rFactor 2, la prova della Corvette C7R GTE [Video]

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  • di Automoto.it
Il nostro simdriver l'ha testata nel circuito di Paul Ricard, ecco i suoi pensieri e consigli
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21 agosto 2018

Grazie alla collaborazione con Studio 397, il nostro simdriver ha potuto testare la Chevrolet Corvette C7R GTE inclusa nell'endurance pack rilasciato dagli sviluppatori di rFactor2.

Dopo la prova della Porsche 911 RSR a Spa Francorchamps, abbiamo scelto il circuito di Paul Ricard come sede della nostro test, un tracciato che mette in luce qualità e difetti di questa "Chevy".

Cavalli americani

Spinta dal V8 da 5.5 litri aspirato, è la classica muscle car sotto l'influenza di anabolizzanti, specialmente per quanto riguarda telaio e sospensioni.

Il propulsore eroga circa 490 CV a 6000 rpm ma, la Corvette C7R, ci ha impressionato per la curva di coppia. Rispetto alla concorrenza, a bassi regimi spinge veramente tanto, per poi perdere grinta progressivamente man mano che si sale di giri.  

Come va in pista?

La configurazione trazione posteriore/motore anteriore combinata al passo di 2,708 mm la rendono meno agile rispetto alla Porsche 911 RSR ma più semplice da controllare quando si commette un errore.

Goduriosa da guidare ma non facile da portare al limite, la Corvette C7R sorprende in uscita di curva dove fa valere i suoi muscoli a patto di essere molto sensibili con l'acceleratore (fondamentale trovare il giusto settaggio del TC per non perdere decimi importanti).

In inserimento si è dimostrata meno performante della 911 RSR ma più agile della BMW M8 mentre la frenata è sincera ed il bloccaggio avviene solo se si esagera. Con l'assetto originale soffre di leggero sottosterzo nelle curve a causa del discreto carico aerodinamico posteriore, un paio di "click" e il difetto sparisce.

Favolosa la "colonna sonora" a bordo: il V8 borbotta e regala fiammate azzurrine dagli scarichi laterali durante le scalate più aggressive.

Cosa non ci è piaciuto?

Sicuramente meno user friendly della Porsche 911 RSR,  la Corvette C7R richiede una guida più tonda e meno aggressiva

La rapportatura corta a marce basse (specialmente la seconda) non permette di sfruttare al massimo la coppia erogata dal motore e, allo stesso tempo, mette in difficoltà il pilota nella scelta del valore di TC da impostare (oppure lo costringe ad agire continuamente sull'elettronica durante una competizione).

Voto finale: 8

La prossima auto in test sarà la Bmw M8, reggerà il confronto?

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