Certificato Unico: se ne parlerà nel 2019

Certificato Unico: se ne parlerà nel 2019
Pubblicità
Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Rinviata al prossimo anno l’entrata in vigore del nuovo certificato di proprietà dell’auto
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
6 luglio 2018

Tra le pieghe delle norme e dei decreti contenuti nella Legge di Bilancio licenziata lo scorso dicembre, c’è anche una decisione che riguarda da vicino gli automobilisti: e non è detto che sia per forza una buona notizia.

Infatti, a prolungare con l’ennesimo supplemento la telenovela burocratica legata all’avvento del documento unico di circolazione, arriva lo slittamento al 1° gennaio 2019 (in luogo del 1° luglio appena passato) dell’entrata in vigore del decreto legislativo 98/2017, quello che stabiliva che il neonato DUC (documento unico di circolazione) dovesse riportare i principali dati sulla vettura, da quelli tecnici all’intestazione del mezzo, quelli validati dal PRA relativi alla situazione giuridico patrimoniale dell’auto (o della moto), e infine quelli relativi alla cessazione del veicolo dalla circolazione, per sua demolizione o definitiva esportazione all'estero.

Il legislatore, inoltre, ha previsto che nel DUC siano anche presenti informazioni relative a privilegi e ipoteche, o a provvedimenti amministrativi e giudiziari che possano incidere sulla proprietà e sulla disponibilità del veicolo, annotati presso il PRA (quindi presso l’ACI), oltre ai dati relativi a provvedimenti di fermo amministrativo, attraverso un decreto che il ministero dei Trasporti dovrebbe emanare di concerto con il ministero della Giustizia.

I documenti rilasciati prima dell'entrata in vigore di quello unico continueranno ad essere validi e verranno accorpati nel nuovo foglio nel caso di cambio di proprietà o quando modifiche tecniche o giuridiche renderanno necessario l'aggiornamento dei documenti di circolazione.

Quella che appare come una razionalizzazione burocratica nasce anche con nobili finalità di risparmio: infatti, piuttosto che pagare (come accade finora) due quote per due documenti identificativi del veicolo, ci sarà una sola tariffa essendo unico il documento.

Peccato però che ancora non se ne conosca  l'importo, per valutare se ci sia un effettivo risparmio per l’automobilista: dovrebbe dire qualcosa in merito il Ministero dei Trasporti, cui spetta il rilascio della carta di circolazione, ma certo l’ACI (che gestisce gli STA, Sportelli Telematici per l’Automobilista) vorrà qualcosa in cambio della fine del suo monopolio.

Insomma, quello deciso dalla Politica sembra sia una necessaria dilazione dei tempi per arrivare ad un accordo tra le parti.

Nell’attesa, tutto resta uguale: Motorizzazione, PRA, uffici locali dell’ACI, sportelli telematici…

Per l’automobilista è il gioco dei quattro cantoni: il più praticato, ma non è detto che sia anche il più gradito. 
 

Pubblicità
Caricamento commenti...