“Nuova” Volkswagen Golf restyling 2017, ecco come va e quanto è cambiata [Video primo test]

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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
La VW Golf 7 si concede un sostanzioso restyling per il 2017. Cambia (poco) l’estetica, ma arriva tantissima tecnologia a bordo e un nuovo motore che è un vero gioiellino. Gli scarichi finti però…
  • Matteo Valenti
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10 febbraio 2017

C’è sempre una prima volta, anche per una leggenda come la Volkswagen Golf. Dopo 33 milioni di esemplari venduti negli ultimi 40 anni - in pratica uno ogni 40 secondi (!) - il modello più venduto della storia VW si concede il primo vero restyling della sua lunga carriera.

Solitamente con la Golf eravamo abituati a vedere una generazione dopo l’altra, che in qualche modo tirava una riga netta sulla versione precedente. Certo, nell’arco del ciclo di vita di una generazione anche le Golf del passato subivano qualche aggiornamento, più o meno vistoso. Ma questa volta, arrivati alla settima generazione, a Wolfsburg hanno pensato di adottare la tattica di un restyling vero e proprio. Un restyling di sostanza, che di fatto allungherà la vita dell’attuale Golf, permettendole però di rimanere ben aggiornata e sempre al passo coi tempi.

Nasce così la “Golf VII.2” o, se preferite, la Golf restyling 2017. Un modello che pur sfruttando la stessa base meccanica del modello lanciato nel 2012 - l’ormai arcinota piattaforma modulare MQB - si è rinnovato parecchio, soprattutto per quanto riguarda interni e motorizzazioni.

Com’è cambiata fuori con il restyling

Ma andiamo con ordine, partendo dall’esterno che, pur mantenendo l’impostazione della VII generazione, si è concesso una serie di sfizi. Il frontale guadagna nuovi paraurti, più “puliti” ed eleganti, ma soprattutto inediti gruppi ottici full led che mandano in pensione una volta per tutti i cari vecchi xeno. Attenzione però perché sulle versioni di ingresso sono previsti ancora gli alogeni con le sole luci diurne a led. Il radar del cruise control adattivo ora non è più in mezzo alla griglia, dove risultava a dir poco vistoso, ma è stato elegantemente nascosto all’interno del logo VW. La fiancata rimane quella di sempre, anche se arrivano inediti cerchi in lega - da 17 pollici bicolore sul nostro esemplare - più accattivanti ed aggressivi. Piccoli ritocchi anche al posteriore, dove spuntano nuovi fari a led con indicatori di direzione dinamici (in questo caso sono di serie su tutti gli allestimenti) e nuovi paraurti. Peccato solo per i terminali di scarico “finti” che, se da un lato sono pensati per migliorare il coefficiente di penetrazione aerodinamica, dall’altro finiscono sempre per risultare come una caduta di stile.

Com’è cambiata dentro con il restyling

Le più grandi novità però le troviamo dentro. Il merito è del nuovo maxi-display touch da 9,2 del sistema multimediale Discover Pro. E’ un optional da 2.000 euro circa, riservato agli allestimenti più ricchi, ma è davvero un nuovo punto di riferimento per la categoria. Non solo per la risoluzione dello schermo, che è qualcosa di spaziale, ma anche per l’introduzione delle gesture che compaiono per la prima volta nel segmento C (per ora le avevamo sperimentate solo su alcuni modelli di BMW). In pratica basta fare dei semplici movimenti con la propia mano davanti allo schermo per scorrere i diversi menù o anche semplicemente per cambiare stazione radio. Come se non bastasse poi la vecchia strumentazione analogica ha lasciato il posto ad un moderno schermo da 12,3 pollici, ribattezzato Active Info Display. Una sorta di Audi Virtual Cockpit semplificato - è un po’ più lento nell’esecuzione di alcune animazioni rispetto alla versione montata dai Quattro Anelli - ma di fatto simile a quello che abbiamo già trovato sulla nuova Passat. I due display sono perfettamente integrati tra loro, nel senso che possono condividere tutta una serie di informazioni ma anche diverse personalizzazioni a seconda dei gusti di chi sta al volante.

Cosa c’è di nuovo sotto al cofano

A Wolfsburg non si sono risparmiati nemmeno per quanto riguarda le motorizzazioni. A fianco del piccolo tre cilindri 1.0 TSI e dei diesel 1.6 o 2.0 TDI arriva un motore nuovo fiammante, che spedisce in soffitta il vecchio 1.4. Si tratta di un nuovo quattro cilindri turbo benzina da 1.5 litri in grado di erogare 150 CV (più avanti arriverà anche in una versione BlueMotion da 130 CV) e 250 Nm già a 1.500 giri/min. Un motore moderno, ad iniezione diretta, che rimane dotato della raffinata tecnologia di disattivazione dei cilindri. In pratica, ai carichi parziali, questo TSI “spegne” due dei quattro cilindri per massimizzare il contenimento dei consumi. Oltre al classico cambio manuale a sei marce, si può avere poi il nuovo automatico DSG a sette rapporti con frizioni in bagno d’olio che sostituisce il precedente sei marce “a secco”.

Le nostre impressioni di guida

La più bella sorpresa del nostro breve test di primo contatto è di sicuro il nuovo motore 1.5 TSI. Un quattro cilindri turbo che non fa rimpiangere nemmeno per un istante il vecchio 1.4, grazie ad un caratterino niente male. I 250 Nm di coppia, resi disponibili subito in basso grazie alla sovralimentazione, regalano uno spunto quasi immediato, non appena si sfiora il pedale del gas. Certo, il 1.5 dà il meglio di se tra i 2 e i 4.000 giri/min, ma quello che sorprende è che anche in alto, verso la zona rossa del contagiri, non “muore”. Anzi, ha più di qualcosa da esprimere anche in allungo, fino al limitatore. In più è silenziosissimo, direi quasi impercettibile, sovrastato praticamente sempre dall’inevitabile rumore di rotolamento degli pneumatici. Se, paradossalmente, vi bendassero per un attimo potreste addirittura immaginare di trovarvi su una ibrida. Non solo per via dell’estrema silenziosità, ma anche per lo spunto immediato in basso e per un’erogazione più lineare e regolare che mai. Insomma un motore questo 1.5 TSI che sicuramente nasce per chi vuole viaggiare tranquillo e senza troppa fretta, ma che occasionalmente permette di togliersi anche qualche sfizio. Il dato di accelerazione del resto non è niente male: bastano 8,3 secondi per toccare i 100 km/h.

Il nuovo DSG a sette rapporti si riconferma un vero punto di riferimento. Velocissimo e dotato di logiche di gestione intelligenti, promette anche di migliorare l’efficenza (VW dichiara fino a 0,3 l/100 km) e speriamo anche l’affidabilità. Un dettaglio, quest’ultimo, che in passato ha fatto storcere il naso a più di qualche cliente del che aveva optato per questo automatico.

Consumi

Nel corso del nostro breve test siamo rimasti impressionati positivamente dai consumi di carburante. Con la versione manuale abbiamo riscontrato (dato del computer di bordo) un consumo medio di 6,7 l/100 km. Con il DSG invece siamo rimasti intorno ai 7,0/100 km, ma occorre precisare che in entrambi i casi non ci siamo troppo risparmiati con il pedale del gas. Non è difficile ipotizzare quindi che, con una guida più oculata, si riesca a stare tranquillamente intorno ai 6 - 6,2 l/100 km. Non male per un motore turbo benzina da 150 CV.

Conclusioni e prezzi

La rinnovata Golf ha fatto passi da gigante anche per quanto riguarda i sistemi di assistenza. Il cruise attivo con Lane Assist permette di avere un primo assaggio di guida assistita, con il volante che “suggerisce” automaticamente le traiettorie, mentre il Traffic Jam Assist consente all’auto di “guidare da sola” in coda fino ad una velocità di 60 km/h. Insomma la best seller di Wolfsburg, grazie a questo restyling, è pronta ad affrontare a testa alta i prossimi tre anni, grazie a tante tecnologie che ancora una volta rappresentano un “unicum” nel segmento. I prezzi della VW Golf restyling 2017 partono dai 20.150 euro della 1.0 TSI Trendline, ma possono tranquillamente salire fino ai 32.700 euro della 2.0 TDI Executive con cambio DSG. Il nuovo 1.5 TSI invece, disponibile per ora solo nella variante da 150 CV e nell’allestimento Sport, costa da 26.150 euro (2.000 euro in più per la versione DSG).

Pregi e difetti

Pro

  • - Nuovo motore 1.5, sorprende per silenziosità e carattere - Consumi contenuti - Tecnologia di bordo da prima della classe

Contro

  • - La retrocamera integrata nel logo posteriore produce un suono poco gradevole ad ogni fuoriuscita - Il Discover Pro da 9,2 pollici è bello ma costa caro - Terminali di scarico “finti”

 

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