I ponti crollano, le navi affondano. Ma la colpa non è mai di nessuno

I ponti crollano, le navi affondano. Ma la colpa non è mai di nessuno
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Cosa hanno in comune il crollo di un viadotto e l'affondare di una nave? In entrambi i casi non si capisce chi sia il responsabile
22 gennaio 2015

E’ stato un fine anno 2014 ed inizio anno 2015 veramente col botto. Nel senso che due navi da trasporto hanno cozzato tra loro nel mare Adriatico il 28 dicembre con morti, feriti e dispersi e una delle due è affondata.

 

Contemporaneamente nel canale di Otranto il traghetto Norman Atlantic andava a fuoco con un bilancio di vittime ancora da definirsi, alcune delle quali tra i soccorritori. D’accordo che le condizioni atmosferiche erano pessime ma il tutto sembra inverosimile. Cito testualmente dal sito di www.directferries.it, che nessuno si è ancora curato di aggiornare o di cancellare, le informazioni sul Ferry in questione: “Norman Atlantic offre un modo divertente per viaggiare con cabine confortevoli per un sonno riposante.. (omissis) ..comodi salotti dove potete rilassarvi”.

 

Più avanti, con lo stile utilizzato dalle pubblicità dei farmaci (e recentemente anche dai giochi d’azzardo) per cavarsela in caso di guai dovuti all’uso del prodotto, si legge che “i servizi possono cambiare senza preavviso”, che è un modo per dire che se non trovate quanto promesso non potete lamentarvi.

 

Sappiamo che anche a proposito del Titanic c’erano recensioni meravigliose e poi si è visto come andò a finire. Però era il 1912 e sarebbe lecito pensare che ad oltre un secolo di distanza l’esperienza, la tecnica ed il semplice buon senso avrebbero dovuto garantire un limite di sicurezza tale da evitare il ripetersi di queste sciagure in navigazione.

Nonostante i frequenti “cambi di bandiera” (si è chiamato anche Akeman Street e poi Scintu) e di servizio, si tratta di un’unità recente e moderna, evidentemente accudita in modo discutibile

La cattiva manutenzione come causa

Altre notizie utili e sorprendenti sulla nave Norman Atlantic includono il fatto che il traghetto è stato costruito nel 2009 nei cantieri navali Visentini di Porto Viro (Rovigo) e cioè, nonostante i frequenti “cambi di bandiera” (si è chiamato anche Akeman Street e poi Scintu) e di servizio, si tratta di un’unità recente e moderna, evidentemente accudita in modo discutibile. Infatti ad un recentissimo controllo del 19 dicembre 2014 eseguito in Grecia, a Patrasso, gli ispettori hanno riscontrato 6 difetti concernenti i dispositivi di sicurezza, da doversi rimediare in breve tempo pur senza interrompere il servizio, tra cui la mancata tenuta di una delle tante porte “antincendio”.

 

Adesso, con inchieste su inchieste, si formuleranno tante ipotesi e si accerteranno le responsabilità, però è successo quello che non doveva succedere e la popolarità della navigazione, già minata in modo determinante dal caso della nave da crociera Concordia, subisce un nuovo colpo.

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Il viadotto Scorciavacche, crollato a inizio anno a soli dieci giorni dall'inaugurazione

Il crollo a soli dieci giorni dall'inaugurazione

Il fine anno nero dei trasporti era iniziato sulla terraferma, il 23 dicembre scorso quando, con l’encomiabile anticipo di tre mesi sul tempo di consegna previsto, è stato inaugurato in Sicilia il viadotto “Scorciavacche” sulla Palermo – Agrigento, in località Mezzojuso, che è resistito la bellezza di una decina di giorni circa. A Capodanno infatti, fortunatamente senza vittime, un cedimento ha posto fine alla sua breve ed ingloriosa carriera. Anche in questo caso partono inchieste a raffica, anche se gli accertamenti dovrebbero essere assai semplici essendo in questo tipo di attività tutto previsto da norme, calcoli e procedure. Fondo cedevole? Materiali inadatti? Rilevamenti non approfonditi? Calcoli sbagliati? Controlli non eseguiti? Collaudi superficiali? Non si scappa perché è tutto scritto, anche le bugie. Se non ci fossero di mezzo le solite centinaia di migliaia di Euro costate alla comunità, quindi a tutti noi, ci si potrebbe far sopra una bella risata.

 

Un discreto numero di persone (tecnici) hanno sicuramente passato un bel periodo natalizio tra cerimonie, encomi e congratulazioni per risvegliarsi nel 2015 sotto inchiesta e improvvisamente impegnati nel pericoloso gioco dello “scaricabarile”, un gioco in cui ciascuno cerca di scaricare su altri il proprio peso (figurato: responsabilità). Peccato che tra loro ce ne saranno certamente di innocenti.

 

 

Carlo Sidoli

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