Rallysta (e figlio d’arte) in manette: commerciava auto rubate. Sequestrate anche tre Ferrari [VIDEO]

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  • di Automoto.it
Nell'ambito dell'operazione, che ha portato anche alla denuncia di altre dieci persone, sono state sequestrate sette auto, tra cui una Ferrari Testarossa, una Ferrari F50 e una Enzo
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16 luglio 2020

Il pilota e campione di rally Alain Valle (figlio dell’altrettanto noto rallysta Fabio) è finito in manette, insieme al “socio in affari” Marco Bortoluzzi al termine di una operazione di Polizia che ha portato anche alla denuncia di altre dieci persone coinvolte a vario titolo nell’indagine condotta dagli uomini della Stradale di Treviso congiuntamente a quelli del compartimento del Veneto. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di auto, oltre che truffa aggravata. Sono state sequestrate in via preventiva sette macchine tra cui tre Ferrari: una Enzo, una Testarossa e una F50. I due, che erano - secondo gli inquirenti - a capo dell’organizzazione, erano riusciti a mettere in piedi un giro d’affari attraverso cui commercializzavano, attraverso la reimmatricolazione nella Repubblica Ceca, auto rubate in Italia o sottratte con raggiri ad agenzie di leasing.

Alain Valle è il primo da destra
Alain Valle è il primo da destra

Il tutto attraverso la falsificazione dei documenti di circolazione dei mezzi, resa possibile dalla complicità di due riveditori e di una agenzia di pratiche automobilistiche. In estrema sintesi: le auto venivano rubate in Italia, ripulite nella Repubblica Ceca e poi nuovamente ricondotte in Italia per la vendita a prezzi vantaggiosi. Prezzi che, però, hanno fatto scattare i sospetti degli inquirenti, come ha spiegato il portavoce della polizia stradale del Veneto, Girolamo Lacquaniti: “L’acquisto di auto usate a prezzi troppo vantaggiosi spesso nasconde spiacevoli sorprese per gli acquirenti che, comunque, dovrebbero sempre sospettare nel momento in cui non vengono fornite le doppie chiavi originali, dovrebbero far verificare la corrispondenza del telaio e diffidare di sistemi di pagamento in contanti o su carte prepagate”.

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