Carlos Ghosn: «Nissan fallirà entro il 2022»

Carlos Ghosn: «Nissan fallirà entro il 2022»
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Volano stracci: secondo il suo avvocato, l’ex uomo forte di Nissan vedeva nero sul futuro dell’azienda che guidava, prevedendone la bancarotta entro un paio di stagioni
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
22 gennaio 2020

Nissan in bancarotta entro due o tre anni, parola di Carlos Ghosn: lo avrebbe rivelato ad un avvocato durante una delle conversazioni che l’ex presidente e CEO di Nissan e Renault ha avuto in occasione delle vicende giudiziarie che lo hanno interessato in Giappone.

Nobuo Gohara, oggi avvocato ma fino a poco tempo fa procuratore (anche se piuttosto critico nei confronti del sistema giudiziario giapponese), riporta le parole di Ghosn: «Mi ha detto che Nissan probabilmente fallirà entro due o tre anni», ha affermato Gohara durante una conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi a Tokyo ed incentrata sulle sue relazioni con il dirigente fuggito rocambolescamente dal paese del Sol Levante.

Ghosn non avrebbe però indicato ragioni specifiche a supporto della sua tesi, anche se non è un mistero che la società sta soffrendo per il calo di vendite di auto in Cina ed in Europa, situazione che ha portato a ridurre i profitti e previsioni di vendita ed ad ipotizzare l’eliminazione di ben 12.500 posti di lavoro a livello globale.

Gohara ha dichiarato di aver incontrato e intervistato Ghosn cinque volte in due mesi, appena prima che l'ex dirigente fuggisse, per lavorare insieme alla stesura di un libro nelle intenzioni andava pubblicato prima dell'inizio del processo, che però, alla luce dei recenti eventi, probabilmente non si svolgerà più.

Gohara ha visto per l'ultima volta con Ghosn due giorni prima della sua fuga a Beirut, dello scorso dicembre; l’avvocato, che commenta questioni relative al ​​sistema giudiziario giapponese nel suo blog e in apparizioni televisive, dopo l'arresto di Ghosn aveva criticato quello che definisce il sistema di "giustizia degli ostaggi" praticato in Giappone.

Ghosn, parlando da Beirut, ha dichiarato di essere fuggito dal Giappone perché non pensava più che avrebbe avuto un processo equo e veloce.

L'ex dirigente doveva rispondere di accuse di cattiva condotta finanziaria, tra cui la sottostima delle sue entrate e la violazione della fiducia; inoltre, i pubblici ministeri giapponesi lo accusavano di aver trasferito perdite commerciali personali a Nissan e di aver utilizzato i fondi dell'azienda per i suoi guadagni e quelli della sua famiglia.

Ghosn ha insistito di essere vittima di una cospirazione per eliminarlo perché stava lavorando a una fusione tra Nissan e il partner dell'alleanza Renault.

Ghosn ha trascorso quasi 130 giorni in prigione di Tokyo ed era in attesa di un processo in un paese in cui i pubblici ministeri praticamente non perdono mai; era stato liberato su cauzione, ottenendo gli arresti domiciliari a condizioni molto rigorose, come non poter comunicare con la moglie e avere il permesso di usare solo un computer nell'ufficio del suo avvocato.

Azusa Momose, portavoce di Nissan, in merito alle affermazioni dell’avvocato Gohara, ha rifiutato di commentarle.

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