il 10 dicembre era stata formalizzata l'incriminazione nei suoi confronti. 

Ghosn, 64 anni, è stato nominato presidente della Nissan nel 2000, ed è tra i maggiori responsabili del progetto di fusione con la francese Renault, che ha consentito alla casa auto nipponica il ritorno alla redditività dopo una lunga crisi, tramite un drastico processo di ristrutturazione e un piano di riforme considerato aggressivo per gli standard aziendali giapponesi. 

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