Crisci, UNRAE: «Evitare demonizzazioni e defiscalizzare il ricambio delle vecchie auto»

Crisci, UNRAE: «Evitare demonizzazioni e defiscalizzare il ricambio delle vecchie auto»
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Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
Per UNRAE occorre fare chiarezza sul reale impatto delle differenti tipologie di motorizzazioni e riaprire un dialogo con il nuovo Governo per portare avanti un programma di sostituzione delle vecchie auto con quelle nuove, meno inquinanti, indipendentemente dal tipo di motorizzazione
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
28 marzo 2018

Abbiamo rivolto le stesse domande pubblicate qualche giorno fa a cinque Amministratori Delegati di case automobilistiche a Michele Crisci, Presidente di UNRAE, l’Associazione che riunisce in Italia le Case Automobilistiche di tutti i Paesi.

Oggi le Case parlano di elettrico, alcune annunciano l’abbandono dello sviluppo dei motori diesel senza però spiegare i motivi di queste scelte. Portare avanti lo sviluppo di almeno 6 tecnologie diverse (diesel, benzina, ibrido plug-in, full e mild hybrid, elettrico, idrogeno), obbliga a fare una selezione. Per alcuni, decidere di sacrificare il diesel è una scelta economica quasi obbligata, che è ben diverso da dire che il diesel è nocivo. Cosa che invece la politica, le pubbliche amministrazioni e molta stampa tendono a far passare come messaggio, con il rischio di disinformare, seminare il panico e bloccare il mercato.

Lei, come massimo rappresentante di UNRAE, non pensa che si debba riflettere meglio da parte di case, amministrazioni e stampa, per affrontare in maniera più chiara per i consumatori questa fase di discriminazione di alcune tecnologie motoristiche, evitando di creare il panico?

Michele Crisci: «Penso che nel mio ruolo sia sempre molto difficile far convergere tutte le case e i vari interessi all’interno di un unico messaggio. È evidente, però, anche solo facendo un lavoro di raccolta di sensazioni sull’argomento da parte delle case, che il trend verso l’elettrico è chiarissimo ed è assolutamente giusto andare in quella direzione. Credo che sia fondamentale per qualsiasi governo, non solamente quello italiano, accompagnare questa transizione, semplicemente perché per ottemperare alle restrizioni giustamente decise dall’Unione Europea, non solo per il 2021, ma anche per il 2030, l’unico modo a disposizione oggi è quello di utilizzare l’elettrico».

«Sarebbe economicamente difficile continuare a perfezionare i diesel per arrivare a quel tipo di limiti in termini di emissioni: questo è il motivo economico reale per cui il diesel potrebbe essere abbandonato. Dall’altra parte, però, non dobbiamo continuare ad avallare questa condanna nei confronti dei diesel che, con il massimo del rispetto, si basa su una scarsa conoscenza dei dati tecnici, soprattutto quelli dei diesel più moderni, come ad esempio la seconda generazione degli Euro 6».

«L’intenzione sicuramente è quella di arrivare ad un piano informativo con UNRAE per fare chiarezza senza nessun tipo di dubbio e di finalità. Si tratta di analizzare in modo scientifico i dati tecnici odierni dei diesel, e il loro impatto sulle emissioni totali. Non possiamo poi nascondere il fatto che sotto il cappello dei diesel ci sono anche i vecchi Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3. Ci vuole un intervento programmato in maniera molto seria su questo fronte».

«Le aree di lavoro da un punto di vista legislativo, a mio avviso, sono due: la prima è dare la possibilità alle persone che oggi guidano legalmente delle vetture Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, perché sono vetture che sono state comprate in piena legalità, di concorrere alla salute pubblica con comportamenti virtuosi. Devono poter acquistare vetture più moderne, che hanno un impatto ambientale clamorosamente inferiore rispetto ai veicoli che possiedono adesso. Se si cambiano gli infissi alle finestre si ha un vantaggio fiscale, se si vuole sostituire la propria vettura non è così; non capisco il motivo di questa scelta».

«La situazione potrebbe risolversi non con degli incentivi tout court, ma con qualcosa che le casse dello Stato possano spalmare su più esercizi, come un sistema di defiscalizzazione. Si tratterebbe di un segnale importante per far capire che lo Stato si preoccupa delle esigenze dei cittadini, anche in termini di mobilità».

Demonizzare il diesel e la mobilità privata è assolutamente sbagliato; è una scelta che deprime l’economia, tra l’altro

«Demonizzare il diesel e la mobilità privata è assolutamente sbagliato; è una scelta che deprime l’economia, tra l’altro. Questa è la prima area di lavoro; la seconda, riguarda le infrastrutture da preparare: parlo di ricariche, avere incentivi al turismo per le aziende che vogliono investire nelle fonti rinnovabili, per fare in modo che i nostri resort, i nostri villaggi siano dotati di impianti di ricarica, perché in futuro, quando saremo invasi dal turismo europeo, i viaggiatori arriveranno in Italia con macchine elettriche, e dovremo garantire servizi a questi turisti, che altrimenti andrebbero da un’altra parte».

«Bisogna assolutamente fare in modo di avere un piano doppio, con il rinnovo del parco da un lato e delle infrastrutture dall’altro, altrimenti non ci muoviamo o lo facciamo troppo lentamente. Con i blocchi del traffico non si risolve nulla. Gli esempi che dicevamo prima sono la Norvegia e l’Olanda, paesi che si sono mossi molto sia dal punto di vista delle infrastrutture che da quello degli incentivi».

«In Italia nel momento in cui i governi tolgono il piede dall’acceleratore dell’incentivazione, calano drammaticamente le vendite dell’elettrico. C’è una correlazione diretta, perché è in corso una transizione che segnerà una svolta epocale. Stiamo parlando di un cambiamento radicale dopo cento anni. Deve cambiare l’urbanistica delle nostre città, ci sono diversi interventi che avevamo già sollecitato al governo precedente e che torneremo ad affrontare presto».

Cosa chiederete come UNRAE al nuovo Governo come priorità per aiutare sia i consumatori che le aziende automobilistiche e tutta la filiera, in un settore che rischia una forte crisi nei prossimi anni?

«Avevamo avuto ottimi colloqui con il governo precedente, sia col Ministro dei Trasporti che dell’Ambiente. Non c’era solo l’ascolto, ma anche la volontà di andare in quella direzione. Organizzeremo dei colloqui con il nuovo governo e forniremo loro tutti i dati raccolti. Sia a livello centrale che a livello locale verranno condivisi i dati e i suggerimenti per affrontare lo svecchiamento del parco».

Organizzeremo dei colloqui con il nuovo governo e forniremo loro tutti i dati raccolti. Sia a livello centrale che a livello locale verranno condivisi i dati e i suggerimenti per affrontare lo svecchiamento del parco

«Anche per il discorso legato alla guida autonoma, al momento in Italia i test sono vietati; dovremmo fare in modo che su alcune autostrade ci sia la possibilità di fare delle prove. Ricordiamoci che non è solo un fatto di commercializzazione, ma anche di sviluppo, di componentistica. Sarebbe un peccato non dare la possibilità alle tante aziende italiane in questo settore di sfruttare questa opportunità».

«Noi siamo sempre a disposizione e, cosa diversa dal passato, siamo tutti insieme sia a livello di marchi che di associazioni. È un’opportunità per tutti».

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