Citroen 2CV 70th Anniversary-7. Nella grotta degli Squali

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Piero Batini
  • di Piero Batini
C’è un’Officina dove trovano rifugio una trentina di “Squali”, esemplari rarissimi di DS, SM, XM, Panhard, le immancabili 2CV. “Allevatori” e Proprietari gelosi vengono da tutta Italia per far curare qui la loro… passione
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
30 luglio 2018

Sinalunga, Luglio 2018. Non lontano dall’Archivio Storico di Citroen c’è un’Officina Autorizzata Citroen. Strano modo di intendere, il concetto di ”autorizzazione”. Uno è bravo e può fare questo mestiere, lo decidono i Clienti, uno è uno scarpone, e non può essere la Casa a deciderlo, se non sommariamente o per esami. Diciamo che è più un concetto commerciale e laviamocene le mani. Era solo un pensiero. Beh, insomma, vicino al “covo” di Marini, sopra ad Arezzo già nella valle dell’Arno, abbiamo scoperto per puro caso, finendoci per tutt’altri motivi, la “grotta” dove è custodita, e accudita, la grande bellezza di una trentina di “Squali”, così vennero chiamate le Citroen DS, e alcune sue varianti cronologiche, storiche, di particolarità o esclusive. Non è un’esposizione, è il luogo nella corrente di una grande passione dove gli Squali vengono a riposare, a rigenerarsi. Non siamo qui per far pubblicità, e quindi vi diciamo solo che si tratta dell’Officina di Pasquale e Daniele. Nient’altro. Chi li conosce aveva già capito, chi non li conosce farà presto e meglio a conoscere padre e figlio.

Pasquale lavora sulle Citroen dai primi anni settanta. Nel tempo la sua professione ha seguito l’evoluzione di una passione allora considerata solo una forma di eccentricità, addirittura una “stranezza”. Era la passione per un tipo di Macchina, la DS appunto e, per “contagio”, di tutto quello che di particolare era stato partorito dal ventre intellettuale di Citroen. Il filo logico era, ed è, sempre lo stesso, una forma di marcata propensione verso l’innovazione, tecnologica e estetica, e una caratteristica comune a tutti i “pezzi”: il grande, eccezionale confort. Parallelamente, Pasquale ha coltivato anche un’altra passione, ma di quella, che poi è il motivo per cui sono finito nell’Officina, magari vi parleremo un’altra volta.

Questo è un momento in cui siamo “invalvolati” di Citroen e di 2CV, per cui andiamo a fondo nella visita alla scoperta di un angolo significativo della Storia, assai importante oggi che si deve recuperare, ricostruire, restaurare, mantenere. Non tutti possono farlo. Non tutti sanno farlo. È anche per questo che Pasquale ha “educato” il figlio Daniele, che oggi “cammina da solo” con autorevole competenza e con il pregio di aver raccolto l’eredità non solo di un Mestiere ma della cultura che sottintende.

Un’idea di dove ci troviamo, della funzione nel momento “storico”. Parliamo con Pasquale.

Pasquale, lavori sulle Citroen da qualche anno, giusto? Hai visto passare sotto le tue mani tutta la serie delle “moderne”. Quali le più interessanti?

Pasquale M. “Sì lavoro sulle Citroen dal 1972, e la Citroen più interessante è stata, e secondo me lo è ancora e senza ombra di dubbio, la serie DS. Accanto alle DS vorrei mettere le 2CV e “derivate”, Macchine che appartengono a un’altra categoria ma che sono non meno interessanti. La Due Cavalli è stata e sarà sempre la Macchina dei giovani. Insieme alla 2CV la Ami 6, declinata poi in Ami 8, che è una Macchina meno conosciuta, anche più discussa soprattutto per il fattore estetico, ma altrettanto prestigiosa. Stessa matrice, stessa meccanica.”

In che modo si può fare un accostamento tra una lussuosa DS e una utilitaria 2 Cavalli che, come dici tu, appartengono a due categorie così diverse?

PM. “Parliamo di due cose effettivamente molto diverse. Ma entrambe avveniristiche, la storia lo ha confermato. La 2CV è la Macchina economica per definizione, per nascita. La DS è un’idea sofisticata e ha soluzioni raffinate e costose. Basta pensare al sistema idraulico che sovrintende al funzionamento di freni e sospensioni. Scatola guida, pompa alta pressione, accumulatori, sono parti strutturalmente complesse, più costose. C’è tuttavia una sorta di filo conduttore “filosofico” che accomuna due tipi di Macchine così diverse. Parliamo del Confort. Notata la “C” maiuscola? Citroen ha espresso un concetto di confort che è diventato definizione, superiore agli altri, ben al di sopra della migliore media. Il Confort Citroen, ecco il riferimento sulla bocca di tutti. Pensate a quando è uscita la DS. Niente balestre, niente sistemi di sospensione tradizionali. Idraulica e gas. Pensate alla 2CV, due bracci oscillanti interconnessi e un sistema fino ad allora sconosciuto di molle montato orizzontalmente. Sulla DS come sulla 2CV si viaggiava nell’ovatta allora, si viaggia incredibilmente comodi oggi. E non lasciatevi ingannare dalle apparenze. La 2CV “dondola” ma ha una tenuta di strada eccezionale e non si ribalta per nessuna ragione al Mondo. Impossibile!”

Ecco, cinquanta, sessanta, settant’anni. Storia, ma anche pezzi che sono ”vecchi”. Cosa vuol dire trovare, ritrovare, comprare una Citroen, una DS o una 2CV oggi? Che genere di problematiche si devono affrontare? A cosa si va incontro?

PM. “Partiamo dalla 2CV. È una Macchina semplicissima. Il motore è geniale, quasi banale. Due cilindri, indistruttibile. Ma se si dovesse rifare è facile, si trova tutto, si può fare un buon lavoro spendendo cifre decisamente basse. Ridottissima anche la manutenzione. Olio, due candele, la serie di puntine platinate e condensatore. Se si ha cura e si interviene negli intervalli corretti il motore non si finisce mai. Altra cosa è la condizione della carrozzeria. Se è stata trascurata può essere attaccata dalla ruggine. Anche in questo caso, tuttavia, si trova quasi tutto e si può lavorare, dico lavorare, facilmente. Per quanto riguarda la DS il discorso è ovviamente diverso. Quando si ha a che fare con un impianto idraulico che ha cinquant’anni, per esempio, è facile che un giorno perda una cuffia, un giorno la scatola guida, un altro una “sfera”. Ma anche in questo caso non bisogna lasciarsi prendere dalla malattia del restauro. Su quasi tutto si può “lavorare” e quasi tutto si può aggiustare, non c’è bisogno della “clinica” e del primario. Basta saper fare. E, aggiungerei, fare volentieri, con piacere.”

Ecco, dunque parliamo di DS, ma anche delle sue declinazioni prestigiose, come SM, CX, XM?

PM. “Si è lo stesso “lotto” di Macchine più complicate. Però, conoscendole, avendoci lavorato prima e accumulato esperienza, “operare” diventa una cosa normale. Niente di trascendentale, insomma. Certo, se uno non ha mai messo le mani su una SM, ha di fronte una gara molto difficile ed è facile che la perda… come la pazienza. Chi non conosce queste Macchine, penso io, è meglio che non ci metta mano.”

Come siamo messi a livello di reperibilità dei pezzi di ricambio?

PM. “Per 2CV e DS non ci sono problemi. Si trova tutto. Parti originali e, quando mancanti le originali, parti rifatte sulle stesse specifiche. Talvolta anzi meglio. Un pezzo di gomma nuovo, per esempio, è certamente migliore di uno originale ma… invecchiato. Purtroppo devo dire, se posso dire, che Citroen, ha sbagliato a disfarsi di gran parte dei pezzi più vecchi, a lasciar perdere il settore, cosicché oggi ci si può trovare con dei problemi di reperibilità per le Macchine più particolari. Un esempio? La SM, la famosa, stupenda Citroen Maserati. Certi particolari sono oggi di difficilissima reperibilità. Bisogna rivolgersi ai Club storici, soprattutto ovviamente francesi, o avere… fortuna.”

Vi è capitato di tenere ferme per molto tempo Macchine che avevano bisogno di un pezzo introvabile?

PM. “Mai per una 2CV, per SM e anche CX sì. Per esempio, ho bisogno di un piccolo raccordo idraulico. Un pezzetto di gomma da pochi euro. Ma è introvabile, e la Macchina è ferma. Ma io ho sempre fiducia, mi do da fare e prima o poi… la vinco.”

Tuo figlio lavora con te, al tuo fianco. Sulle Macchine di oggi è facile, si cambia o si seguono le indicazioni di un monitor, sulle vecchie un po’ meno, bisogna capire, lavorare.

PM. “A mio figlio ho insegnato quello che ho imparato e continuo a passargli tutta la mia esperienza. Insieme ci divertiamo a lavorare su pezzi che altri ritengono non riparabili. Le famose sfere Citroen, per esempio. La apriamo, abbiamo la nostra “macchinetta” per ricaricarle, cambiamo le membrane, richiudiamo. Fatto, la Macchina può andare avanti per anni. Applichiamo il costo del nostro lavoro, a ora, e alla fine il cliente si stupisce perché non ha speso le cifre astronomiche che si era sentito sparare da altri. È vero che c’è troppa enfasi sull’”epoca”, oggi, e certi restauratori sparano direttamente alla luna, ma a volte è solo una questione di inesperienza, di non saper fare, e dunque di credere che fare debba costare un patrimonio. Non è così, chi fa questo Mestiere deve farlo con piacere e con la soddisfazione di farlo bene, l’onestà viene da sé. Questo ho insegnato a mio figlio. È stato facile, per la verità, Daniele ha la stessa passione e penso di aver fatto poco, gli è venuta spontaneamente.”

Ci si sente orgogliosi a lavorare su queste Macchine?

PM. “Più che orgoglio io direi che si parla di una passione che mette in comune chi ci lavora e chi ha o cerca queste Macchine, proprio queste. Per me la passione è venuta lavorandoci nel corso degli anni, per altri la DS è stata l’Auto di famiglia. Se la ricordano da bambini, l’aveva il nonno, poi il babbo. Per me è un piacere quando viene a trovarci una persona che ha avuto una DS o una 2CV in casa, e vuole continuare ad averla.”

Per me la passione è venuta lavorandoci nel corso degli anni, per altri la DS è stata l’Auto di famiglia. Se la ricordano da bambini, l’aveva il nonno, poi il babbo. Per me è un piacere quando viene a trovarci una persona che ha avuto una DS o una 2CV in casa, e vuole continuare ad averla

E quella 600 sotto il telo rosso?

Interviene Daniele. Il figlio. Ora “Titolare dell’Azienda”.

Daniele M. “Quella è una 600 Abarth. 850. È stata la Macchina del babbo quando era “giovanottino”. L’ha rifatta tutta, è come nuova. Una bomba! Vieni a vedere, deve finire di montare questo!”

Dentro, sul fondo tra sedile e pedaliera, lo “stereo”, completo di giradischi a braccio, montato su una speciale sospensione. Bellissima la 600, bellissimo lo “stereo”.

Non c’è bisogno di futuro per stupirsi, a volte basta andare indietro nel tempo e osservare!

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