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Il 2026 sarà l’anno della grande rivoluzione. Con il nuovo regolamento tecnico, la Formula 1 cambierà volto: motori ibridi di nuova generazione, gestione energetica più sofisticata, aerodinamica rivista. Una sfida enorme, che divide e incuriosisce allo stesso tempo. I piloti hanno già iniziato a confrontarsi con le monoposto del futuro al simulatore, e le prime impressioni raccontano bene quanto l’impatto sarà radicale.
Il 2026 segnerà una vera rivoluzione tecnica per la Formula 1. Le monoposto saranno più leggere, agili e sostenibili: l’ICE scenderà a circa 400 kW, mentre la componente elettrica salirà fino a 350 kW, con la rimozione dell’MGU‑H e un recupero energetico in frenata quasi raddoppiato. Le vetture adotteranno ali mobili anteriori e posteriori e modalità di “burst” per facilitare i sorpassi, sostituendo il tradizionale DRS. Anche la sicurezza verrà potenziata, con strutture frontali a due stadi, roll hoop rinforzati e luci laterali per indicare lo stato dell’ERS.
Tutto il sistema sarà alimentato da carburante completamente sostenibile, confermando l’impegno della F1 verso la sostenibilità. La FIA ha inoltre previsto possibilità di sviluppo aggiuntivo per i motoristi in ritardo di prestazioni, garantendo un equilibrio tecnico senza introdurre un vero e proprio Balance of Performance. Con queste novità, la stagione 2026 promette monoposto più performanti, sicure e spettacolari, capaci di rendere le gare ancora più combattute, ma i piloti sono ancora molto scettici al riguardo.
Carlos Sainz non ha dubbi: l’impatto sarà paragonabile al passaggio dai V8 ai V6 turbo-ibridi nel 2014. “Molto complicata. C’è tanto da gestire, richiede uno sforzo mentale notevole. All’inizio sembra tutto assurdo, ma poi diventa normale”, ha spiegato lo spagnolo. L’adattamento sarà inevitabile: “Se dovremo fare sei o sette cambi di mappatura a giro, lo faremo. È il nostro lavoro”.
Alexander Albon, che ha già testato il prototipo al simulatore, ha sottolineato la difficoltà di padroneggiare la nuova filosofia: “È difficile da guidare. Serve imparare un nuovo stile, la gestione dell’energia sarà cruciale. I piloti più intelligenti, capaci di comprendere il sistema e ‘abusarne’, faranno la differenza. Sarà molto più importante che oggi”.
Lando Norris si è mostrato più diviso: “È diverso, in positivo e in negativo. La F1 è stata il top assoluto in termini di velocità, ma con le nuove regole i distacchi saranno più ampi e le auto meno spettacolari. Non voglio che diventi tutto troppo artificiale, non è ciò che mi appassiona”. Per il britannico, la speranza è che il nuovo pacchetto tecnico non snaturi l’essenza del motorsport.
Dello stesso avviso Charles Leclerc, che teme un eccessivo peso della componente ibrida: “C’è un’ossessione per il recupero dell’energia che rischia di dominare i tempi sul giro. La nuova filosofia delle auto è meno affascinante e meno piacevole da guidare. Se saremo vincenti, le amerò; altrimenti le odierò. Ma voglio la vettura più veloce possibile”.
Più equilibrato il giudizio di Oscar Piastri, che guarda alla rivoluzione con realismo: “Ci sono cose da sistemare, ma la FIA è ricettiva e stiamo collaborando. È giusto accettare la sfida. La Formula 1 è evoluzione costante”.
Fernando Alonso, con la consueta ironia, ha smorzato le tensioni: “Dal 2025 al 2026 potremo portare forse solo i pistoni. Le macchine saranno talmente diverse che è difficile imparare qualcosa di applicabile”. Lo spagnolo ammette che le nuove monoposto saranno meno performanti, ma resta pragmatico: “Ogni volta che un pilota prova qualcosa di più lento, non gli piace. Ma se saremo veloci, ci piaceranno anche le 2026”.
Se molti piloti oscillano tra dubbi e curiosità, Lewis Hamilton è invece già totalmente concentrato sul lavoro da fare in Ferrari. Il sette volte campione del mondo è infatti coinvolto direttamente nello sviluppo della monoposto: “Sto lavorando con Vasseur e Loïc Serra per implementare cambiamenti che ci portino al successo. Voglio che il 2026 sia il miglior anno di sempre. Questa è la mia priorità principale”. In particolare, Hamilton si sta focalizzando sulle sospensioni, cercando di risolvere i problemi che hanno afflitto le ultime stagioni.
Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno Esteban Ocon. "Non voglio criticare il nuovo regolamento perché non ho ancora provato la monoposto. Ma quello che vedo come base di partenza non è fantastico. Però è stato così per diversi cambi regolamentari. Basti pensare al 2022 e a quello che non funzionava delle vetture ad effetto suolo: il peso, la rigidità, il bouncing e la difficoltà nel gestirle a basse velocità. Alla fine, però, questa era è stata fantastica per i valori in campo così ravvicinati. Anche se non abbastanza, se devo dare il mio onesto parere. Per il 2026 sono preoccupato di quanto le auto potrebbero essere lente all’inizio. Di quanto sarà complesso gestire l’energia nel corso della gara. E spero che non ci siano differenze abissali in termini di velocità sul dritto quando la potenza elettrica sarà tagliata".
Tra scetticismo ed entusiasmo, un punto comune emerge: l’adattamento sarà inevitabile. I piloti sanno che la Formula 1 del 2026 sarà molto diversa da quella attuale. Sarà più lenta e meno spettacolare in certi aspetti, ma anche una sfida inedita capace di ridisegnare le gerarchie. Come ha ricordato Alonso, in fondo, “se saremo veloci, ci piaceranno anche le 2026”.