Mercato Europa: un'estate senza brio

Mercato Europa: un'estate senza brio
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
I dati congiunti di luglio ed agosto confermano che il mercato in Europa sta attraversando una fase di sostanziale stagnazione
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
18 settembre 2019

Complice la pausa estiva (le vacanze valgono per tutti) Acea ha fornito insieme i dati di vendita in Europa per luglio ed agosto: nel primo caso, le nuove immatricolazioni sono state 1.330.226 unità, con incremento dell’1,2% su luglio 2018, mentre ad agosto il mercato torna invece negativo con 1.074.169 immatricolazioni complessive, pari al -8,6% sullo stesso mese dell’anno precedente.

Risultato, quest’ultimo, ampiamente previsto, sulla base dell’andamento eccezionale di agosto 2018, il cui inconsueto picco di immatricolazioni (vedi qui) fu determinato dalle azioni promozionali messe in campo delle Case automobilistiche per immatricolare veicoli non in regola con la normativa WLTP in vigore dal 1°settembre successivo.  

Il consuntivo dei primi otto mesi del 2019 resta in territorio negativo (-3,2%), con l’evidente contrazione nei major market delle vendite di vetture diesel, attestata al 16%, che corrisponde a quasi 500.000 unità in meno. 

Le marche italiane hanno riportato in Europa 76.362 immatricolazioni a luglio (-17,8%), e 54.101 (-26,5%) ad agosto, mese che registra l’ottima performance del brand Lancia/Chrysler (+90,9%); nei primi otto mesi del 2019, i volumi totalizzati ammontano a 671.344 unità (-12,1%) con quota di mercato del 6,2%; in questo stesso periodo, conferma l’andamento positivo il marchio Lancia/Chrysler (+29,7%).

Germania

Nel mercato tedesco sono state immatricolate a luglio 332.788 unità (+4,7%), ed ad agosto 313.748 (-0,8%); nei primi otto mesi dell’anno, il mercato totalizza 2.495.536 unità (+0,9%).

Il bilancio del mercato per alimentazione tra gennaio e agosto evidenzia una quota del 59,5% delle vetture a benzina (-4,5%), del 33% delle auto diesel (+2,1%) e del 7,9% delle auto ad alimentazione alternativa; sono in forte crescita (+109%) le vendite di vetture GPL, che toccano una quota dello 0,3%, mentre quelle a metano risultano in calo del 52%, allo 0,2% del mercato; le vetture ibride rappresentano il 5,8% del mercato di agosto, in crescita del 65,5%; le plug-in hanno lo 0,9% di quota, in diminuzione dell’1,2%, mentre le elettriche pure crescono dell’89%, arrivando all’1,7% delle vendite. 

Nel periodo gennaio-agosto 2019, le vendite ai privati calano del 3%, (quota del 36%), bilanciate dall'aumento degli acquisti delle società, in crescita proprio del 3% ed ora al 64% del totale.

Francia

In Francia, a luglio, si registrano 172.225 nuove immatricolazioni, pari al -’1,8% su luglio 2018, mentre ad agosto il mercato totalizza 129.257 unità, -14,1% su agosto 2018, percentuale che sale al -10% a parità di giorni lavorativi (21 giorni nel 2019, 22 ad agosto 2018).

Il cumulato dei primi otto mesi del 2019 è di 1.467.924 unità, -3% sul 2018; il mercato dell’usato registra 420.731 unità ad agosto, il +2% rispetto allo stesso mese del 2018, mentre nel periodo gennaio-agosto 2019, i volumi si attestano a 3.847.868 unità, pari al +1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le immatricolazioni di auto diesel perdono il 18% del mercato tra gennaio e agosto (110.000 unità in meno) e la quota si attesta al 33,9% (era del 40,2% nello stesso periodo del 2018); le vetture a benzina, con il 59% del mercato, conquistano 5 punti di quota sul cumulato 2018, in aumento del 6%, mentre le auto ad alimentazione alternativa rappresenta il 7% del totale, in aumento del 21%, con 107.280 unità, così ripartite: 26.177 elettriche (+49% e 1,8% di quota), 10.515 ibride plug-in (+8% e 0,7% di quota), 66.663 ibride tradizionali (+13% e 4,5% di quota).

Inghilterra

Il mercato britannico a luglio totalizza 157.198 vetture (-4,1%) e ad agosto, 92.573 unità (-1,6%); nei primi otto mesi dell’anno si sono vendute 1.519.016 vetture, il -3,4% rispetto allo stesso periodo del 2018. In contrazione il mercato di auto diesel nel cumulato (-19%), con riduzione della quota al 27% (-5% su gennaio-agosto 2018), mentre cresce la quota delle auto a benzina, che conquistano ben il 65,5% del mercato, in aumento tendenziale del 2,4%; le vetture ad alimentazione alternativa, in aumento del 23%, valgono il 7,5% del mercato.

Spagna

La Spagna totalizza 116.686 immatricolazioni a luglio (-11,1%) e 74.490 ad agosto (-30,8%), che portano il totale dei primi otto mesi 2019 a 883.649 veicoli (-9,2%); per le alimentazioni, le vendite di vetture diesel nel cumulato si sono ridotte del 32% sul 2018, con quota del 27,5%; quelle a benzina sono aumentate dello 0,2%, con quota del 61,5%, mentre le vetture alternative, con 97.515 unità (+36%), valgono l’11% del mercato.

Secondo i canali, il mercato di agosto è così ripartito: 41.657 vendite ai privati (-27,5% e quota del 56%); 28.672 vendite a società (-34,4% e quota del 38,5%); 4.161 vendite per noleggio (-36% e quota del 5,5%).

Il mercato dei primi otto mesi del 2019 registra, invece, i seguenti valori: 395.055 vendite ai privati (-14,3% e quota del 45%), 284.056 vendite a società (-5,1% e quota del 32%) e 204.538 vendite per noleggio (-4,1% e quota del 23%).
 

I commenti delle Associazioni

«L’industria automotive europea - sottolinea in una nota l’Unrae - soffre di problemi già attuali, come il calo della domanda continentale e la frenata della locomotiva tedesca, che può trascinare in basso l’intera UE, ma anche di minacce incombenti quali la temuta “no deal Brexit” e l’imposizione di dazi nel commercio globale. A tutto questo si sommano l’entrata in vigore nel 2020 dei restrittivi target sulle emissioni di CO2 – accompagnati da pesanti sanzioni – e gli ingenti investimenti richiesti dalle pressanti sfide tecnologiche e dai cambiamenti nella società: elettrificazione, connettività, guida autonoma, nuovi modelli di mobilità. Senza urgenti e articolati interventi a sostegno dell’industria auto europea, sul lato sia della domanda che dell’offerta, il paventato “deserto dei profitti” (espressione di conio recente e di ampia fortuna mediatica) rischia seriamente di materializzarsi, colpendo un settore che in Europa occupa quasi quattordici milioni di persone».

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