Tesla passa a batterie LFP per le auto “standard range” di accesso alla gamma

Tesla passa a batterie LFP per le auto “standard range” di accesso alla gamma
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La società di Elon Musk si prepara a cambiare la composizione delle batterie sulle versioni d’accesso alla gamma, le Standard Range. Si passerà quindi alla composizione LFP (litio, ferro e fosfato) delle batterie prodotte in Cina
21 ottobre 2021

Tesla continua a fare passi in avanti. Dopo il recente annuncio di un’assicurazione basata sulla guida in tempo reale, la società californiana si prepara ad un’ottimizzazione dei costi per le vetture di accesso alla gamma. La manovra, di cui si parla già da inizio anno ed annunciata in un incontro con gli investitori, consisterà nel sostituire il pacco batterie delle versioni Standard Range (quelle con meno autonomia) con una tecnologia “più sicura, stabile ed economica”.

Un passo indietro in termini tecnologici che, allo stesso tempo, permette di aumentare i ricavi dell’azienda senza per questo ritoccare il listino prezzi. Attualmente infatti tutte le Tesla in commercio negli Stati Uniti montano batterie NCA (composte da nickel, cobalto e alluminio) mentre l’intenzione è quella di sostituirle con batterie LFP (litio, ferro e fosfato). Questo principalmente per via del costo d’acquisto di nickel e cobalto, materiali più performanti (ma anche rari e richiesti) rispetto a litio e fosfato.

Cosa cambia nel concreto? A noi pochissimo

Va detto che Tesla impiega già batterie LFP sulle vetture prodotte a Shanghai, auto che poi vengono vendute in Cina, nel Sud Est Asiatico e, in parte, in Europa. Rispetto alle batterie NCA, che continueranno ad essere montate su modelli “Long Range”, le LFA hanno una densità energetica inferiore, il che significa che a parità di peso l’autonomia verrà ridotta, oltre al fatto che le LFA soffrono le basse temperature. Va detto, ad ogni modo, che le batterie al litio offrono anche dei vantaggi. La tecnologia infatti è più stabile, quindi soffre meno del degrado delle prestazioni col passare del tempo e delle ricariche. Le batterie, oltretutto, sono più semplici da smaltire e riciclare, anche se buona parte dell’approvvigionamento (si stima sia attorno al 95% del totale) è in mano alla Cina.

Tesla non è l’unica a pensare a questo genere di distinzione. Anche i grandi gruppi europei come Volkswagen stanno prendendo in seria considerazione l’idea di suddividere la fornitura di batterie a seconda del segmento d’appartenenza, in modo da ridurre il costo finale per il cliente sulla fascia di mercato generalista.

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