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Rimac starebbe sviluppando batterie allo stato solido destinate alle future Bugatti, con un piano che potrebbe concretizzarsi già entro la fine del decennio. Si tratterebbe di un passo decisivo verso auto elettriche di prestazioni estreme, con miglioramenti drastici in termini di densità energetica, peso e tempi di ricarica.
Secondo l’intervista esclusiva dal COO di Rimac Technology, Nurdin Pitarević, il prototipo della batteria solida raggiunge i 100 kWh di capacità e risulta dal 20 al 30% più denso (energia immagazzinata per volume) rispetto a una batteria tradizionale agli ioni di litio di pari dimensioni. Inoltre, un involucro composito, sviluppato con Mitsubishi, contribuisce a ridurre il peso complessivo del pacco di circa 30 kg, con benefici diretti su prestazioni e gestione del peso.
Sul fronte dei tempi di ricarica e dell’efficienza, fonti più recenti suggeriscono che la versione “next-gen” della batteria solida potrebbe garantire un passaggio dal 10% all’80% di carica in tempi molto rapidi, potenzialmente in pochi minuti (anche se i dati ufficiali variano e restano da confermare).
Rimac prevede di avviare i test delle batterie solide molto presto, con il desiderio che la prima applicazione in produzione (su scala medio-bassa) arrivi su una futura Bugatti entro il 2030. L’obiettivo è avere un primo campione (“sample battery”) entro la fine del 2027, con test su veicoli nel 2028 e un eventuale inizio produzione in piccola serie realistica intorno al 2030.
È comunque chiaro che, allo stato attuale, non esistono piani ufficiali definiti per installare la nuova batteria su un modello già annunciato: l’uso nella futura hypercar resta un “wish” più che una certezza.
Se queste batterie dovessero mantenere le promesse, avrebbero un impatto enorme sul mondo delle auto elettriche di fascia alta. Per un marchio come Bugatti, dove ogni chilogrammo e ogni millisecondo di risposta fanno la differenza, il risparmio di peso e l’aumento della densità energetica significano poter offrire prestazioni pari a quelle delle termiche o delle attuali hypercar elettriche, ma con la praticità e i vantaggi dell’elettrico: autonomia reale, ricariche rapide, minor rischio di surriscaldamento o incendio.
Inoltre, la combinazione con propulsori elettrici ad alta densità di potenza, come gli e-axle già sviluppati da Rimac Technology, potrebbe rendere le future Bugatti non solo più pulite, ma anche ancora più reattive e performanti. Da un punto di vista più ampio, l’annuncio conferma quanto la tecnologia allo stato solido stia guadagnando concretezza in casa produttori: anche altri grandi gruppi come BMW Group stanno testando batterie simili, nell’ottica di aumentare autonomia, efficienza e sicurezza.
Tuttavia, la tecnologia delle batterie allo stato solido non è ancora matura per una produzione su larga scala. Come per molti progetti industriali hi-tech, rimangono da verificare aspetti critici come la durabilità nel tempo, il comportamento in cicli di ricarica ripetuti, la gestione termica e, soprattutto, i costi di produzione. Come confermato da Rimac stessa, l’obiettivo è raggiungere la parità di costo con le batterie tradizionali solo intorno al 2035.
È improbabile che Rimac (o Bugatti Rimac) produca batterie allo stato solido in volumi tali da equipaggiare auto “popolari”: il focus resta sulle vetture premium e di nicchia. Tuttavia, la collaborazione con ProLogium e la costruzione del nuovo campus produttivo a Zagabria, che punta a decine di migliaia di unità al mese per componenti EV, suggeriscono che Rimac non si limita a ipotesi: la strada verso l’elettrico di lusso e super-prestazioni sembra tracciata.