I soldi delle multe scippati alla sicurezza stradale

I soldi delle multe scippati alla sicurezza stradale
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  • di Maurizio Gissi
E' la legge a stabilire che la metà di quanto raccolto dalle contravvenzioni vada alla sicurezza stradale. In realtà questi soldi finiscono in altre voci dei bilanci comunali. E l'Italia perde terreno nei confronti dell'Europa
  • di Maurizio Gissi
11 luglio 2013

Quanto si raccoglie ogni anno dalle multe per le violazioni al Codice della Strada? I dati più aggiornati raccontano che nell'ultimo quinquennio esaminato la media è stata di 1,9 miliardi di euro l'anno. Di questa importante cifra poco meno di un miliardo e mezzo sono le multe fatte dalle polizie locali, quindi denaro che arriva ai Comuni.

Multe: il 50% dei proventi deve essere investito in sicurezza

L'articolo 208 del Codice delle Strada stabilisce che la metà di quanto raccolto da queste infrazioni vada investito in sicurezza stradale. Sono quasi 750 milioni di euro all'anno per le strade, la segnaletica e altro utile alla riduzione degli incidenti, un bel tesoretto che però raramente viene impiegato a dovere.


Di questi proventi la legge stabilisce che un quarto vada al miglioramento della segnaletica stradale, un altro quarto al potenziamento dell'attività di controllo delle violazioni (anche con l'acquisto di mezzi e di strumenti di rilevazione) e la metà rimanente sia destinata a finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale: leggi manutenzione delle strade, barriere protettive, piste ciclabili, interventi a tutela degli utenti deboli (bambini, disabili, ciclisti, pedoni) e corsi didattici finalizzati all'educazione stradale.

 

Il problema è che questi 350 milioni circa all'anno finiscono in un unico calderone mentre al miglioramento delle strade, inteso come asfalti privi di buche e ben drenati, guard rail sicuri e altro, arriva in realtà il 20%.

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Il 50% dei proventi delle multe deve essere investito in sicurezza stradale

Vittime della strada: la situazione in Europa e in Italia

Come ricorda Maurizio Coppo, l'ingegnere a capo della segreteria tecnica della Consulta sulla sicurezza stradale presso il CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro), in Italia la riduzione delle vittime della strada ha raggiunto il 43-44% nel decennio in cui l'Unione Europea si era impegnata a raggiungere l'obiettivo del dimezzamento delle vittime, fra il 2000 e il 2010, quando siamo passati da 7.000 a 3.800 vittime. Quindi non troppo sotto al target che era di 3.500, ma con un risultato a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Ci sono infatti province che hanno ridotto le vittime del 60%, ma altre dove queste sono invece aumentate fino al 70%.

 

La città in testa alla classifica delle multe inflitte è Roma, che viaggia alla media di 270 milioni di euro l'anno, seguita da Milano con 130. La capitale è in compenso al quarto posto per mortalità, a riprova che gli investimenti fatti finora in sicurezza partendo dalle multe sono lontani dall'essere adeguati. Facendo i conti con i 15 Paesi più avanzati dell'Unione Europea, l'Italia ha fra l'altro perso terreno negli anni. Se infatti nel 1990 era al quinto posto per il minor numero di vittime, precedendo anche Germania e Francia, nel 2010 è scesa all'undicesimo posto.

Nel Nord Europa si investe da otto a dieci volte di più che in Italia

Sarà un caso ma nel nord Europa si investe in sicurezza da otto a dieci volte più che da noi. Tornando alla famosa quota del 50% destinata alla sicurezza stradale, accade poi che molti Comuni, con la scusa dei tagli ai trasferimenti locali, riducano la parte destinata alla manutenzione delle strade in favore di altri scopi; capita che ci siano anche pagamenti di personale op acquisti di forniture. E non a caso questo coincide spesso con le città dalla mortalità più alta, vedi Catania, Messina o Genova.


Non va poi dimenticato che da noi il maggior numero di vittime si ha sulle strade urbane (44%) e locali (28%), mentre statali e autostrade non arrivano al 14%. Le vittime per incidenti in area urbana in Italia sono il doppio rispetto a Regno Unito e Francia, con una quota del 44% rispetto alla media europea che è del 34%.

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A nostro avviso bisognerebbe investire ancora di più in sicurezza, se si vuole diminuire il numero di vittime sulla strada

I motociclisti sono più a rischio

I motociclisti sono i più penalizzati: in città rischiano otto volte di più rispetto agli automobilisti, a parità di chilometri e utenti trasportati. Più in generale la causa degli incidenti viene attribuita soprattutto alla negligenza di chi guida, ma laddove esistono statistiche a riguardo si nota pure che la mancata cura delle strade e delle infrastrutture ha importanza crescente nell'innescare o aggravare gli incidenti.

 

Insomma quel 50% che la legge destina, e che non viene impiegato a favore della sicurezza stradale se non in piccola parte, andrebbe addirittura incrementato se si vogliono raggiungere i risultati di nazioni come Olanda e Gran Bretagna. Paesi che pagano la metà delle nostre vittime della strada.

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